3 Settimana di Avvento
Aforisma del giorno di Leon Bloy
“Per l’uomo che prega molto non esistono disperazione né amara tristezza”.
Preghiera del giorno di Afraate il Siro
A tua immagine ci hai fatti, con le tue mani ci hai modellati e ciò viene dal tuo Spirito che è in noi, non essere in collera e non restare lontano.
Quando eravamo erranti, tu ci hai salvati. Quando eravamo dispersi, tu ci hai radunati. Quando eravamo nelle tenebre, tu ci hai illuminati. Quando eravamo prigionieri, tu ci hai fatto uscire. Quando eravamo schiavi, tu ci hai liberati. Quando eravamo in catene, tu ci hai sciolti.
Dal carcere profondo, tu ci hai chiamati a sperare in te, e quando eravamo peccatori, ti è piaciuto di renderci giusti. Quando non te lo chiedevamo, tu ci hai inviato il tuo Unico, ed è per il suo sangue che ci hai salvati ed è per mezzo suo che ti conosciamo.
Ci hai salvato con la sua passione, quando la nostra iniquità era grande davanti a te. Allora, mentre te lo chiediamo, mentre ti adoriamo, ringraziamo e glorifichiamo per la tua misericordia ascolta la nostra preghiera, vedi il nostro obbrobrio e sii attento alla nostra umiliazione. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Matteo 21,23-27
Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanche io vi dico con quale autorità faccio queste cose».»
Riflessione del giorno (Dietrich Bonhoeffer: La Vita Comune)
Molti cercano la comunione per paura della solitudine. Siccome non sanno più rimanere soli, sono spinti in mezzo agli uomini. Anche cristiani, che non riescono a risolvere i loro problemi, sperano di trovare aiuto dalla comunione con altri.
Di solito, poi, sono delusi e rimproverano alla comunità ciò che è colpa loro. La comunità cristiana non è una casa di cura per lo spirito…Chi non sa rimanere solo tema la comunità. Infatti egli arrecherà solo danno a sé e alla comunità.
Solo ti sei trovato di fronte a Dio quando ti ha chiamato, solo hai dovuto seguire la sua chiamata, solo hai dovuto prendere su di te la tua croce, lottare e pregare solo, e solo morrai e renderai conto a Dio.
Non puoi sfuggire a te stesso; infatti è Dio che ti ha scelto…Ma vale pure il contrario: Chi non sa vivere nella comunità si guardi dal restare solo. Tu sei stato chiamato alla comunità, la vocazione non è stata rivolta a te solo; nella comunità degli eletti porti la tua croce, lotti e preghi con loro.
Non sei solo nemmeno nella morte, e al giudizio universale sarai solo un membro della grande comunità di Gesù Cristo. Se sdegni la comunione con i fratelli rifiuti la chiamata di Gesù Cristo e la tua solitudine non può che portarti male. Ambedue le cose vanno insieme.
Solo nella comunità impariamo a vivere come si deve, e solo essendo soli impariamo a inserirci bene nella comunità. Una cosa non precede l’altra: ambedue incominciano insieme, cioè con la chiamata di Gesù Cristo.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per i bambini che hanno ricevuto la S. Lucia perché Dio benedica la loro gioia e per i loro genitori perché donino ai loro figli anche la fede e il buon esempio…
Don’t forget! Foto storiche
«Gli italiani si voltano», 1954. Fu la serie fotografica, realizzata per il rotocalco Bolero Film, che rivelò il talento di Mario De Biasi. Partendo da un’intuizione di Zavattini il fotografo bellunese seguì una giovane e sensuale Moira Orfei, attrice nonché erede della celebre dinastia circense, in giro per Milano, tra bar, negozi e fermate d’autobus e colse le reazioni dei passanti.
L’immagine divenne ben presto un’icona dell’Italia Anni 50 e nel 1994 Germano Celant la scelse come copertina del catalogo della sua mostra al Guggenheim di New York sull’arte italiana del Dopoguerra.