Riflessione del giorno

giovedì 7 gennaio ’16

By Patronato S. Vincenzo

January 06, 2016

 

 

nella fotografia don Fausto con i suoi collaboratori “Zucchi” e “Oli”

 

 

Iniziamo la Giornata Pregando

“Signore, non so quello che voglio, ma di una cosa sono certo: il meglio è la tua volontà. Aiutami ad essere pronto a compiere in qualsiasi tempo e situazione la tua volontà d’amore per noi, adesso e al tempo della mia morte. Amen”

 

RAIMONDO DI PENYAFORT, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori (Domenicani)

conoscitore del diritto canonico, scrisse fruttuosamente sul sacramento della penitenza e, maestro generale, preparò la nuova redazione delle Costituzioni dell’Ordine; morì in avanzata vecchiaia a Barcellona, Spagna nel 1276. Raimondo = dal tedesco “intelligenza protettrice”. Oggi si ricorda anche S. Anselmo eremita (sec XII) e S. Crispino Vescovo di Pavia (sec V)

 

Ascoltiamo la Parola di Dio (Mt 4,12-25)

“Saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea e, lasciata Nazaret, venne ad abitare a Cafarnao, presso il mare. Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino».  Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.”.

 

La riflessione del giorno (Vittorio Messori)

Di un libro terribile e consolante che in passato era molto letto e di cui si sono ormai quasi perse le tracce cioè “l’Apparecchio (Preparazione) alla buona morte” di S. Alfonso Maria de Liguori ricordo due cose. La prima, l’ammonimento a non accumulare tesori di cui nulla potremo portare con noi e che dovremo lasciare a parenti spesso avidi e litigiosi. Di recente, papa Francesco ha ricordato un detto che sentiva nella sua famiglia piemontese e che non sarebbe dispiaciuto al santo napoletano: <<Il sudario dei morti non ha le tasche>>. La seconda cosa era l’ammonimento di Alfonso ai benestanti affinché, tra tanti poveri che morivano di fame, non si cibassero di cose in gran quantità e ricercata qualità, perché il cadavere di chi è grasso – e per un uomo del ‘700 solo i ricchi  lo erano – sarà ancora più ripugnante. Perché, dice senza complimenti il nostro santo napoletano, a causa di tutta quella carne accumulata nei banchetti e nei mille cedimenti alla gola, gravius foetent divitum corpora, i corpi dei ricchi puzzano di più. 

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché la ripresa della scuola e del lavoro dopo le feste natalizie ci veda più sereni e impegnati a fare il bene.