Riflessione del giorno

giovedì 30 aprile ’20

By Patronato S. Vincenzo

April 29, 2020

 

nell’immagine un dipinto di Maurice Utrillo (1833-1955)

 

III.Settimana di Pasqua

 

Proverbio del Giorno (Proverbi ebraici)

Il saggio ascolta una parola e ne comprende due.

 

Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera Colletta)

O Dio, che raccogli la tua Chiesa pellegrina nel mondo, donaci il tuo Spirito, perché nella celebrazione del mistero eucaristico riconosciamo il Cristo crocifisso e risorto che apre il nostro cuore all’intelligenza delle Scritture, e si rivela a noi nell’atto di spezzare il pane. Amen

 

Oggi si ricorda S. GIUSEPPE COTTOLENGO (1786–1842) fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza e delle congregazioni a essa collegate, proclamato santo nel 1934. L’istituto che da lui prende il nome, si occupa di assistenza ai portatori di handicap, anziani, malati, tossicodipendenti, poveri senza fissa dimora ed extracomunitari. In Italia le case sono 35, con circa 1.700 assistiti

 

La Parola di Dio del giorno (Giovanni 6,44-51)

Disse Gesù alla folla: «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: “E tutti saranno istruiti da Dio”. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non perché qualcuno abbia visto il Padre; solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna. Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che darò è la mia carne per la vita del mondo».

 

Riflessione Per Il Giorno (Mons. Galantino: Abitare le parole)

In latino, il termine tenebra è declinato solo al plurale (tenebrae-arum): non a caso nell’uso comune, il ricorso al plurale (tenebre) sia più frequente di quello al singolare. Un primo significato di tenebra rimanda all’assenza di luce. Nel linguaggio comune però, sono molti i valori simbolici connessi alla parola tenebra e al sinonimo “notte”. Come quando si parla di “tenebre notturne” o “notte di tenebre”. Tra le coppie di concetti che caratterizzano la nostra esperienza umana, un posto di rilievo tocca all’opposizione luce-tenebre; all’opposizione cioè tra la leggerezza, la voglia di vivere e l’armonia, da una parte; e l’oscurità, il caos, la morte, lo smarrimento e l’ignoranza, dall’altra. Dalla mitologia all’ambito filosofico, letterario, religioso e artistico, la parola tenebra ha goduto di grande attenzione, dischiudendo orizzonti di significato inattesi, come quelli della parola greca skotía (=tenebra), che investe l’intera realtà umana, soprattutto nella sua dimensione etico-religiosa. Il frequente accostamento delle tenebre alla notte ha contribuito a riversare sulla parola tenebra gran parte dei significati che appartenevano solo alla notte. Compresi quelli positivi, nei quali la notte e, quindi, le tenebre permettono alla persona un accesso interiore a ciò che sta in profondità. Ne erano convinti Dionigi l’Aeropagita, Giovanni Scoto Eriugena e Filone Ebreo, che hanno sviluppato una teologia delle tenebre mistiche, che trovano eco nella poesia di Hölderlin, dove le tenebre della notte rimandano all’oscurità del grembo nel quale germoglia la vita. Non è possibile però che le tenebre aprano alla vita e lascino intravedere la luce all’orizzonte, se restano solo luogo della paura, egoismo e autosufficienza. Mentre “La notte del mondo distende le sue tenebre” (M. Heidegger), abbiamo tutti bisogno di alzare lo sguardo e gridare il nostro bisogno di luce, come il cieco Bartimeo (Mc 10, 46-52). Certi che le tenebre si squarceranno, facendo posto a cuori riconciliati, segnati dalla fatica, ma non prostrati, con la stessa certezza di Victor Hugo che dice: “Ogni uomo nella sua notte se ne va verso la luce”. La stessa certezza capace di consegnare a tutti uno sguardo nuovo sulla realtà e sulla vita, che hanno bisogno di parole sensate e di relazioni intense e leali per crescere.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per i ricoveri e tutte le case di accoglienza di ammalati, anziani, portatori di handicap

 

Don’t forget! I Santi della Carità: S. Riccardo Pampuri (1897-1930)

La vita di Riccardo Pampuri è stata vissuta nell’amore per gli altri. Decimo figlio di una coppia di contadini di Trivolzio, paesino presso Pavia, Riccardo nacque il 2 agosto 1897: trascorse l’infanzia presso gli zii materni, che lo avvicinarono al Vangelo e alla medicina, praticata dallo zio Giulio.