Preghiera del giorno (Preghiera di un bimbo africano)
Oh Dio onnipotente, che sia santificato il tuo nome! Ti sono infinitamente grato per la vita che mi hai dato, sono molto onorato di essere tuo figlio. E con te come padre non ho paura di nessuno e di niente. Oh Dio buonissimo, l’unica cosa che ti chiedo è quella di mandarci un piccolo segnale anche per smentire tutte quelle persone che credono che ci hai abbandonato, Amen.
Daniele Comboni Vescovo (1831-1881)
fin da giovane Daniele voleva essere missionario. Ordinato nel 1854, tre anni dopo compie il suo primo viaggio in Africa che finisce in un fallimento: inesperienza, clima avverso, ostilità dei mercanti di schiavi lo costringono a tornare a Roma dove progetta un piano di evangelizzazione e mette in atto un’incisiva opera di sensibilizzazione. Fonda istituti maschili e femminili (Comboniani) e torna in Africa nel 1868 dando avvio al suo piano e dedicandosi all’educazione della gente e alla lotta contro la schiavitù. Spirito aperto e attivo, scrive opere di animazione missionaria e fonda la rivista Nigrizia. Nel 1877-78 vive coi suoi missionari la tragedia di una carestia senza precedenti. Era l’anticipazione della morte nel 1881
La Parola di Dio del giorno (Lc 11,29-32)
In quel tempo Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato nessun segno fuorché il segno di Giona. Poiché come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. La regina del sud sorgerà nel giudizio insieme con gli uomini di questa generazione e li condannerà; perché essa venne dalle estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, ben più di Salomone c’è qui. Quelli di Nìnive sorgeranno nel giudizio insieme con questa generazione e la condanneranno; perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, ben più di Giona c’è qui».
Riflessione del Giorno (Ruth Baker.1.a parte)
Chi ha visto Will Hunting – Genio ribelle conosce la famosa scena “Non è colpa tua” (se non avete visto il film non preoccupatevi, questo intenso dialogo è comprensibile lo stesso). All’inizio mette a disagio, ma quando ci si lascia andare al turbine di emozioni che attanagliano Will (Matt Damon) lo si comprende appieno. È crudo e reale. E fa male, perché parla di una situazione che abbiamo vissuto tutti: quel momento in cui la sofferenza è così forte da non permettere a nient’altro di occupare la nostra mente, il momento in cui il nostro cuore è così saturo che rilascia il dolore in qualsiasi modo, persino urlando. La verità è che nella vita non ci viene insegnato come soffrire. Non ci viene insegnato come soffrire in modo adeguato. E non ci viene neanche insegnato come guarire le nostre ferite. Non siamo creati per la sofferenza, è una tragedia che ci portiamo dalla Caduta dell’uomo. Non è nella nostra natura. E proprio come il personaggio di Will, anche noi spesso soffriamo per cose di cui non abbiamo alcuna colpa. Guarire sembra impossibile, vogliamo soltanto evitare il processo e arrivare direttamente alla parte in cui non sentiamo più alcun dolore.
Nei prossimi giorni proporremo in questo spazio
all’attenzione dei nostri lettori i 7 passi per guarire l’anima.
Intenzione del giorno
Preghiamo per tutti coloro che sono tentati di togliersi la vita per disperazione.
Don’t Forget! CURIOSITÀ STORICHE
- 10-10-1582 – Questo giorno non esiste nel calendario gregoriano: per riallineare il calendario alle stagioni, i giorni dal 5 al 14 ottobre 1582 vengono saltati.
- 1860: Un colore alla moda dell’epoca vittoriana era il verde che veniva usato per rivestire molti oggetti di uso comune. Peccato che per crearlo si usasse una velenosissima miscela di potassio e arsenico: nel 1860 si scoprì che solo in un solo cappello c’era arsenico sufficiente per avvelenare 20 persone. Secondo il British Medical Journal una donna “aveva sulla gonna veleno sufficiente per uccidere tutti gli ammiratori che avesse incontrato in una mezza dozzina di sale da ballo”.
- La Spagna è uno dei quattro paesi al mondo il cui inno nazionale non ha un testo ufficiale: gli altri tre sono la Bosnia Erzegovina, il Kosovo e S. Marino.