Frammenti di vita

il prigioniero che si crede libero

By patronatoADM

November 01, 2021

 

Pressato da ogni parte affinché accetti di parlare con qualcuno dei suoi problemi, alla fine l’uomo capitola accettando il confronto, ma è evidente che non è convinto, lo fa di malavoglia, divaga e non arriva mai al dunque.

Non ammette che è nei guai fino al collo e fa finta di non accorgersi che il filo che lo tiene unito alla famiglia sta per spezzarsi. Sostiene di avere il controllo della situazione “perché –afferma- adesso bevo molto di meno”. “In compenso ti fai di coca” controbatte la compagna. “Che sarà mai…lo fanno tutti”.

Con uno così è meglio stare zitti. Ma il silenzio gli dà fastidio e lui lo riempie di parole: parla, parla, non la finisce mai di parlare perché è l’unico modo di impedire che qualcuno gli dica chi è per davvero.

Ma quando, con gli occhi lucidi e la mano sul petto, inizia il melodramma: “Io sono uno spirito libero e in un mondo di servi quelli come me sono destinati a soffrire” la misura è colma.

La donna arrossisce per la vergogna e io decido che è meglio piantarla lì: “E’ tardi e devo andare: ci risentiamo”. Che lo schiavo di tutti i vizi si definisca spirito libero è paradossale, anzi un po’ ridicolo, ma ha ragione lo scrittore colombiano Nicolàs Gòmez Dàvila quando afferma che: “L’uomo moderno è un prigioniero che si crede libero, solo perché evita di toccare i muri della cella”.

 

– don Davide Rota