4 settimana di Quaresima
Aforisma del giorno di Gandhi
Imparare che nella battaglia della vita si può vincere l’odio con l’amore, la menzogna con la verità, la violenza con l’abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nella educazione dei bimbi.
Preghiera del giorno
Signore, i nostri egoismi e le nostre debolezze ci portano tutti i giorni ad avere tensioni e rancori verso coloro che ci stanno vicini. Aiutaci, con la Tua Parola, a vivere appieno la beatitudine del perdono verso i nostri fratelli, così come Tu hai perdonato noi. Insegnaci la gioia di perdonare gli altri, con un cuore puro e gentile. Così da poter anche noi godere del Tuo caritatevole perdono. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Giovanni 4,43-54
Gesù partì dalla Samaria per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafarnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio.
Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò in Galilea.
Riflessione del giorno (da Aletheia cattolica)
Rostyslav Dudarenko, sacerdote della Chiesa Ortodossa Russa in Ucraina, stava assistendo i volontari civili che presidiavano un posto di blocco all’ingresso del paese quando è stato ucciso il 5 marzo. Era il parroco di Yasnohorodka, a 40 chilometri a ovest della capitale Kiev.
Lui e una dozzina di altri che controllavano le automobili che si dirigevano al villaggio hanno saputo che tre carri armati russi erano entrati in paese. Un testimone oculare ha riferito alla BBC che il gruppo di volontari ha lasciato il checkpoint per nascondersi nel bosco, pronto ad affrontare i carri armati se fosse stato necessario.
Mentre si avvicinavano al checkpoint, le truppe russe hanno iniziato a “sparare in tutte le direzioni”, ha affermato il testimone oculare. “Quando si sono resi conto che ci stavamo nascondendo, sono usciti dalla strada per rincorrerci con i carri armati”.
Il testimone ha affermato che quando i carri armati sono tornati sulla strada, il sacerdote, indossando abiti civili, è uscito allo scoperto. “Ho visto Rostyslav alzare la croce sulla testa, uscire dal suo nascondiglio, gridare qualcosa e camminare verso di loro”, ha dichiarato. “Forse voleva fermarli. Ho provato a chiamarlo”. Poi sono stati esplosi dei colpi nella sua direzione: “Il Padre ha fatto solo un paio di passi ed è caduto”.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), sostiene che dall’inizio dell’invasione in Ucraina sono stati uccisi 1.035 civili, mentre altri 1.650 sono rimasti feriti. Tra le vittime ci sono almeno 90 bambini (al 24 marzo). La parte ucraina fornisce tuttavia stime più alte, ritenendo che solo a Mariupol siano morti più di 3.000 abitanti, inclusi circa 300 che avevano cercato rifugio nel Teatro.
Il 16 marzo, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia ha dichiarato illegale l’aggressione russa contro l’Ucraina, e ne ha chiesto la fine immediata. Presso la Corte Penale Internazionale pende un’accusa di crimini di guerra nei confronti della Russia.
Intenzione di preghiera per il giorno
Preghiamo per Padre Rostyslav Dudarenko e per tutte le vittime della violenza in atto in Ucraina e in molte parti del mondo.
Don’t forget! Anno di S. Giuseppe