5 settimana tempo ordinario
Aforisma di Karl Kraus (1874-1936)
Perché scrive certa gente? Perché non ha abbastanza carattere per non scrivere.
Preghiera del giorno
O Dio, che nella follia della croce manifesti quanto è distante la tua sapienza dalla logica del mondo, donaci il vero spirito del Vangelo, perché ardenti nella fede e instancabili nella carità diventiamo luce e sale della terra. Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo Figlio che è Dio e vive e regna con Te nell’unità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio Marco 6,53-56
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli, compiuta la traversata fino a terra, giunsero a Gennèsareth e approdarono. Scesi dalla barca, la gente subito lo riconobbe e, accorrendo da tutta quella regione, cominciarono a portargli sulle barelle i malati, dovunque udivano che egli si trovasse.
E là dove giungeva, in villaggi o città o campagne, deponevano i malati nelle piazze e lo supplicavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello; e quanti lo toccavano venivano salvati.
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Non si può non rimanere impressionati dalla superficialità con cui vengono trattati certi argomenti e problematiche. Se uno uccide la compagna e si toglie la vita davanti ai figli, non può essere che un raptus! Se due sparano a un ragazzo che non c’entra niente, uccidendolo, è uno scambio di persona. Se il mafioso -che ha sulla coscienza decine di morti ammazzati- è in isolamento, è tortura di Stato.
Lo scorso anno 2022 in Italia i casi di omicidio volontario sono stati 309, uno ogni 200.000 abitanti. Il che ci dice che da una parte uccidere una persona da noi è più difficile di quanto si creda (a Caracas nel 2022 ne sono stati ammazzati 12.000, 1 ogni 1000 abitanti), dall’altra però ci ricorda che ognuno dei 309 uccisori è come se sommasse in sé la violenza di 200.000 persone.
Se poi, come nel caso del mafioso catturato dopo una lunga latitanza, i morti sono una ventina, è facile calcolare che lui solo ha prodotto una violenza così spaventosa che per eguagliarla ci vorrebbero 4 milioni di persone col loro quotidiano carico di litigi e conflitti. La cattiveria di pochi non si limita a ucciderne alcuni, provoca anche abissi di dolore nell’animo di troppi.
È bene che se ne ricordi chi protesta per il rispetto dei diritti di chi nella sua vita non mai ha rispettato i diritti di nessuno e chi invita a perdonare gente che non ha la minima intenzione di pentirsi del dolore provocato.
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché non ci sia violenza nelle relazioni interpersonali, nella società italiana e nel mondo.
Don’t Forget! Personaggi famosi e veri credenti
Pietro Barilla jr. (1913-1993)
Pietro Barilla Jr. (1913-1993) imprenditore illuminato tra i più importanti del XX secolo, titolare per quasi mezzo secolo della multinazionale alimentare “Barilla”, innovatore, filantropo, mecenate amico di artisti e intellettuali nacque a Parma nel 1913. Con intuito, tenacia e ottimismo ha trasformato l’azienda di famiglia nel simbolo del cibo italiano per eccellenza.
Nipote del fondatore Pietro Barilla Sr. (1845-1912) che nel settembre 1877 aprì a Parma un forno con annessa bottega e figlio di Riccardo Barilla (1880-1947) ebbe i primi incarichi nel 1934 per poi avviare nel ‘36 la prima rete commerciale. Dopo una pausa per il servizio militare e per la sua partecipazione alla campagna di Russia, prese il posto del padre alla guida dell’impresa alla sua morte nel 1947, insieme al fratello minore Gianni (1917-2004).
Nel 1950 si recò negli Stati Uniti per studiare da vicino le tecniche di marketing e si convinse di come la pubblicità e la tv fossero un mezzo determinante per l‘espansione dell’azienda. Nel 1968 fu nominato “Cavaliere del lavoro” dal Presidente G. Saragat e nello stesso anno inaugurò lo stabilimento di Pedrignano, il più grande pastificio del mondo. Nel 1989 la Barilla divenne la prima azienda alimentare d’Italia.
Dotato di particolare sensibilità culturale e artistica, ebbe come amici fra gli altri il pittore Renato Guttuso e lo scultore Pietro Cascella. Morì a 80 anni nella sua residenza di Fraore nei pressi di Parma il 16-9-1993. Ai suoi funerali partecipò una folla immensa e durante le esequie in Duomo il Vescovo Benito Cocchi disse di lui: “La città è addolorata. Sa di aver perso un vero “signore”. «Date da mangiare alle persone quello che dareste ai vostri figli».
Questa frase di Pietro Barilla rispecchia in maniera emblematica i valori fondamentali dell’imprenditore parmigiano. Di carattere aperto e cordiale, ottimista, rigoroso con sé stesso e con gli altri, aveva impostato la sua azione sul rispetto: del prodotto che tanto amava, la pasta; del consumatore; dei collaboratori; della famiglia. Aveva saputo scegliere e circondarsi di uomini e donne di altissima professionalità che contribuirono, sotto la sua guida, al successo della sua azienda.
Cosciente di questo, viveva con grande riconoscenza il rapporto con la sua città, Parma, che contribuì a far crescere sia dal punto di vista economico ma, soprattutto, culturale e sociale con una visione lungimirante e proiettata verso il futuro. Un leader carismatico in grado di indicare la strada alle future generazioni: «Tutto è fatto per il futuro. Andate avanti con coraggio», amava ripetere alla sua gente.
Uomo generoso, ha esercitato per anni la beneficienza in modo discreto e nascosto, con una carità concreta e mai paternalistica. Vero credente e praticante, Pietro ha sempre fatto della fede un punto fermo della sua vita e delle sue scelte.