Riflessione del giorno

Lunedì 19 febbraio 2024

By patronatoADM

February 19, 2024

 

VI Settimana Tempo ordinario

 

Accadde il 19 febbraio…

356 – L’imperatore romano Costanzo II (337-‘61) decreta la chiusura dei templi pagani nell’impero.

1861 – In Russia viene abolita la servitù della gleba

1937 – Strage di Addis Abeba: è la rappresaglia italiana in seguito all’attentato a Graziani

1986 – L’Unione Sovietica lancia la stazione spaziale Mir.

2018 – In Nigeria 111 studentesse sono sequestrate da Boko Haram; verranno rilasciate il 21 marzo

 

Aforisma S. Francesco d’Assisi

Tutta l’oscurità del mondo non può spegnere la luce di una singola candela.

 

Preghiera

Convertici a te, o Dio, nostra salvezza, e formaci alla scuola della tua sapienza, perché l’impegno quaresimale porti frutto nella nostra vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di dio Matteo 25,31-46

Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.

Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.

Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».

 

Riflessione frammenti di vita

Quando da piccoli si era smascherati dopo una bugia, gli adulti ci minacciavano ammonendo che “le bugie fanno allungare il naso”, “accorciare le gambe” e via dicendo. Forse esageravano, anche perché allora era facile coglierci in fallo: diventavamo subito rossi dalla vergogna! Che oggi tutto sia più complesso, si intuisce dal fatto che i bimbi moderni non arrossiscono più, forse perché i loro genitori credono a ogni loro parola in modo totale e incondizionato, senza metterle alla prova come purtroppo (anzi, per fortuna) facevano con noi i nostri genitori.

Sarà per questo che oggi non solo è sempre più difficile distinguere la verità dalle bugie, ma è anche più diffuso l’uso cinico e strumentale della menzogna, anzi della calunnia (“calunniate, calunniate…qualcosa resterà” diceva un filosofo) come nel caso vergognoso del povero dissidente russo trovato morto in carcere. Che da un potere dittatoriale non ci si possa aspettare altro che menzogne, è vero, ma è triste.

Il problema però sono quelli disposti a difendere i tiranni anche a costo di mentire spudoratamente. Fanno pensare ai genitori di quella scuola che avendo ricevuto in dono un orso siberiano imbalsamato avevano insistito che non si dicesse agli alunni che l’animale era stato ucciso. Il preside così aveva rassicurato grandi e piccini spiegando che il povero orso si era beccato la polmonite ed era morto.

 

Intenzione di preghiera

Perché come Gesù nel deserto, impariamo a vincere le tentazioni attraverso la pratica della preghiera, della penitenza e della carità.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

PAUL CÉZANNE:

LA MAISON DU PENDU, AUVERS-SUR-OISE   

1874 – olio su tela – 55 x 66 cm – Museo d’Orsay – Parigi

Paul Cézanne (1839-1906) un protagonista del Post-impressionismo europeo, è ritenuto dalla critica il padre della pittura moderna. A differenza dei suoi colleghi che si immersero nella vivacità parigina, Cézanne scelse di isolarsi nella sua Provenza dove, tra disagi e turbamenti interiori, fu l’autore di una rivoluzione pittorica che pose le basi per le sperimentazioni artistiche successive. L’opera intitolata “La casa dell’impiccato, Auvers-Sur-Oise, raffigura uno scorcio dell’omonimo paese, incastonato fra le due grandi case campestri in primo piano.

Dal punto di vista contenutistico l’opera si configura come un semplice dipinto di tema paesaggistico: in primo piano c’è un sentiero delimitato da un muricciolo e abbarbicato su un declivio scosceso, che conduce lo sguardo dell’osservatore verso alcuni caseggiati di Auvers, fiancheggiati da un colle verdeggiante e dagli scheletri nudi di alcuni alberi che divampano verso il cielo. In fondo, infine, si dipana una vallata che, perdendo di intensità, si fa quasi celeste congiungendosi con l’orizzonte, accarezzato da una calda luce pomeridiana.

La composizione della tela è complessa. Possiamo notare molti assi forti a partire da un punto centrale: una strada che sale verso la sinistra; un’altra che scende verso la parte centrale del quadro; una scarpata che forma una curva che sbuca verso destra; i rami degli alberi si innalzano obliquamente verso l’alto. I piani si uniscono in modo molto ravvicinato.

Lo spessore della pennellata granulosa sembra “costruire” il quadro. L’assenza di personaggi, la vegetazione immobile, austera, le tonalità fredde contribuiscono a creare un forte sentimento di solitudine. Questo quadro, tuttavia, benché non abbia convinto la critica, è anche la prima opera che Cézanne riuscirà a vendere ad un collezionista.