Carissimi,
Che uno della mia età si veda sommerso da così tanti auguri e da un così grande affetto è sorprendente…
Perché a 72 anni non si capisce bene cosa ci sia da festeggiare (ormai “l’è ‘ndàcia la quaia”), ma soprattutto perché invecchiando si diventa consapevoli più dei propri limiti che delle proprie virtù e di conseguenza si sospetta che tanto affetto sia immeritato…
Ma siccome l’età avanzata oltre al disincanto porta anche un po’ di saggezza, vi ricordo quel che ho detto a me stesso lo scorso anno, quando invece degli auguri sono arrivati accuse e sospetti: “La vita ti ha riservato sia gli osanna che i crucifige: bisogna che tu impari ad accettare gli uni senza esaltarti e gli altri senza deprimerti e continui a fare il tuo dovere”.
I vostri auguri e l’affetto che testimoniano, mi hanno confermato che avevo ragione e li considero un incoraggiamento a continuare a fare quel che il Signore mi ha ordinato e la Chiesa mi ha chiesto di compiere, perché se ce n’è uno che merita lodi e ringraziamenti, questo è il buon Dio.
Colgo l’occasione per dirvi che senza di voi e senza la fiducia, il sostegno, la solidarietà concreta che avete la bontà di concedermi, mai avrei potuto fare quel che conoscete. Infatti ciò che mi spinge ogni giorno a rinnovare l’impegno a favore di poveri e bisognosi è la certezza di avere al mio fianco una moltitudine di brava gente come voi, collaboratori silenziosi, ma preziosi in questa difficile, ma splendida avventura di fede e carità.
Perciò a nome mio personale, dei collaboratori, dei ragazzi e ospiti del Patronato il grazie più sincero accompagnato dal quotidiano ricordo nella preghiera e da un abbraccio virtuale, ma non per questo meno affettuoso.
Don Davide