XXV Settimana tempo ordinario
Aforisma del giorno di Oscar Wilde
«Sii te stesso, tutto il resto è già stato preso».
Preghiera del giorno Prima del Lavoro
O Padre, fa’ che il lavoro di quest’oggi sia un atto di amore per te, per la mia famiglia e per il mondo. Aiutami a viverlo con gioia come collaborazione alla tua opera, come realizzazione di me stesso e come cammino di liberazione dell’umanità.
Accetto la sofferenza che esso comporta in partecipazione alla croce di Gesù. Raccomando al tuo cuore di Padre i disoccupati, i poveri, gli infortunati. Concedi ai lavoratori che il loro sforzo per realizzare un mondo più giusto e fraterno sia animato dal tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Luca 8,16-18
Gesù disse alla folla: «Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Riflessione del giorno – Frammenti di vita
Nella mensa che distribuisce centinaia di pasti gratuiti ai poveri, un giovane in prova viene incaricato di mettere ordine nel deposito alimenti, in vista della sua possibile assunzione. Il ragazzo è sveglio e impara rapidamente a ordinare gli scatoloni per contenuto, a esporre sugli scaffali i prodotti più necessari, a separare le merci prossime alla scadenza dalle altre, a mettere in frigo gli alimenti deperibili.
Il deposito non è mai stato così ordinato e pulito con soddisfazione del responsabile che insiste: “Questo non dobbiamo farcelo scappare”. Finché accade l’irreparabile. Una ditta offre a prezzo super scontato due bancali di pasta fresca e l’addetto al magazzino ordina al giovane: “Depositala lì intanto, lunedì la sistemerai”.
Era sabato infatti e lui aveva fretta di andarsene. Il lunedì, quando il responsabile della mensa scopri che la pasta lasciata fuori dalla cella frigorifera era andata a male, se la prese con il ragazzo: “A questo punto l’assunzione te la scordi”. Solo dopo che andò in pensione si scoprì che a provocare il guaio era stato l’addetto del deposito, uno sfaticato che, invidioso del ragazzo, aveva insistito con lui perché lasciasse i prodotti deperibili fuori dal frigo col risultato che sappiamo.
L’episodio risale a vari anni fa, ma fa capire quel che accade quando due vizi capitali come l’invidia e l’accidia si combinano in una stessa persona.
Intenzione di preghiera per il giorno
Perché non ci lasciamo dominare dai vizi che di sicuro rovinano la nostra vita, ma possono anche rovinare quella del nostro prossimo.
Don’t Forget! Vite straordinarie
HENRY GRAHAM GREENE 1904-1991
Dopo la pubblicazione del suo primo romanzo “The man within” (L’uomo dentro di me) proseguì la carriera giornalistica col “Times” del quale diventerà vicedirettore fino al 1930. Nei 5 anni seguenti Greene si dedicò a tempo pieno alla narrativa arrivando a pubblicare un libro all’anno. Nel 1935 tornò nel mondo del giornalismo come critico cinematografico per lo “Spectator”.
Allo scoppio della 2.a guerra mondiale Greene lavorava in Africa per il “Secret Intelligence Service”: lì scrisse alcuni libri di viaggio ma soprattutto l’opera considerata il suo capolavoro: “Il nocciolo della questione”. Graham Greene è uno degli autori del XX secolo a cui più spesso il cinema ha fatto ricorso: sono 50 i film tratti da suoi romanzi, racconti o commedie, e dei quali lo stesso Greene ha spesso curato personalmente la sceneggiatura.
Tra i film di successo tratti dai suoi romanzi si ricordano “Il terzo uomo” (1949, con Orson Welles), “Il nostro agente all’Avana” (1959, con Alec Guinness), “I commedianti” (1967, con Richard Burton, Elizabeth Taylor, Alec Guinness e Peter Ustinov), “Il console onorario” (1983, con Richard Gere e Michael Caine). La sceneggiatura di “Idolo infranto” è presente nelle nomination all’Oscar nel 1950.
Nel 1954 fu corrispondente di guerra in Indocina per il “New Republic”; in seguito e fino alla sua morte, alternò la propria attività scrivendo in qualità di saggista, autore teatrale e sceneggiatore cinematografico.
G. Greene morì in Svizzera, nella sua casa di Corseaux sur Vevey, sul Lago di Ginevra, il 3 aprile 1991. Si potrebbe dire di lui quello che scrisse un altro grande inglese convertito il Card. Newman: “Se la poesia deve servire allo studio della natura umana, non si pretenda una letteratura cristiana. È un controsenso, infatti, voler ritrarre un’umanità peccatrice in una letteratura scevra di peccato.
Si può forse mettere insieme qualcosa di molto grande e sublime, più sublime di quanto sia mai stata la poesia: ma se la si esamina ben bene ci si accorgerà che poesia non lo è affatto». Cattolico inquieto e urticante, Greene, a venti anni dalla morte, è ancora oggi un grande e prolifico cantastorie, “colpevole” soltanto di aver regalato infinite ore di felicità ai suoi milioni di lettori, cosa che di solito i critici letterari non perdonano agli scrittori.