Riflessione del giorno

lunedì 19 agosto ’19

By Patronato S. Vincenzo

August 19, 2019

 

Proverbio del Giorno

«La porta meglio chiusa è quella che si può lasciare aperta (Cina)»

Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera)

O Dio della vita, che in questo giorno santo ci fai tuoi amici e commensali, guarda la tua Chiesa che canta nel tempo la beata speranza della risurrezione finale, e donaci la certezza di partecipare al festoso banchetto del tuo regno. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Ludovico di Angiò Vescovo Figlio di Carlo d’Angiò, re di Napoli, da ragazzo fu condotto prigioniero presso il re di Aragona dove conobbe i Francescani. Riacquistata la libertà, rinunciò al trono e venne ordinato sacerdote nel 1296, a 22 anni e vescovo della diocesi di Tolosa, dove improntò la vita alle regole della povertà francescana. Predilesse i poveri, i malati, i giudei vittime di persecuzione e i carcerati ai quali si recava a far visita. Ludovico venne elevato agli onori degli altari nel 1318, presenti la madre e il fratello Roberto.

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 19,16-22

Un tale si avvicinò a Gesù e disse: «Maestro, cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Egli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Egli chiese: «Quali?». Gesù rispose: «Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso». Il giovane disse: «Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze

 

Riflessione Per Il Giorno (frammenti di vita)

Il semaforo segna giallo e l’auto prima accelera, poi frena d’improvviso fermandosi oltre la linea dello stop: alla guida c’è una giovane donna e sul sedile posteriore un bimbo, suo figlio probabilmente. Un ragazzo in motorino sorpassa tutti e si piazza davanti all’auto: nonostante casco e occhiali scuri, si indovina un’età di 15/16 anni. Il tipo si volta e comincia a inveire contro la signora colpevole –a quel che si può intuire- non solo di aver oltrepassato lo stop e bloccato il traffico, ma soprattutto di aver obbligato “lui” a fermarsi al giallo! L’aggressione dura poco più di un minuto, ma è violenta: dopo aver rovesciato sulla poveretta una cascata di epiteti irriferibili, quel campione di maleducazione si esibisce in una sequenza di gesti volgari che suscita l’indignazione degli altri automobilisti: qualcuno suona il clacson, ricevendo in cambio la sua razione di insulti. La donna in macchina si limita a chiudere i finestrini, ad alzare il volume della radio e a voltarsi verso il figlio perché non veda come è trattata sua madre. Scatta il verde e il bullo fila via come un fulmine. Anzi, come un coniglio

 

Intenzione del giorno

Preghiamo perché sorgano nel nostro mondo così confuso coraggiosi testimoni della verità.

Don’t forget: 100 immagini che hanno cambiato il mondo

ASSALTO AL PALAZZO D’INVERNO – 24-25 OTTOBRE – PIETROGRADO – RUSSIA

I colpi di cannone dell’incrociatore Aurora riecheggiano nell’aria. E’ il segnale: una schiera di Guardie Rosse compatte e determinate avanza verso il Palazzo d’Inverno di Pietrogrado per dare alla Russia un nuovo volto. All’interno dell’edificio i ministri di quello che resta del governo provvisorio di Kerenskij attendono solo di conoscere la propria sorte. E’ la massa delle guardie a dominare la scena di quella che non è una fotografia, ma solo un fotogramma del film “Ottobre” diretto nel 1927 da Sergej Ejzenstein per celebrare la rivoluzione del 1917. La pellicola fu proiettata nel gennaio del 1928 a Leningrado (nuovo nome della città) e da allora questa è diventata l’icona ufficiale della presa del palazzo. A favorire il radicamento della scena nell’immaginario collettivo è la sua efficacia didascalica: alla staticità dell’edificio del fondo fa da contrasto il dinamismo delle persone in primo piano che sembrano convergere in un unico punto componendo una sorta di freccia. Il regista riesce a far sì che l’intero proletariato si identifichi in questa avanguardia che spodesta il governo borghese di Kerenskij e prenda possesso della dimora degli Zar che hanno affamato il popolo e trascinato il paese nella 1.a guerra mondiale. Ma il futuro non sarà così radioso come le immagini fanno pensare.

 

 

 

i borghi d’Italia – Cefalù