Riflessione del giorno

Lunedì 21 novembre 2022

By patronatoADM

November 21, 2022

 

XXXIV Settimana tempo ordinario

 

Aforisma del giorno di Etty Hillesum

“E se Dio non mi aiuterà più, allora sarò io ad aiutare Dio”.

 

Preghiera del giorno dal Salmo 119,105-112 (14. parte)

La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero. Ho giurato, e lo manterrò, di osservare i tuoi giusti giudizi. Io sono molto afflitto; Signore, rinnova la mia vita secondo la tua parola.

Signore, gradisci le offerte volontarie delle mie labbra e insegnami i tuoi giudizi. La mia vita è sempre in pericolo, ma io non dimentico la tua legge. Gli empi mi hanno teso dei lacci, ma io non mi sono allontanato dai tuoi precetti.

Le tue testimonianze sono la mia eredità per sempre, esse sono la gioia del mio cuore. Ho messo il mio impegno a praticare i tuoi statuti, sempre, sino alla fine.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 21,1-4

In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti.

Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».».

 

Riflessione del giorno di Mons. Ravasi – Mattutino

Il celebre medico Hassan Tabib si era ritirato in una grotta a vita eremitica. Un giorno il sultano si ammalò e i medici non sapevano come curarlo. Allora egli inviò il suo vizir da Hassan. Lo incontrò mentre stava preparando un misero pranzo di erbe. Lo supplicò ma quegli rispose: «Da anni ho scelto la solitudine e con regge e regnanti, poi, non ho mai avuto a che fare».

Il vizir insistette e, alla fine, sbottò: «Se tu fossi al servizio del sultano, non saresti obbligato a mangiare erba come un somaro!». L’eremita replicò: «Se tu mangiassi erba come me, non dovresti piegare il collo come un somaro al servizio del sultano!». Ecco un illuminante apologo arabo di Mohammed ‘Oufi, autore della tradizione mistica musulmana, sulla libertà interiore vissuta da chi non si consuma nella smania di possesso, di successo, di onori e carriera.

È questo un dono profondo che è sempre meno capito in una società che assegna il primo posto all’affermazione di sé, alla stima altrui, alla venerazione di chi è ricco e potente, all’acclamazione, al benessere più sfacciato. Quel medico musulmano, divenuto eremita, aveva capito, invece, anche senza conoscerla, la lezione di Gesù a Marta: «Una sola è la cosa di cui c’è bisogno» in modo assoluto ed è l’ascolto, la quiete interiore, la pace e la libertà dello spirito.

Ed è proprio lo stress, come lo sono i compromessi con la coscienza, le umiliazioni da sopportare, il «piegare il collo come un somaro», a testimoniare l’alto prezzo da pagare per un successo transitorio. «Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia”». Tutto il resto seguirà.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo per tutti gli uomini e donne consacrati che oggi celebrano la loro festa.

 

Don’t Forget! Personaggi illustri e grandi cristiani

Giovanni Prodi fu un maestro di fede, teso alla ricerca della verità scientifica con tenacia, ma anche aperto alla contemplazione del mistero di ogni bellezza, a cominciare dalla sua amata matematica. Dal suo lavoro di ricerca, Prodi ha tratto importanti riflessioni sui rapporti fra Scienza e Fede. Infatti aveva riunito un gruppo per incontri periodici di scienziati, filosofi e teologi, alla ricerca di una sintesi nuova fra il loro impegno scientifico e il loro credo religioso.

Ma il forte coinvolgimento intellettuale e scientifico di Giovanni Prodi si è speso anche nella divulgazione, didattica e impegno educativo, affrontando, nelle amministrazioni delle città in cui ha vissuto, responsabilità di governo nell’ambito delle istituzioni per le politiche scolastiche. Durante la sua vita, Giovanni Prodi ha messo in luce le virtù della pazienza, della dignità e della fede conservando fino all’ultimo momento la benevolenza, ironia e saggezza propri della sua personalità.

Uomo di acuta intelligenza, aperta ai più diversi interessi scientifici e umani, era sempre disponibile a parlare con gli studenti delle materie di studio come di tanti altri argomenti. Il suo rigore non gli impedì di spendersi generosamente nella società e nella vita politica, alle quali era interessato, accettando incarichi pubblici legati alla cultura e alla scuola, sia a Trieste che a Pisa. Fra i suoi scritti più noti, Analisi Matematica (Boringhieri, Torino 1972) e Metodi matematici e statistici (1992).

A motivo del suo lavoro nel campo della Matematica, ricevette nel 2001 la laurea honoris causa in Scienze della Formazione Primaria dall’Università di Palermo. In un suo libro, il matematico A. Ambrosetti si riferisce a Giovanni Prodi ed Ennio De Giorgi in questi termini: «Questi due matematici possono essere visti come esempi paradigmatici di grandi scienziati cristiani in cui Matematica e fede in Dio hanno convissuto in modo straordinario». Come testimoniato dal collega e amico A. Marino in occasione della sua scomparsa Giovanni Prodi aveva attorno a sé numerosi e affezionatissimi allievi.

Come avviene con i veri maestri, si era creato attorno a lui un ambiente nel quale i rapporti scientifici e quelli umani si intrecciavano e rinsaldavano a vicenda. Come disse concludendo un suo intervento su scienza e fede del 1981: ” … non posso pensare che la scienza crei il minimo disturbo alla fede, e nemmeno che la scienza faccia da propagandista per la fede.

Il mio punto di vista è un altro: ammettiamo che ci sia già la fede, o almeno quello stato di ricerca della fede che è forse più diffuso di quanto possa apparire. Allora, se è vero, come dice il salmo 18 che ‘i cieli narrano la gloria di Dio’, è anche vero che la scienza di oggi apre altri cieli alla nostra meditazione. È’ forse venuto il momento in cui il credente possa trovare nella meditazione sapienziale sulla scienza un modo di lodare Dio e di aumentare il desiderio di possederlo“.