Con l’inizio della fase 2, si freme per un rapido ritorno alla normalità e un’urgente ripresa delle attività bloccate da mesi. Ma siccome ci viene ripetuto in tutti i modi che la prudenza è d’obbligo, mi permetto di ribadire la raccomandazione con un’esperienza personale. Negli anni della missione in Bolivia mi capitava spesso di ospitare turisti di passaggio che effettuavano il “gran tour andino” (Cuzco, Machu Picchu, il lago Titicaca, la Cordillera Real…cioè i luoghi classici del turismo internazionale) i quali mi invitavano ad accompagnarli. Mi sono sempre sottratto a tali inviti, prestandomi in cambio di spiegare per filo e per segno ciò che avrebbero trovato, la storia e la cultura di quelle antiche civiltà. La realtà è che a me viaggiare non piace e non sopporto la calca dei turisti; non solo, accettando quegli inviti mi sembrava di tradire i poveri a cui ero stato inviato. Così avevo studiato ciò che riguardava le civiltà americane preispaniche dal Messico alle Ande leggendo decine di libri e documentandomi sui luoghi “cult”. Forse quegli ospiti mi avranno giudicato un prete globetrotter…ma non in realtà sono mai uscito dalla Bolivia: non ne ho mai sentito il bisogno perché per conoscere certe cose, luoghi, culture e storie non è necessario averle visitate. Basta solo amarle e appassionarsi ad esse.
– don Davide –