Riflessione del giorno

Giovedì 4 luglio 2024

By patronatoADM

July 04, 2024

 

XIII Settimana T. Ordinario anno B

 

Avvenne il 4-7…

1054 – È visibile dalla Terra l’esplosione della supernova SN 1054, nella costellazione del Toro

1187 – Saladino sconfigge Guido di Lusignano, re di Gerusalemme ad Hattin; la reliquia della Vera Croce è perduta per sempre.

1776 – Il Congresso approva la Dichiarazione d’indipendenza dal Regno di Gran Bretagna, sancendo così la nascita degli Stati Uniti d’America.

1960 – Con l’ammissione delle Hawaii 50º stato la bandiera degli USA a 50 stelle debutta a Filadelfia.

1976 – Commando israeliano effettua un raid nell’aeroporto di Entebbe, Uganda, salvando passeggeri ed equipaggio di un aereo Air France, preso da dirottatori pro-palestinesi

 

Aforisma di Immanuel Kant

Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti del tuo intelletto. Ecco il motto dei lumi.

 

Preghiera di S. Gregorio Nazianzeno

Tutto quanto esiste, Te prega tutti gli esseri Ti rendono omaggio, o Dio, quelli che parlano e quelli che non parlano, quelli che pensano e quelli che non pensano. Il desiderio dell’universo, il gemito di tutte le cose, salgono verso di Te. Tutto quanto esiste, Te prega e a Te ogni essere che sa vedere dentro la Tua creazione, un silenzioso inno fa salire a Te. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo 9,1-8

Salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati». Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia».

Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Alzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Alzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua».

Ed egli si alzò e andò a casa sua. Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

 

Riflessione breve di Madeleine Delbrel

In noi si dovrà trovare tutto il bicchiere d’acqua, il cibo per chi ha fame, tutto il vero cibo per tutti i veri affamati, tutti i veri cibi e tutti i veri mezzi per distribuirli, l’alloggio per i senza tetto, il pellegrinaggio alle carceri e agli ospedali, la compassione per le lacrime, quelle che si devono versare insieme e quelle di cui occorrerebbe eliminare le cause, l’amicizia per ogni peccatore, per coloro che sono malvisti, la capacità di mettersi al livello di tutte le piccolezze, di lasciarsi attrarre da tutto ciò che non conta, e tutto avrà il suo orientamento, la sua pienezza, nella parola “fraterno”.

Infatti i nostri beni, se diventano i beni degli altri, saranno il segno della nostra vita donata per gli altri, come assimilata di diritto alla loro, e che, in realtà, non deve più far parte dei nostri interessi. Il cristiano che vivrà in questo modo nella città, sperimenterà con tutto il suo essere la forza dell’amore evangelico.  La realtà di questo amore risplenderà intorno a lui come una evangelizzazione e in lui come una illuminazione.

Sperimenterà che agire è illuminare, ma anche essere illuminati, sperimenterà che, se pregare è lasciarsi fare da Dio, è però anche imparare a compiere l’opera di Dio. Un cristiano simile renderà grazie, perché i suoi gesti diventeranno l’espressione di un amore che non conosce né limiti né eccezioni, un amore del quale soltanto Cristo ha detto agli uomini che lo devono e ricercare e donare.

 

Intenzione di preghiera settimanale

Preghiamo per le vittime dei lager, dei gulag e dei campi di concentramento della storia dove la dignità della vita umana è stata calpestata, distrutta e umiliata: perché il loro sacrificio non sia inutile. 

 

Don’t Forget! Storia dei martiri cristiani:

1683 Martiri del Zenta – Argentina 4.a parte

PEDRO ORTIZ DE ZÁRATE. (foto al centro) Nato il 29-6-1626 in Argentina da genitori di origine basca, ricevette un’educazione basata su fede e pietà. Si sposò ed ebbe due figli, ma quando rimase vedovo prematuramente, si rese conto che Dio lo chiamava. Così affidò i figli e il patrimonio alla suocera e scelse la via del sacerdozio. Poi partì come missionario tra gli indios. “Un testimone di Cristo in molti stati di vita: un buon politico, un buon marito e un buon padre e un sacerdote eccellente che conosceva bene gli indios, li difendeva, li battezzava e li guidava come cristiani”.

GIOVANNI SOLINAS, (foto a sinistra) sardo di Oliena, Nuoro, nato nel 1663, era di famiglia nobile ed esemplare nella fede. Venne mandato a scuola dai gesuiti. È qui che maturò la sua vocazione: entrò nella Compagnia di Gesù e studiò a Cagliari e a Sassari. Ma la sua destinazione fu un’altra: la missione in America Latina. Il sogno si realizzò quando sali su una nave nel porto di Cadice. Siamo nel 1674. Laggiù si dedicò all’evangelizzazione degli indios e alla cura pastorale degli spagnoli residenti, all’assistenza di anziani e malati, al catechismo dei bambini. “Fu la spinta missionaria a portarli verso il reciproco incontro insieme si misero a servizio del Vangelo e furono fedeli sino all’effusione del sangue”.

Pedro e Giovanni si stabiliscono nella Valle del Zenta, precisamente nel Giaco, dove volevano creare reducciónes per le tribù di indios. La prima, dedicata a S. Raffaele, la mettono su in fretta, e in breve tempo contano un centinaio di catecumeni. È qui che il 26-10-1683 arriva una falange di 500 indios Toba e Mocovi, armati fino ai denti e col corpo tutto decorato. I due preti sanno che quelle decorazioni si fanno solo in due occasioni: una festa o una guerra, e della prima non c’era traccia. Ma gli indios li rassicurano di essere venuti in pace per dare loro il benvenuto e la giusta accoglienza. I due padri non si fidano, ma non possono fare altro che continuare il loro lavoro distribuendo cibo e vestiti e parlando di Dio. La mattina del 27 ottobre gli indios circondano la cappella. Per i sacerdoti non c’è scampo contro le loro frecce e le loro clave.