Riflessione del giorno

Lunedì 3 febbraio 2025

By Patronato S. Vincenzo

February 03, 2025

 

IV Settimana Tempo Ordinario

 

Avvenne il 3 febbraio…

1783 – Guerra d’indipendenza: la Spagna riconosce l’indipendenza di Stati Uniti d’America

1871 – La capitale d’Italia viene trasferita da Firenze a Roma

1962 – Il presidente americano John Fitzgerald Kennedy stabilisce l’embargo contro Cuba

1985 – Desmond Tutu diventa il primo vescovo anglicano nero di Johannesburg

1991 – Si scioglie il Partito Comunista Italiano, dividendosi in Partito Democratico della Sinistra e Partito di Rifondazione Comunista

1998 – Incidente Cermis: aereo militare USA al comando del cap. Richard Ashby partito da Aviano, trancia il cavo della funivia del Cermis in Val di Fiemme; morti 19 passeggeri e manovratore

 

Aforisma dal libro del Siracide

“Come l’acqua spegne un fuoco acceso, così l’elemosina espia i peccati. Chi ricambia il bene provvede all’avvenire, al momento della sua caduta troverà un sostegno.”

 

Preghiera

Signore Dio nostro, concedi a noi tuoi fedeli di adorarti con tutta l’anima e di amare tutti gli uomini con la carità di Cristo. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Marco 5,1-20

n quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Geraseni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo.

Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!».

E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».

Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura.

Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te».

Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decapoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati».

 

Riflessione Da “Frammenti di vita”

Che le parole più attese nella vita di una persona siano le prime è indubbio, ma che le più importanti siano le ultime, è fuori discussione. A questo proposito un anziano sacerdote mi raccontò che gli era capitato di essere stato chiamato lo stesso giorno al capezzale di due malati terminali che capivano sì, ma non parlavano più.

Al primo, dopo avergli amministrato l’unzione degli infermi, chiese con insistenza di dire qualcosa e l’uomo sussurrò: “Padre nostro che sei nei cieli…” per spirare quasi subito. Recatosi a casa dell’altro, i familiari gli dissero che si era chiuso in un mutismo ostinato e che si limitasse a dargli una benedizione visto che mal sopportava “il fumo delle candele”.

Ma, forte della precedente esperienza, il giovane prete insistette col malato affinché dicesse qualcosa, qualsiasi cosa. L’altro facendo uno sforzo, esplose in una bestemmia, poi si chiuse di nuovo nel suo mutismo e morì giorni dopo: quell’imprecazione era stata il suo ultimo messaggio.

Allora mi ricordai di quel che era capitato a me: chiamato a dare l’olio santo a un tipo dal carattere scontroso e dai modi scorbutici, me ne guardai bene dal chiedergli di parlare e mi limitai a fare quanto mi era stato chiesto. Alla fine con grande stupore mio e dei presenti l’anziano mi prese le mani, le baciò e disse “Grazie.” Fu la sua ultima parola. E compresi che le parole finali non chiudono la vita, ma la rivelano.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo in questa settimana dedicata a don Bosco e a don Bepo perché Dio protegga il Patronato S. Vincenzo e tutte le persone che ne fanno parte.

 

Don’t Forget!

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