IX Settimana del Tempo Ordinario
Iniziamo la giornata pregando
Padre Santo, possa io, per opera della tua grazia, contribuire all’edificazione del Regno; edificare e rinnovare la tua Chiesa, riparare dei peccati e portare pace e salvezza a tutti, in particolare a chi Tu mi hai messo sulla strada della vita e a chi mi è affidato. Accetto tutto ciò che nella tua provvidenza disponi, si compia in me la tua volontà, perché sei nostro Dio e Padre. PATER – AVE – GLORIA
Ascolta la Parola di Dio (Marco 12,28-34)
Si accostò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele. Il Signore Dio nostro è l’unico Signore; amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. E il secondo è questo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Non c’è altro comandamento più importante di questi». Allora lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità che Egli è unico e non v’è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso val più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Gesù, vedendo che aveva risposto saggiamente, gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
Il Quadro della settimana – 79° quadro de: I 1000 quadri più belli del mondo)
La pala di Brera è un’opera monumentale, con trattamento magnifico della luce, astratta e immobile e con un repertorio iconografico di straordinaria ricchezza. Le dimensioni inconsuete e l’assenza di parti laterali, come nei tradizionali polittici, ne fanno la prima Conversazione Sacra che si sviluppa in verticale: numerosi artisti vi si ispireranno. L’opera presenta al centro la Madonna in trono con le mani giunte verso il Bimbo addormentato in grembo. Il trono poggia su un tappeto orientale, mentre il Bambino ha appeso al collo un ciondolo di corallo che ricorda il rosso del sangue, simbolo di vita e morte oltre che della salvezza legata alla resurrezione. La sua posizione addormentata prefigura la futura morte in croce. La figura di Maria domina l’intera rappresentazione e il suo volto è il punto di fuga della composizione. L’ovale del volto di Maria si pone perfettamente in linea con l’uovo che pende dal catino absidale, di cui riproduce la forma perfetta. L’armonia della composizione è ottenuta attraverso la ripetizione di un modulo circolare: la volta a botte, lo sfondo scandito da pannelli di marmo e i santi disposti intorno alla Vergine a sottolineare la struttura semicircolare dell’ abside. Si tratta di S. Giovanni Battista, la cui presenza è dovuta al fatto che era patrono di Urbino e della moglie del Duca (Battista Sforza). S. Bernardino da Siena, amico e confessore di Federico; S. Girolamo, con veste lacera e sasso per percuotersi il petto; S. Francesco d’Assisi, con le stimmate; S. Pietro martire, col taglio sulla testa; S. Giovanni Evangelista, col libro e mantello. Sebbene tutto sia disposto con rigore quasi geometrico e razionalità estrema; sebbene i personaggi sembra non vogliano trasmettere emozioni di sorta e l’uso prodigioso della luce sembra eliminare ogni mistero, l’effetto finale è di un grande coinvolgimento emotivo. Federico da Montefeltro –committente del quadro- è in primo piano, vestito dell’armatura, con spada e ricco mantello a pieghe; in terra l’elmo, descritto fin nei riflessi metallici della luce e dell’elsa della spada, il bastone del comando e parti dell’armatura. La scena è ambientata davanti a un’abside monumentale. Entro un arco di trionfo, retto da paraste al di sopra di un’elaborata trabeazione con una fascia continua di marmo rosso, si sviluppa una volta a botte con cassettoni scolpiti con rosette. La conchiglia della nicchia fa pensare a Venere nata appunto da una conchiglia (Maria nuova Venere, simbolo di bellezza eterna) mentre l’uovo di struzzo appeso è un richiamo sia alla Verginità di Maria, sia alla vita che nasce da essa. Insomma ci troviamo di fronte a un assoluto capolavoro, una delle opere più importanti del mondo.
Santo del giorno
S. FRANCESCO CARACCIOLO. Ascanio, nato nel 1563 a Chieti e trasferitosi a Napoli a 22 anni per completarvi gli studi teologici, a causa di uno scambio di lettere fu coinvolto nella fondazione dei Chierici Regolari Minori. All’eremo di Camaldoli scrisse la Regola, approvata poi nel 1588. L’anno dopo emetteva i voti religiosi assumendo il nome di Francesco. Nel 1593 la Congregazione tenne il primo capitolo generale ed egli dovette accettare la carica di preposito. Morì il 4 giugno 1608.
Intenzione del giorno
Preghiamo per l’infanzia vittima di violenza, sfruttamento e oppressione.
Don’t forget! …Ricorda!
PATRONATO S. VINCENZO: FINE DELL’ANNO SCOLASTICO
04/06/1961: muore don Mario Morandi, sacerdote del Patronato
Le Nazioni Unite “sconvolte dal numero di bambini innocenti vittime di atti d’ aggressione”, hanno dichiarato il 4 giugno GIORNATA DELL’INFANZIA VITTIMA DI VIOLENZA