Preghiera del giorno (preghiera di Isaia di Scete)
Signore Gesù Cristo, non farmi peccare contro di te, perché mi sono smarrito. Fa’ che non segua la mia volontà e vada in rovina coi miei peccati. Abbi compassione di me, non disprezzarmi perché sono debole, non abbandonarmi perché in te mi rifugio, guarisci l’anima mia perché ho peccato contro di te. Signore, salvami per la tua misericordia perché tu, Signore, sei potente in tutto e a te spetta la gloria, a Dio Padre e allo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.
Dionigi l’Areopagita Discepolo di S. Paolo
Dionigi viene citato da Luca come uno dei pochi ateniesi che seguirono Paolo dopo il discorso all’Areopago. Un altro Dionigi, vescovo di Corinto del II secolo, scrive che l’Areopagita fu il primo pastore di Atene. Fu, poi, confuso con l’omonimo proto vescovo martire di Parigi, la cui festa cade il 9 ottobre.
La Parola di Dio del giorno Luca 12,17-24
Un dottore della legge si alzò per metter alla prova Gesù: «E chi è il mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ lo stesso».
Riflessione per il giorno (Aletheia)
Rami Adham, è un finlandese-siriano originario di Aleppo che negli ultimi cinque anni – da quando cioè è iniziato il conflitto – ha scelto di dedicare la sua vita ad aiutare i bambini in Siria. Per 28 volte, fino ad oggi, si è caricato di tutti i giocattoli che poteva portare e attraversando dalla Turchia il confine per arrivare in Siria, ha regalato oltre 80 chili di pupazzi, bambole, giochi e non solo. In media, Adham va in Siria ogni due mesi, sfidando rischi enormi. Durante il Ramadan di quest’anno ha regalato 700 giocattoli a più di 200 bambini presenti nel campo profughi nei pressi della città di Atmeh che, curiosi e ordinati in fila indiana, attendevano di ricevere il proprio dono. Durante un’intervista, rilasciata al Telegraph a luglio, Adham ha spiegato il motivo dei suoi viaggi: “In questo momento, i bambini siriani vedono solo morte, insicurezza e minacce costanti. Per questo i giocattoli sono importanti”.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i costruttori di pace e per chi opera per il bene delle popolazioni colpite dalla guerra
Don’t Forget: ALEPPO CITTÀ-MARTIRE
La guerra, nella metropoli più popolosa e fiorente della Siria, è arrivata nel luglio 2012, coi primi gruppi ribelli ansiosi di ‘strappare’ al governo un crocevia strategico. Ora, la città – 3.a per numero di cristiani del mondo arabo – è campo di battaglia tra diverse forze in gioco. Com’è divisa la città? I quartieri ovest e sud sono controllati da Bashar al-Assad e dalle milizie alleate di Hezbollah. A est ci sono i ribelli, divisi tra al-Nusra e gli uomini dell’Esercito libero siriano. Alle loro spalle il Daesh; a nord i curdi. Chi combatte? Da metà luglio, il governo ha avviato un’offensiva per il controllo di Aleppo ovest. Dopo feroci combattimenti, i militari sono riusciti, anche grazie alla copertura dei raid russi contro il Daesh, a chiudere il canale di approvvigionamento di armi e munizione dei gruppi anti-Assad. Quanti sono intrappolati? Ad Aleppo est, sotto il controllo dei ribelli, vivono in 300mila. Ma l’intera popolazione rimasta nella metropoli, circa due milioni di persone, è senza acqua e luce e senza possibilità di ricevere rifornimenti dall’esterno. L’Onu ha chiesto un cessate il fuoco che, dopo un accordo firmato a Ginevra fra Russia e USA, è iniziato la sera del 12 settembre, ma è fallito.