XXXIII Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Angelus Silesius
“So che senza di me, Dio non può un istante vivere: se io divento nulla, deve di necessità morire.”.
Preghiera del giorno dal Salmo 119,57-64 (8. parte)
La mia sorte, ho detto, Signore, è custodire le tue parole. Con tutto il cuore ti ho supplicato, fammi grazia secondo la tua promessa. Ho scrutato le mie vie, ho rivolto i miei passi verso i tuoi comandamenti. Sono pronto e non voglio tardare a custodire i tuoi decreti.
I lacci degli empi mi hanno avvinto, ma non ho dimenticato la tua legge. Nel cuore della notte mi alzo a renderti lode per i tuoi giusti decreti. Sono amico di coloro che ti sono fedeli e osservano i tuoi precetti. Del tuo amore, Signore, è piena la terra; insegnami il tuo volere.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Luca 15,1-10
Mentre Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?».
Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio».
Riflessione del giorno di S. Francesco di Sales
Bisogna aver pazienza con tutti, e innanzitutto con sé stessi. Bisogna in tutto e dovunque vivere in pace. Bisogna sopportare gli altri, ma bisogna prima sopportare sé stessi.
Bisogna fare tutto per amore e nulla per forza. Bisogna talvolta indietreggiare per saltare meglio. Bisogna sbrigarsi senza agitarsi, aver cura senza inquietudine. Bisogna aver pazienza di essere della natura umana e non dell’angelica.
Bisogna combattere il male col bene, l’asprezza con la dolcezza. Bisogna dire risolutamente e schiettamente male al male e biasimare le cose biasimevoli.
Intenzione di preghiera del giorno
Preghiamo per tutti i defunti dimenticati e per chi non hanno avuto nessuno né in vita né in morte.
Don’t Forget! Personaggi illustri e grandi cristiani
ANDRÉ-MARIE AMPÈRE (nato il 20-01-1775 e morto il 10-6-1836) scienziato francese, realizzò importanti ricerche in fisica, chimica, matematica e scienze naturali, compiendo fondamentali scoperte nel campo dell’elettrodinamica.
Apparteneva al Terz’Ordine Francescano e fu per tutta la vita un fervente cattolico. Il padre era un ricco commerciante, la madre una donna caritatevole e religiosa. Quando il giovane Ampère scoprì la sua predisposizione per la matematica, suo padre gli procurò libri più congeniali di quelli della cultura classica a cui voleva iniziarlo: così, a soli 11 anni, prese a studiare (in latino) le opere di Eulero e Bernoulli.
Don’t forget! ANDRÉ-MARIE AMPÈRE
Più tardi, nel 1805, ottenne un incarico presso l’Ecole Polytechnique di Parigi. Qui, quattro anni più tardi, ottenne la cattedra di professore di analisi matematica e il titolo onorifico di Cavaliere della Legion d’Onore. In questi anni si dedicò a studi di matematica, fisica e metafisica; pubblicò vari articoli su argomenti di geometria, chimica e zoologia.
Il suo nome resta però legato ai suoi esperimenti nel campo dell’elettromagnetismo. Il 18-9-1820, Ampère annunciò all’Accademia delle Scienze di Francia la sua scoperta: due conduttori percorsi da una corrente elettrica interagiscono tra loro, un esperimento che pose le basi dell’elettrodinamica.
Ampère continuò le sue sperimentazioni, pubblicandone i risultati nel 1822 e nel 1830 e divenendo membro dell’Accademia di Francia, delle Royal Societies di Londra ed Edimburgo, delle Accademie di Belino, Stoccolma, Bruxelles e Lisbona e di altre società scientifiche. Nel 1881, in suo onore, fu assegnato il nome di “ampere” all’unità di misura dell’intensità elettrica.
Ampère morì di polmonite a Marsiglia nel 1836, a 61 anni, ed è sepolto nel cimitero di Montmartre a Parigi. Il giudizio sulla sua vita è bene espresso dall’epitaffio che scelse per la sua tomba: Tandem felix, (“Finalmente felice”). Da cristiano convinto e praticante affermò: “Scrivi con una mano sola; con l’altra tieniti aggrappato alla veste di Dio, come un bimbo si tiene alla veste del padre! Senza questa precauzione ti sfracelleresti immancabilmente contro una roccia”.