Riflessione del giorno

Giovedì 4 maggio 2023

By patronatoADM

May 03, 2023

 

IV Settimana di Pasqua

 

Aforisma di Georg Christoph Lichtenberg 1742-1799

Piovve tanto forte che tutti i porci diventarono puliti e tutti gli uomini sporchi.

 

Preghiera del giorno

O Dio, che innalzi la natura umana al di sopra della dignità delle origini, guarda all’ineffabile mistero del tuo amore, perché in coloro che hai rinnovato nel sacramento del Battesimo siano custoditi i doni della tua grazia e della tua benedizione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni 13,16-20

Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.

Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.

In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

 

Riflessione del giorno

Jean Vanier: “La comunità luogo del perdono e della Festa”

“Alcuni non vedono quale nutrimento potrebbero dare; non si rendono conto che loro stessi possono diventare pane per gli altri. Non credono che la loro parola, il loro sorriso, il loro essere, la loro preghiera possono nutrire gli altri e dare loro fiducia. Gesù ci chiama a dare la nostra vita per quelli che amiamo.

È mangiando il pane cambiato nel Suo Corpo che diventiamo pane per gli altri. Altri invece, scoprono che il loro nutrimento è dare a partire da un paniere vuoto! È il miracolo della moltiplicazione dei pani. “Signore, fa che non cerchi tanto di essere consolato quanto di consolare.”

Sono sempre stupito di scoprire che quando mi sento molto vuoto all’interno di me, sono capace di dare una parola nutriente, o che essendo angosciato posso trasmettere la pace. Solo Dio può fare miracoli simili”.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per quelli che rinunciano a fare del bene perché se ne considerano incapaci, affinché Dio faccia loro comprendere che nelle sue mani anche il più povero degli uomini diventa strumento eletto per fare il bene a tutti

 

Don’t Forget! Storia dei Martiri Cristiani

Martiri Messicani 6. PARTE PERSECUZIONE CONTRO LA CHIESA

COME E PERCHÉ SI È ARRIVATI ALLA PERSECUZIONE?

In Messico, dopo la conquista dell’America a opera degli europei, era avvenuta una feconda fusione fra cattolicesimo e cultura indigena. All’inizio del secolo XX questa cultura sopravviveva ancora nei ceti popolari e rurali, mentre le classi alte, gli intellettuali e il ceto politico avevano assorbito le idee illuministiche e liberali.

Dagli inizi del secolo alla guida della repubblica presidenziale federale messicana, per lo più a seguito di colpi di Stato e guerre civili, si era avvicendata una serie di despoti, espressione della fazione di volta in volta vincente all’interno dell’intoccabile establishment massonico e laicista, prevalso nella seconda metà dell’800.

Quando scoppiò l’insurrezione cattolica era andato al potere PLUTARCO ELÍAS CALLES (1877-1945) il quale sosteneva che «la Chiesa è la sola causa di tutte le sventure del Messico» e di conseguenza praticò una politica rigidamente “modernizzatrice” – il suo partito si definiva “rivoluzionario istituzionale” – filo-Usa e con simpatie per il nascente socialismo latinoamericano.

Questa politica portò il governo messicano a inasprire la lotta contro la Chiesa “vista come centro sovranazionale di diffusione della religione oppio del popolo e come bastione della conservazione e ostacolo al latente totalitarismo statale”. Il regime di Calles si differenziò dai precedenti per lo stile, il pugno di ferro, lo spirito da scontro epocale che ostentava, anche personalmente, nel realizzare la sua politica.

 

SCOPPIA IL CONFLITTO FRA STATO E POPOLO MESSICANO

Nel 1917 il governo di Venustiano Carranza (1859-1920) varò una costituzione fortemente laicistica, che però non venne mai applicata. Fu nel 1926 che i decreti attuativi del Governo Calles realizzarono di fatto, la radicale separazione fra Chiesa e Stato, la completa scristianizzazione dei luoghi pubblici – tribunali, scuole, e così via -, l’esproprio totale degli edifici di culto e dei seminari, la proibizione dei voti e degli ordini religiosi, la trasformazione del clero in corpo di funzionari statali e il “numero chiuso” per lo stesso clero, che doveva essere messicano di nascita, sancendo così l’espulsione dei missionari stranieri.

Nel 1925 il Governo da una parte favorì la diffusione delle missioni protestanti nordamericane, dall’altra tentò –invano, a causa della reazione dei cattolici- di dar vita a una Chiesa Nazionale separata da Roma. Le violenze poliziesche conseguenti al tentativo di applicare la nuova disciplina anti-ecclesiastica, in vigore dal 31-7-1926, generarono l’immediata reazione del mondo cattolico che diede vita alla Lega Nazionale di Difesa della Libertà Religiosa.

L’episcopato del paese, in sintonia con la Segreteria di Stato vaticana, retta dal cardinal P. Gasparri (1852-1934), dopo diversi tentativi, falliti, di resistenza non violenta – scioperi, boicottaggi e petizioni popolari – ritenne di dover reagire alla escalation del terrorismo governativo con un provvedimento clamoroso e inusitato: in segno di protesta sospese completamente l’esercizio del culto pubblico.

L’atto, in sé legittimo, si rivelò imprudente perché non tenne conto della determinazione dei governativi di andare fino in fondo nell’affermare il controllo sulla Chiesa e, soprattutto, sottovalutò l’impatto che la sospensione del culto avrebbe avuto sul vissuto popolare quotidiano, specialmente dei più umili. Infatti, la cultura del popolo, nutrita di Bibbia, caratterizzata da forte tensione escatologica, vivacizzata da un’intensa e diffusa pratica devozionale, interpretava gli avvenimenti all’interno di categorie “mistiche” e “apocalittiche”.

Così la persecuzione di Calles venne letta come l’abbattersi di un flagello biblico, e con altrettanto spirito apocalittico nacque nel popolo la convinzione che occorresse reagire, come i fratelli Maccabei, impugnando le armi per ripristinare la giustizia violata.