Riflessione del giorno

Giovedì 5 settembre 2024

By Patronato S. Vincenzo

September 05, 2024

 

XXII settimana T. Ordinario

 

Avvenne il 5 settembre…

1793 – Rivoluzione francese: inizia il regime del Terrore durerà fino alla primavera del 1794.

1938 – Il re Vittorio Emanuele III appone la firma sul Regio decreto n. 1390, “Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola fascista”. È il 1° atto normativo di Mussolini contro gli ebrei.

1972 – Terroristi palestinesi irrompono nel villaggio olimpico di Monaco di Baviera, uccidono due componenti della squadra israeliana e ne prendono in ostaggio altri nove.

1980 – Aperta la galleria del S. Gottardo in Svizzera: con 16,918 km è il traforo autostradale più lungo del mondo

 

Aforisma di S. Francesco di Sales

“Dobbiamo avere pazienza con noi stessi: la nostra parte superiore sopporti il disordine della nostra parte inferiore.”

 

Preghiera

Dio onnipotente, unica fonte di ogni dono perfetto, infondi nei nostri cuori l’amore per il tuo nome, accresci la nostra dedizione a te, fa’ maturare ogni germe di bene e custodiscilo con vigile cura. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 5,1-11

Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».

Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

 

Riflessione di don Davide Rota

Non c’è un vero motivo per cui li ho uccisi. Mi sentivo corpo estraneo nella mia famiglia, oppresso. Ho pensato che uccidendoli tutti mi sarei liberato da questo disagio” così ha motivato la strage familiare di fratello, mamma e papà, il giovane di Paderno Dugnano. «Non so spiegare perché sia successo, l’ho vista e l’ho uccisa» così ha detto il giovane assassino di Sharon Verzeni dopo la sua cattura.

Ciò che fa rimanere allibiti in queste terribili tragedie è l’inconsistenza delle motivazioni rispetto alla gravità dei fatti: uno uccide, anzi fa una strage, ma non sa il perché, non riesce neppure a elaborare una motivazione che abbia un senso. A dire il vero il ragazzo che ha sterminato la sua famiglia una motivazione l’aveva elaborata, ma è bastato metterlo un po’ alle strette perché emergesse che era tutto falso.

Gli inquirenti dicono che non c’è un movente; gli psicologi confermano che non c’è una motivazione…tutto nasce nell’uno e nell’altro caso da malessere personale. Si noti che i due casi sono successi in Lombardia che è riconosciuta come la regione più progredita e avanzata d’Italia. Fino al 31 agosto si poteva pensare che essendo l’assassino di origini africane, noi fossimo estranei all’orrore, anzi ci sentissimo vittime dello stesso.

Ma ciò che è accaduto nella notte fra il 31/8 e il 1/9 ci ha drammaticamente riportati alla realtà, una realtà ancora più difficile da accettare: un figlio che stermina la sua famiglia, un ragazzo bravo o almeno normale come tanti altri che compie un gesto orribile. Perché? Non c’è nessun perché.

Il male quando raggiunge questi livelli è per sua natura insensato, per questo occorrerebbe che fin da piccoli chi ci vuol bene ci abitui a non odiare nessuno, ma a detestare il male al punto da sentirci “male” quando lo compiamo o quando qualcuno lo compie.

Questa società invece ci ha abituato a tutto in nome della libertà e quando esplodono le conseguenze di un simile andazzo, preferiamo rimuovere il problema…Scommettiamo che a differenza del caso Sharon, questo sparirà presto da notiziari e giornali?   

    

Intenzione di Preghiera

Per le vittime della violenza assassina e per i loro carnefici: perché le vittime siano accolte da Dio nella beatitudine eterna e gli uccisori si pentano e riparino al male fatto.

 

Don’t Forget! Santi e beati della carità

Beato Bonaventura da Barcellona

(Miguel Baptista Gran Peris) dei Frati Minori

1620-1684

Miguel Baptista Gran Peris, nato a Barcellona nel 1620, si era sposato a 18 anni per ubbidire a papà. Questo giovane spagnolo si sente portato alla vita religiosa e negli studi riesce bene, ma è anche figlio unico di modesti agricoltori, che diventati anziani reclamano il suo aiuto nei campi e gli organizzano la vita. Si sposa, più per ubbidienza che per amore, ma 16 mesi dopo è già vedovo.

E così riesce a far prevalere le sue inclinazioni e a 20 anni se ne ritorna in convento, tra i Minori Francescani. Non però come sacerdote, ma, con il nome di Bonaventura, come umile religioso, che per 17 anni gira i conventi della Catalogna per fare, di volta in volta, il cuoco, il portinaio, l’infermiere o il questuante. Prega molto, ubbidisce allegramente, vive una vita ritirata e mortificata e fa cose prodigiose.

Sente che il Signore vuole che egli rinnovi lo spirito francescano e istituisce i “Ritiri”. Strada facendo crescono i nuovi “Ritiri” di cui lui, umile fratello laico, è chiamato ad essere superiore, anche se non gli mancano contrasti e difficoltà. La sua “marcia su Roma” trova ad attenderlo un’umanità sofferente e bisognosa, afflitta da continue epidemie, povertà cronica, scorribande nemiche.

Lui si fa in quattro per aiutare tutti come può, ed è così sollecito e premuroso che lo ribattezzano “l’apostolo di Roma”. La riforma che sta attuando, gli attira anche i consensi delle autorità ecclesiastiche e dello stesso papa, stupiti dei doni di spiritualità e di grazia del frate e dei prodigi che si verificano attorno a lui. A Roma muore l’11-9-1684 e la riconoscenza dei romani si trasforma subito in venerazione, che S. Pio X ratifica ufficialmente il 10-6-1906, proclamandolo solennemente beato.