fotografia di Sergio Larrain
Iniziamo la Giornata Pregando (Salmo 118 e)
Padre buono, sentiamo l’esigenza di ascoltare la tua voce, che ci indica ciò che è buono e bene per noi. Per questo ci hai donato la tua Chiesa, dove continuamente risuona la Parola del tuo Figlio Gesù. Donaci il tuo Spirito santo perché vivendo nella tua Chiesa impariamo ad amare come Gesù, a sentire come Gesù, a soffrire come Gesù, a pensare come Gesù, a scegliere come Gesù. Amen.
S. RABANO MAURO
protagonista della cultura carolingia, nacque a Magonza, in Germania nel 780, e studiò nella celebre scuola del monastero benedettino di Fulda. Si recò poi a Tours, dove gli fu maestro Alcuino. Ritornato all’abbazia di Fulda, ne divenne la guida e la portò al suo massimo splendore. Nell’847 diventò arcivescovo di Magonza fino alla morte, avvenuta nell’856. Noto come «Magister Germaniae», è considerato il teologo occidentale più erudito del suo tempo. Fine poeta, è autore del «De laudibus sanctae Crucis» e alcuni gli attribuiscono anche l’inno «Veni creator»..
La Parola di Dio del giorno (Marco 6,7-13)
In quel tempo Gesù chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
Riflessione per il giorno (Charles de Foucauld)
Essere apostolo, in che modo? Nei modi che Dio ci mette a disposizione. Con quali mezzi? Coi mezzi migliori, tenendo conto delle persone alle quali sono indirizzati: verso tutti quelli con cui sono in relazione, nessuno escluso, con la bontà, con la tenerezza, con l’affetto fraterno, con l’esempio della virtù, con l’umiltà e la mitezza, sempre attraenti e così cristiane. Con alcuni occorre non dire mai una parola su Dio o sulla religione, pazientando come Dio pazienta, essendo buono come Dio è buono, essendo per loro come un tenero fratello e pregando. Con altri, è opportuno parlare di Dio nella misura che possono accogliere; e quando giungono al punto di cercare la verità mediante lo studio della religione, occorre metterli in rapporto con un sacerdote ben scelto e capace di fare loro del bene. Soprattutto vedere in ogni essere umano un fratello.
Intenzione del giorno
Preghiamo per gli ospiti delle case del Patronato: i bambini della Ciudad, i ragazzi di Sorisole, i giovani della casa di Bergamo, gli adulti e gli stranieri della casa centrale
E…don’t forget – Il Quadro della Settimana (111° quadro della serie: i 1.000 quadri più belli del mondo)
L’Ecce Homo di A. Mantegna (1431-1506) mostra il momento in cui Gesù, dopo essere stato umiliato e aver subito la pena della flagellazione, viene mostrato al popolo che decide sia crocifisso. Mantegna affronta il tema con realismo impietoso che non risparmia i dettagli crudi e grotteschi. Gesù è raffigurato a mezzo busto in primo piano e di fronte; occupa quasi tutto lo spazio, con le mani legate e incrociate sul torace segnato dai flagelli, con la corda al collo trascinata da un aguzzino fuori dallo spazio pittorico, la corona di spine e i segni evidenti delle frustate. Lo sguardo è dolente e insieme composto e coronato dall’aureola di pura luce che lascia intravedere quello che sta dietro. Il contrasto tra luci ed ombre fa risaltare la figura di Cristo, conferendogli una statuarietà vigorosa.
Ai fianchi si trovano gli accusatori, le cui intenzioni sono testimoniate dai cartigli in alto (con segni di ripiegatura), interpretabili come il fumetto di ciò che la folla grida: CRVCIFIGE EVM. TOLLE EVM. CRVCIFIGE CRVC. (“crocifiggilo, prendilo e crocifiggilo”), ripetuto con analoghe parole anche a destra. Se i personaggi in secondo piano sono appena accennati, sfumando nel buio, i due ai lati di Cristo sono effigiati con acuto realismo, che ricorda alcune opere fiamminghe, e che fanno esaltare, per contrasto, l’espressione di dolorosa rassegnazione di Cristo. L’uomo e la donna ai lati di Gesù sono rappresentati di tre quarti in posizione simmetrica mentre entrambi affondano le dita nel corpo candido e sofferente di Cristo. A sinistra un giudeo, con un foglio a mo’ di copricapo sul quale sono scritte parole in pseudo-ebraico, la cui elegante e nitida grafia contrasta con la deforme espressione del viso rugoso; a destra, con uno sgargiante turbante giallo, sta una vecchia con una smorfia di scherno che le scopre la bocca sdentata. Dietro altri tre personaggi di cui uno si nota a malapena sul fondo: collocando i personaggi a trinagolo dietro Gesù, Mantegna li rende ancora più sordidi, mentre Gesù risulta trionfante e intoccabile, l’immagine più perfetta di quella umanità che egli realizza in modo sommo.