Frammenti di vita

La tenacia di fidarsi del prossimo e donare tutto

By Patronato S. Vincenzo

October 06, 2025

 

Il poeta tedesco Friedrich Hölderlin, ha scritto: «dove è il pericolo, cresce anche ciò che dà salvezza» o detto in altro modo «se vuoi fare del bene, devi accettare il rischio».

Che l’intuizione di Hölderlin sia vera, lo conferma la storia di tante istituzioni caritative e le vicende personali di chi si impegna ad aiutare gli altri. Riguardo al Patronato, don Bepo nel dicembre 1943 finì in carcere e don Antonio Seghezzi morì nel lager di Dachau per aver soccorso chi era nel pericolo o aveva bisogno di aiuto. Anche don Giuseppe Bracchi ha rischiato molto, proprio per la sua bontà.

Ma lasciamo che sia lui a parlare: «Mi trovavo nel mio studio e mi preparavo a uscire, quando mi son comparsi innanzi due tizi loschi (Dio mi perdoni! Sono fratelli pure loro).

Dopo i convenevoli il più robusto mi prese per il petto intimando: “Fuori i soldi!”. Immobilizzato, fui perquisito, derubato e, semisvestito, spinto nel bagno e legato mani e piedi. Dopo le intimidazioni, sono fuggiti chiudendo la porta sia del bagno sia dello studio (lascio sempre le chiavi nella toppa).

Io intanto steso a terra colpivo coi piedi la porta del bagno per farmi sentire. Dopo venti minuti tre miei collaboratori mi ritrovarono e mi slegarono, sbigottiti da quel che mi era successo.

Non ho mai più rivisto i due, ma ora mi dispiace perché non lascio più le chiavi nella toppa e l’amore al prossimo e soprattutto ai nemici è stato duramente messo a prova». Ma la mitezza di don Giuseppe alla lunga è stata più forte di minacce e botte e lui non ha mai smesso di fidarsi del prossimo e di donare tutto.