XX settimana Tempo Ordinario
Aforisma di S. Pio X
“Dove è assente Dio, la giustizia è esiliata”.
Preghiera
O Dio, che per difendere la fede cattolica e ristabilire ogni cosa in Cristo hai colmato di celeste sapienza e di apostolica fortezza il santo papa Pio X, fa’ che, seguendo il suo insegnamento e il suo esempio, giungiamo al premio eterno. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Matteo 19,16-22
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?».
Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!». Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Riflessione Frammenti di vita
Il suo sogno è da sempre l’America: ma il suo american dream si è trasformato in incubo. Ha cominciato con la lotteria per la “green card” cioè il visto di residenza negli USA: lotteria fallita. Allora ha inviato agli uffici competenti il curriculum di lavoratore straniero, rispedito però al mittente per mancanza di qualifiche.
Non domo, ha cercato di ottenere il visto turistico negli States: ma quando gli han chiesto l’estratto conto della banca mica poteva dire di avere sul c/c 1.000 euro! Poi ha scoperto che avrebbe potuto ottenere dalle università americane la scholarship (=borsa di studio) per completare gli studi interrotti in Africa e ha presentato il diploma universitario.
Il documento era in regola, meno per due piccoli, ma decisivi dettagli: il nome sul diploma non era il suo e secondo la data lui avrebbe frequentato l’ateneo africano all’età di 12 anni. Messo alle strette, affermò che bastava la sfocata foto del diploma a certificare che si trattava di lui. A questo punto sparì per riapparire dopo vari mesi: raccontò di essere volato in Brasile determinato a raggiungere gli Usa anche a piedi.
Ma in aeroporto, esaminati i documenti, lo avevano chiuso in carcere per tre mesi e poi lo avevano rispedito in Italia. Un’odissea moderna la sua, ma a differenza di Ulisse, la meta sognata non l’ha raggiunta. Non ancora almeno, ma per il futuro chissà…
Intenzione di Preghiera
Perché Dio ci doni la forza di credere anche quando tutto sembra cospirare contro di noi e i nostri sogni più belli e alti
Don’t Forget! Grandi personaggi e veri credenti
Fino ai giorni nostri Schebesta, insieme con il britannico Evans, è considerato l’autorità più prestigiosa sui Semang per l’inestimabile quantità e qualità del materiale di fonte etnografica raccolto. Schebesta infatti visse coi Semang e apprese la lingua Jahay-Semang penetrando a tal punto in quella cultura che, fino ad oggi non si può fare a meno di utilizzare le sue opere, pietre miliari in questo ambito di studi. Le sue principali ricerche sul campo si snodarono tra il 1924 ed 1950. Nel 1924 Schebesta organizzò una spedizione fra i Semang della penisola malese con i quali condivise la vita nella foresta pluviale. Nel 1929/30 e nel 1934/35 intraprese due spedizioni tra i pigmei dell’Africa Centrale studiando con grande passione, intrisa di humanitas cristiana, il modo di vivere e le lingue di tali popolazioni. Nel 1938/39 viaggiò nelle Filippine per studiare i Negritos, intraprendendo anche il suo secondo viaggio di studio tra i Semang della penisola malese.
Nel 1949/50 e nel 1954/55 realizzò il terzo ed il quarto viaggio di studio tra i Pigmei del Congo. Tali popolazioni della foresta pluviale centro-africana sono state molto care a Schebesta, perché vi rinvenne coincidenze significative tra il Dio celeste, entità religiosa suprema dei Pigmei e il Dio della Bibbia. Nella sua attività di ricerca, per lui importante fu aiutare tali popoli ad accedere al grande sviluppo tecnologico e scientifico dell’Occidente, senza restarne stritolati, e nel tentativo di fare ciò egli si premurò di fare tesoro dell’inculturazione che è «l’incarnazione del Vangelo nelle culture autoctone ed insieme l’introduzione di esse nella vita della Chiesa» (Giovanni Paolo II).
A Schebesta fu attribuito da quelle popolazioni il titolo onorifico di “Baba wa bambuti” (padre dei Pigmei); purtroppo le rivoluzioni politiche in Africa Centrale fecero fallire i suoi progetti, in particolare quelli finalizzati ad offrire aiuti concreti per preservare l’integrità, la salute e la cultura di tali esseri umani, veri e propri sopravvissuti delle epoche preistoriche. Tra una spedizione e l’altra, Paul Schebesta fu professore di Antropologia, Scienza delle Religioni e Linguistica nel Seminario Missionario St. Gabriel e presso la Hochschule für Welthandel di Vienna, pubblicando i suoi molti lavori scientifici. Morì nel 1967 a Mödling in Austria. Come docente Schebesta aveva compreso la maniera di trasmettere ai suoi allievi l’amore per la conoscenza nonché la sua elevata stima per i popoli stranieri e per le altre razze. Il suo principio fondante nella vita fu sempre quello di cercare e vedere Dio nell’essere umano.