Iniziamo la Giornata Pregando
Signore, i nostri egoismi e le nostre debolezze ci portano tutti i giorni ad avere tensioni e rancori verso coloro che ci stanno vicini. Aiutaci, con la Tua Parola, a vivere appieno la beatitudine del perdono verso i nostri fratelli, cosi come Tu hai perdonato noi. Insegnaci la gioia di perdonare gli altri, con un cuore puro e gentile. Così da poter anche noi godere del Tuo caritatevole perdono.
AUGUSTO CHAPDELAINE
Nacque a La Rochelle in Francia nel 1814; frequentò il Seminario e fu ordinato prete nel 1843 e divenne parroco del villaggio di Boucey. Nel 1851 passò al noviziato dell’Istituto delle missioni estere di Parigi e nel 1852 s’imbarcò per la Cina: si fermò vicino alla frontiera, per ambientarsi, imparare la lingua e aspettare il momento propizio. Nel 1855 poté entrare nello Kuang-Si, dove percorse il territorio in lungo e in largo, moltiplicando i neofiti. Un certo Pé-San però, avendo saputo che una donna da lui sedotta, si era convertita al cristianesimo, lo denunciò al mandarino di Sy-Lin-Hien, acerrimo nemico dei cristiani, accusandolo di sobillare il popolo e fomentare disordini. Il 25-02-1856 padre Chapdelaine fu fatto prigioniero, interrogato, torturato e condannato. Morì martire il 29 febbraio.
Ascoltiamo la Parola di Dio (Lc 4,24-30)
Giunto Gesù a Nazareth, disse al popolo radunato nella sinagoga: «In verità vi dico: nessun profeta è bene accetto in patria. Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Zarepta di Sidone. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
Riflessione per il giorno (dal diario di Etty Hillesum)
“Stamattina pedalavo lungo lo Stadionkade e mi godevo l’ampio cielo…, respiravo la fresca aria non razionata. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano le strade per la campagna. Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono davvero farci niente. Possono renderci la vita un po’ spiacevole, privarci di qualche bene materiale o di un po’ di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: col nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, col nostro odio e con la millanteria che maschera la paura. Certo che ogni tanto si può essere tristi e abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera. I cieli si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile, ma non è grave. Dobbiamo cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà allora da sé: e “lavorare a se stessi” non è proprio una forma d’individualismo malaticcio. Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso, se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione. Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo nell’anno del Signore 1942, ennesimo anno di guerra.”
Intenzione del giorno
Preghiamo per le opportunità di dialogo e discernimento tra fede cristiana e popoli d’Asia.
DON’T FORGET
L’anno bisestile è un anno in cui avviene l’intercalazione di un giorno aggiuntivo, accorgimento utilizzato in quasi tutti i calendari solari per evitare lo slittamento delle stagioni: ogni 4 anni infatti questi accumulerebbero un giorno in più di ritardo. Per correggere questo slittamento, agli anni “normali” di 365 giorni si intercalano i “bisestili” di 366: il giorno in più viene inserito nel mese di febbraio, che negli anni bisestili conta 29 giorni anziché 28.