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Innumerevoli: laboratorio con i detenuti per dare forma alla propria identità

By patronatoADM

March 03, 2022

 

Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni. Fëdor Dostoevskij

 

Nei primi mesi del 2020, come Cooperativa Sociale Patronato San Vincenzo, abbiamo avviato un progetto presso la Casa Circondariale di Bergamo con un finanziamento del Ministero della Giustizia. Il COVID l’ha interrotto, ve lo raccontiamo proprio nel momento in cui stiamo per riprenderlo e portarlo a compimento.

Ognuno può riconoscersi come appartenente a una nazione, originario di una certa regione, uomo o donna, giovane o adulto, appartenente a un determinato ambiente, a una determinata religione, a un certo tipo di professione. Ognuno può convivere con molteplici identità, maneggiando, come un giocoliere, questa pluralità. E’ solo questione di esercizio. La prima azione che abbiamo messo in campo è il Laboratorio Innumerevoli che arriverà a coinvolgere circa un’ottantina di detenuti.

Innumerevoli è un laboratorio creativo, narrativo e serigrafico. Le persone sono accompagnate nella realizzazione di un proprio autoritratto contenente elementi narrativi frutto delle molteplici esperienze di vita che ognuno si sente di raccontare. Innumerevoli, come le esperienze che ci caratterizzano, come le identità che ci rappresentano. Ogni autoritratto viene stampato con tecnica serigrafica direttamente dai partecipanti. Ogni partecipante conserva un proprio auto-ritratto, un’altra copia viene invece utilizzata per la produzione di una mostra che consenta una restituzione pubblica del lavoro svolto.

Una volta realizzato l’autoritratto si passa alla stampa: verrà dimostrato ai partecipanti il processo di stampa serigrafica e successivamente ciascuno verrà guidato alla stampa del proprio autoritratto.

Nell’estate del 2020 siamo riusciti a portare a compimento la seconda azione del progetto, ovvero un laboratorio di arte pubblica che ha coinvolto una decina di detenuti della Casa Circondariale. L’artista professionista Nemo’s è stato chiamato a partecipare ad una serie di incontri con i detenuti durante i quali hanno identificato il tema da trattare, ne hanno discusso e sono arrivati ad un’idea grafica condivisa.

Si è ragionato intorno a ciò che significa stare in carcere, ciò che comporta e ciò che manca. Il disegno realizzato da Nemo’s e dai detenuti su uno dei muri interni alla Casa Circondariale nasce da un racconto riportato da uno dei partecipanti al laboratorio: un detenuto, recluso da diversi anni, dopo un incendio scoppiato in una cella, è stato trasferito in un’altra ala.