Appena entro nella chiesetta che si affaccia sul cortile si fa incontro un signore mai visto prima: «Sto cercando il responsabile della casa». «Sono io, mi dica». «Ah, è lei» fa con aria sollevata e aggiunge: «Ho chiesto a un giovane africano di indicarmi il responsabile e lui mi ha detto che l’avrei trovato in chiesa, ma è mezz’ora che aspetto e stavo per andarmene».
Mi faccio descrivere il giovane e non appena se ne va, lo cerco: è un cattolico, dall’aria non molto sveglia a dire il vero, che però partecipa assiduamente alla Messa. «Perché gli hai detto che ero in chiesa?» chiedo. «Ma lui non mi ha chiesto di te» fa nel suo stentato italiano: «M’ha chiesto dov’era il responsabile e io l’ho portato in chiesa. Cosa c’entri tu?».
Di fronte alla mia perplessità, si arma di pazienza e spiega: «Nelle Messe dici sempre che qui dentro il “responsabile” di tutto è il Signore e così l’ho portato da lui». Avrà anche l’aria poco sveglia, ma dimostra di aver capito meglio di me come stanno le cose.