Riflessione del giorno

Lunedì 3 marzo 2025

By Patronato S. Vincenzo

March 02, 2025

 

VIII Settimana Tempo Ordinario

 

Avvenne il 3 marzo…

1426 – La Repubblica di Venezia dichiara guerra a Milano.

1820 – Il Congresso degli Stati Uniti d’America approva il compromesso del Missouri.

1878 – La Bulgaria ottiene l’indipendenza dall’Impero ottomano.

1915 – Viene fondata la NACA, precorritrice della NASA.

1944 – Si consuma il disastro di Balvano, il più grave incidente ferroviario avvenuto in Italia.

1972 – La sonda Pioneer 10 parte da Cape Canaveral all’esplorazione dei pianeti esterni.

1974 – Funzionari cattolici e luterani raggiungono un accordo per un’eventuale riconciliazione in una comunione, segnando il primo accordo tra le due chiese dai tempi della Riforma

 

Aforisma dal libro del Siracide

“Se lo vuoi, figlio, diventerai saggio; applicandoti totalmente, diventerai abile. Se ti è caro ascoltare, imparerai; se porgerai l’orecchio, sarai saggio.”.

 

Preghiera

Concedi, o Signore, che il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo la tua volontà di pace e la Chiesa si dedichi con gioiosa fiducia al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Marco 10,17-27

In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo.

Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!».

Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!».

I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».

 

Riflessione di don arturo bellini: il luogo più eccellente per pregare

«Come si deve pregare. Il luogo più eccellente è la Chiesa. Luogo adatto è la propria stanza. Ovunque si può e si deve pregare». Don Giuseppe Vavassori. (Deo gloria, 26 febbraio 1957).

Si può pregare dovunque, ma la scelta di un luogo appropriato non è indifferente per la preghiera. La chiesa è il luogo della preghiera liturgica e dell’adorazione eucaristica. Anche altri luoghi aiutano a pregare, come un “angolo di preghiera” in casa; un monastero; un santuario. Il credente vive la sua fede nella comunità, la esprime nella liturgia, preghiera di tutta la chiesa, insieme agli altri fratelli e sorelle, facendo della preghiera comune la migliore scuola di preghiera personale.

Egli non deve intraprendere un cammino inedito, ma riceve dalla chiesa le diverse modalità di preghiera: i Salmi, la lettura della Scrittura, l’intercessione, il “Padre nostro” e il culmine della preghiera stessa, ossia l’Eucaristia. La liturgia è dunque il “luogo”, l’ambiente vitale in cui crescere nella fede e nella comunione con il Signore. Tuttavia la preghiera comune non è sufficiente: essa abbisogna dell’interiorizzazione, della gratuità di chi dà del tu a Dio personalmente, quando gli altri non sono fisicamente accanto a lui.

Ecco perché Gesù ha detto: “Quando preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà” (Mt 6,6). Questo invito non è solo un antidoto all’ipocrisia di chi prega per essere visto dagli altri, ma indica un modo di dialogo amoroso e intimo con Dio, “faccia a faccia” con l’Invisibile, che conosce, guarda, parla a ciascuno in modo irripetibile e unico.

Sì, la preghiera personale è l’occasione di rivolgersi a Dio con libertà, di accogliere la sua Presenza, di percepire il suo stare alla porta e bussare, il suo visitarci con premura. Chi si nutre soltanto di preghiera comune rischia di fare di quest’ultima solo un’esperienza di appartenenza al gruppo, se non una sorta di esibizione di fronte agli altri.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per la salute di Papa Francesco e di tutte le persone che soffrono, affinché il Signore lo sostenga e aiuti per il bene di tutta la chiesa.

 

Don’t Forget!1000 quadri più belli del mondo

FREDERIC EDWIN CHURCH: CREPUSCOLO NELLA NATURA SELVAGGIA

1860 – olio su tela – Cleveland Museum of Art – USA

Nel 1858 il pittore americano Frederic Edwin Church (1826-1900) che fu definito “il più scientifico dei pittori” per «l’accuratezza nell’osservazione e nella riproduzione della natura in tutti i dettagli» aveva visitato le foreste nei dintorni del monte Katahdin, che si trova nel Maine, uno degli stati USA che si affacciano sull’Oceano Atlantico. In occasione di quel viaggio, realizzò alcuni schizzi che gli serviranno per dipingere, 2 anni dopo, Tramonto sulle lande selvagge (titolo originale: Twilight in the wilderness), opera oggi conservata presso il Cleveland Museum of Art.

Il dipinto rappresenta il suggestivo paesaggio del Maine attorno al monte Katahdin, che vediamo in lontananza. Davanti a noi si vede scorrere un fiume, sulle cui rive abbonda la vegetazione. In primo piano, alcuni alberi di pino, caratteristici del Maine (che per questo è noto anche come “the pine tree State”), e nel cielo le nubi, realizzate con estrema precisione, colorate di rosso dal sole che sta ormai scomparendo dietro le montagne e che diffonde una luce giallastra.

L’opera manifesta due delle principali caratteristiche di Church: la prima è la precisione pressoché scientifica con cui realizzava i suoi lavori, mediante una tecnica minuziosa e sempre attenta al bilanciamento delle luci, anche per creare effetti suggestivi. La seconda è la tendenza a sposare l’estetica del sublime, tipica di metà Ottocento: il pittore cioè vuole suscitare un senso di inquietudine e allo stesso tempo di stupore dovuto alla potenza, alla vastità e alla grandezza della natura.

Questo senso di inquietudine è accresciuto se pensiamo al fatto che l’opera fu dipinta appena un anno prima dello scoppio della guerra civile americana, e alcuni studiosi hanno voluto leggerla, forse un po’ forzatamente, proprio in relazione agli eventi bellici che si stavano preparando al tempo, vedendo le nubi rosse quasi come un simbolo degli scontri che si sarebbero tenuti di lì a poco. L’opera, che un tempo era in collezione privata, è firmata e datata sul bordo inferiore della composizione.