Riflessione del giorno

Lunedì 16 ottobre 2023

By patronatoADM

October 16, 2023

 

XXVIII Settimana T. Ordinario

 

Accadde il 16 ottobre …

456 – Ricimero sconfigge l’imperatore Avito a Piacenza e diventa signore dell’Impero d’Occidente

1793 – La regina di Francia Maria Antonietta (sorella di Giuseppe II è ghigliottinata a Parigi

1813 – Gli alleati della sesta coalizione sconfiggono l’esercito di Napoleone nella battaglia di Lipsia.

1846 – L’etere è usato per la prima volta come anestetico.

1940 – Viene istituito il ghetto di Varsavia.

1943 – Ghetto di Roma: 1256 ebrei rastrellati dalla Gestapo con la collaborazione dei funzionari fascisti.

1978 – Il cardinale Karol Wojtyla viene eletto papa e assume il nome di Giovanni Paolo II.

 

Aforisma di John Henry Newman

L’utile non sempre è bene, il bene invece è sempre utile.

 

Preghiera colletta

Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio Lc 11,29-32

In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».

 

Riflessione Frammenti di vita

Alla luce di ciò che sta avvenendo in Terrasanta proponiamo alcuni passi biblici che aiutino a non reagire come tifosi da stadio di fronte a fatti così terribili. Mt 24,37: “Nei giorni prima del diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie o marito…e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e li travolse tutti”.  1 Tess. 5,3.6: “Quando si dirà: «Pace e sicurezza», allora d’improvviso li colpirà la rovina, come le doglie una donna incinta; e nessuno scamperà.

Non dormiamo dunque, ma restiamo svegli e siamo sobri”. Luca 13,1-9: “Riferirono a Gesù di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici…Gesù rispose: “Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo”. Ap. 16,8-9: “Gli uomini bruciarono per il terribile calore e bestemmiarono il nome di Dio, invece di ravvedersi”.

Apocalisse 6-7 descrive ciò che avviene all’apertura dei primi sei sigilli: guerra, carestia, morte, sterminio di innocenti e visione della gloria divina. Fino a quando viene aperto l’ultimo sigillo: “Quando l’Agnello aprì il 7° sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora” (Ap. 8,1). Vigilare, meditare, pregare, cambiar vita, far silenzio. A chi non è direttamente coinvolto nel dramma in atto, consigliamo di fare almeno queste cose.   

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché cessi l’escalation di violenza in Medio Oriente che minaccia di diventare fuori controllo e di travolgere altri paesi e raccomandiamo le vittime alla pietà divina.

 

Don’t Forget! Grandi Personaggi credenti

BORIS PASTERNAK

SCRITTORE RUSSO 1890-1960

Boris Pasternak, uno dei più grandi poeti e scrittori della letteratura russa ed europea del Novecento, nacque a Mosca il 10-2-1890 da una famiglia di intellettuali di origine ebrea provenienti da Odessa. Il padre Leonid era pittore impressionista, la madre Rozalija Kaufman una pianista. Erano amici di Lev Tolstòj, Rainer Maria Rilke e del musicista Skrjabin.

Pasternak studiò composizione al conservatorio, poi nel 1912 scelse di andare a Marburgo per seguire le lezioni di filosofia di Hermann Cohen. Conseguita la laurea in filosofia, lavorò come precettore privato, frequentando i circoli e i gruppi letterari del tempo. Il suo esordio come poeta avvenne in un gruppo cubo-futurista, ma le sue prime raccolte di poesie, lontane dagli estremismi verbali dell’avanguardia ufficiale, furono quasi completamente ignorate dalla critica.

Quando iniziò la Rivoluzione di Ottobre, Pasternak si trovava a Mosca: non si oppose, ma continuò a cantare la natura, le stelle e la pioggia e quando affrontò i temi della rivoluzione, lo fece sempre attraverso la lontananza. Nell’agosto 1934 nel Congresso degli scrittori sovietici, il rivoluzionario Bukarin, poi fucilato nel 1938, indicò Pasternak come il più grande poeta sovietico vivente. Ma poco dopo iniziarono le purghe: centinaia di artisti e intellettuali scomparirono, ma Pasternak si salvò.

In generale Pasternak mostrò un atteggiamento “amletico” nei confronti del suo paese, non esplicitando mai né un esplicito assenso né un manifesto dissenso. Tra il 1946 e il 1956 lavorò a Il dottor Živago, il suo capolavoro la cui pubblicazione inizialmente non fu autorizzata perché giudicata ostile all’URSS. Il libro apparve in Italia nel 1957: fu pubblicato da Feltrinelli, nonostante le pressioni dell’URSS e dal Partito Comunista Italiano per bloccarlo.

Il romanzo, da cui poi venne tratto un celebre film con Omar Sharif, Julie Christie e Geraldine Chaplin, affronta il problema della solitudine dell’intellettuale di fronte alla violenza della storia, racconta la Russia della Prima guerra mondiale, la Rivoluzione del 1917, le trasformazioni sociali e un amore impossibile. Il 10-12-1958 a Stoccolma alla cerimonia della consegna del premio Nobel erano presenti tutti i vincitori tranne uno, Boris Pasternak il quale dopo aver ricevuto il 23 ottobre la notizia del premio, aveva telegrafato alla segreteria del Nobel: «Immensamente grato, commosso orgoglioso, meravigliato, confuso. Pasternak».

Ma rinunciò allo steso premio dopo che la stampa sovietica lo attaccò giudicandolo “un traditore”, Radio Mosca lo definì “una pecora rognosa”, il ministero per la Sicurezza dello Stato lo minacciò e il 27 ottobre l’Unione degli scrittori sovietici lo espulse. Pasternak morì di cancro, isolato e osteggiato dalla madre Russia nel 1960.