Riflessione del giorno

giovedì 30 luglio ’20

By Patronato S. Vincenzo

July 29, 2020

 

nell’immagine un dipinto di Ambrosius Brueghel

 

 

XVII Settimana tempo ordinario

 

Proverbio del giorno

«Chi è contento del suo non incontra sfortuna (Cina)».

 

Iniziamo la Giornata Pregando (preghiere dei santi)

Signore Gesù, insegnaci a portare la nostra croce ogni giorno e a seguirti, con volontà generosa di riparare i nostri peccati e quelli dell’umanità. Tu che ci hai salvato, rendici salvatori dei nostri fratelli: come tu hai dato la vita per noi, così fa’ che doniamo la vita per gli altri. Rendici gioiosi testimoni della tua risurrezione, e mantieni viva in noi la speranza della gioia che hai promesso ai tuoi fedeli, o Cristo Gesù, Nostro Signore. Amen

 

Pier Crisologo

Consacrato nel 433 vescovo di Ravenna, da Papa Sisto III fu detto «Crisologo» cioè «parola d’oro». Dai documenti che di lui possediamo, circa 180 sermoni, emerge veramente chi era, con una cultura apprezzabile in quei tempi e tra quelle vicende, e soprattutto col calore umano e lo schietto vigore della sua fede.

 

Ascoltiamo la parola di Dio Matteo 13,47-53.

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là. 

 

La riflessione del giorno (don Davide Rota)

E’ evidente che il covid19 non ci lascerà in eredità solo comportamenti sociali differenti, conseguenze sanitarie difficili, effetti economici pesanti, ma avrà conseguenze gravi anche in altri campi: “I 435 mila nati del 2019 e i 428 mila ipotizzati per il 2020, alle condizioni pre-covid19, scenderebbero a circa 426 mila nel bilancio finale del corrente anno, per ridursi a 396 mila, nel caso più sfavorevole, in quello del 2021” cioè un disastro forse definitivo in una situazione già di collasso demografico. Non solo: molti parroci e operatori pastorali hanno constatato un crollo verticale nella partecipazione dei fedeli alla liturgia eucaristica festiva (non parliamo di quelle feriali): i bambini non vengono più; i giovani che già non venivano, sono spariti del tutto; gli anziani che hanno scoperto la comodità di seguire in sicurezza la Messa dal divano di casa, difficilmente si esporranno al rischio di uscire… Insomma i provvedimenti socio-sanitari dell’emergenza più acuta, continueranno a dettare legge e a ispirare i comportamenti: il virus cioè invece di smuovere le coscienze e aiutare la gente a riflettere cu ciò che non va nel nostro mondo, è ulteriormente servito a giustificare i comportamenti a dir poco rilassati di un mondo come il nostro…Temo che non ne usciremo migliori da questa dura esperienza.

 

Intenzione del giorno

Preghiamo per i nostri amici e per tutti quelli che ci hanno fatto e fanno del bene

 

Don’t Forget!

«Clusone è il centro del mondo»: ne era convinto Giuseppe Barzasi, proprietario della «Falegnameria Barzasi» di Clusone, morto all’Ospedale «Locatelli» di Piario il 15 marzo 2020. E la sua Clusone che lui tanto amava, non ha potuto dare l’ultimo saluto, il caloroso abbraccio ad un uomo all’apparenza burbero ma dal cuore grande che negli anni ha aiutato a far crescere tanti giovani nello sport, nello sci di fondo che lui tanto amava. Barzasi ha lasciato la moglie Mariangela Piccardi, le figlie Daniela e Silvia, i nipotini, il fratello Franco e la sorella Giovanna. Barzasi, classe 1949, era molto conosciuto a Clusone e nel mondo dello sci: era stato per anni consigliere e anima dello Sci Club 13 Clusone e uno dei più grandi promotori dei Campionati del Mondo di sci nordico che si svolsero nel 2000 e nel 2002 nello stadio del fondo «La Spessa», organizzati dallo Sci Club 13. Era stato anche consigliere regionale del Comitato Fisi Alpi Centrali per il quale ha ricoperto il ruolo di responsabile dello sci nordico lombardo. Nel 2008 il Coni aveva conferito a Barzasi la stella di bronzo al merito sportivo. «La sua vita era la famiglia, la moglie, le figlie, i generi ma soprattutto i nipoti che adorava», lo ricordano le figlie che con il fratello Franco lo affiancavano nel lavoro.

«La sua passione per lo sci lo ha accompagnato la sua vita, insieme al lavoro, alla sua falegnameria…bisognava sempre lavorare. Instancabile, ha lavorato fino all’ultimo, fino a lunedì. Ha vissuto intensamente, senza rimpianti, coltivando le sue passioni. Sembrava burbero ma aveva un cuore grande». «Giuseppe era un mito, Clusone gli deve molto, il mondo dello sci gli è riconoscente – ricorda il presidente dello Sci Club 13 Battista Giudici -. Sempre disponibile per il club, per la sua città, ha lavorato per promuovere lo sci tra i ragazzi, con passione». Barzasi era anche cacciatore e grande amante della montagna dove negli ultimi anni aveva sistemato una baita in Fogarolo. «Ho perso un amico, una persona che amava la sua città e faceva di tutto per avvicinare i giovani allo sport e allo sci – il ricordo del primo cittadino Paolo Olini -. L’ultima volta che ci siamo sentiti, domenica, c’eravamo dati appuntamento per parlare di Clusone, dell’arrivo dell’Atalanta, di progetti per i giovani, perché lui quando avevi bisogno c’era, sempre. Come quando aveva donato tutti i serramenti per il Cse di Clusone; o quando si era battuto per portare i due campionati del mondo a Clusone. Da lassù continuerà a proteggere la sua famiglia e la sua città, come ha sempre fatto». «Sono molto dispiaciuto. Barzasi mi ha invitato più volte a implementare le iniziative del nostro Centro universitario sportivo e a valorizzare, come Università, gli studenti-atleti. Siamo vicini alla famiglia come Università e Cus Bergamo», ha detto Remo Morzenti Pellegrini, rettore dell’Università di Bergamo.