XXVI settimana T. Ordinario
Avvenne il 3O settembre…
1452 – Johannes Gutenberg realizza il primo libro a stampa.
1520 – Solimano, figlio di Selim I, diventa sultano dell’Impero ottomano.
1941 – Ha termine il massacro di Babij Jar di 33 771 ebrei di Kiev
1949 – Si conclude il ponte aereo per Berlino.
2002 – Viene effettuato il primo trapianto di fegato su paziente sieropositivo in Italia.
aforisma di Albert Einstein
«Non possiamo risolvere i problemi con lo stesso tipo di pensiero usato quando li abbiamo creati.»
Preghiera
O Dio, che hai dato al santo presbitero Girolamo un amore soave e vivo per la Sacra Scrittura, fa’ che il tuo popolo si nutra sempre più largamente della tua parola e trovi in essa la fonte della vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Luca 9,46-50
Nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Riflessione frammenti di vita
Non so se tanti anni di vita mi siano serviti a diventare buono, ma di sicuro mi hanno fatto capire che Dio buono lo è per davvero e fa con gli uomini un po’ come il nostro intransigente professore di latino e greco faceva con noi in ginnasio. A fine anno dopo aver sommato tutti i voti di esperimenti in classe, compiti e interrogazioni non faceva la media per ricavarne il voto finale, ma guardava se ci fosse stata una qualche progressione.
Così capitava che sommando 1+2+3+4+5+6…non scrivesse come logico voto finale 3 e ½, ma 6 meno, “perché –spiegava- vedo un progressivo aumento che dimostra buona volontà”. Insomma ci strapazzava, ma senza umiliarci e facendoci capire che avrebbe chiesto a noi alunni sempre e solo il possibile, perché, sosteneva che: “ad impossibilia nemo tenetur”.
È quel che Dio fa con noi: all’impossibile ci pensa lui e se a noi chiede qualcosa, vuol dire che lo possiamo fare (nel Vangelo di oggi Gesù dice che per andare in paradiso basta un bicchiere di acqua offerto in suo nome!).
Ho scritto questo perché troppe volte sento dire che essere buoni, corretti, onesti ecc. oggi è difficile, per non dire impossibile. A me pare invece che fare il bene, semplifichi la vita; fare il male, la complichi. E Dio non si diverte a complicarci la vita, ma gode nel semplificarcela.
Intenzione di Preghiera settimanale
Preghiamo per la famiglia in Italia, così provata da poca attenzione civica ed istituzionale, affinché si apra ad una stagione di fecondità con tante nuove nascite.”
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
JAMES TISSOT: IL RICEVIMENTO (O L’AMBIZIOSA)
1883-‘85, Olio su tela 142,2 x 101,6 cm, Albright_Knox Art Gallery, Buffalo – USA
James Tissot (1836-1902) nato a Nantes si trasferì a Parigi a 20 anni. Gli scrittori e gli artisti che egli conobbe nella capitale francese, ebbero enorme influenza sulla sua carriera e sullo stile pittorico. Questo dipinto noto come “ambitieuse o la donna politica” e il doppio titolo del quadro allude a un doppio senso che riguarda il sorriso dell’elegante signora: è un sorriso sincero o solo diplomatico? È lei la figura centrale del quadro o una bella donna (la giovane amante?) che accompagna l’attempato e ignotto protagonista che sarebbe poi l’uomo che la tiene sottobraccio?
Gli sguardi maliziosi e le chiacchiere degli astanti a cosa alludono? Difficile dirlo, ma è certo che il dipinto di Tissot può essere interpretato come la rappresentazione critica della vita da salotto dell’epoca, che l’artista non apprezzava più di tanto e il quadro quindi, come molte delle sue opere successive, ha un taglio chiaramente moralistico. Nei suoi ritratti fortemente narrativi, Tissot ritrae affascinanti donne parigine di diversa estrazione come personaggi centrali in situazioni e attività quotidiane, che “teatralizza” fortemente, proprio come fece Marcel Proust.
Nel 1871 l’artista fuggì dai pericoli della Comune di Parigi per rifugiarsi a Londra dove le sue opere furono apprezzate come in patria. Tornato a Parigi nel 1882 visse una conversione che provocò il suo riavvicinamento alla fede e un profondo interesse per le scene bibliche che ritrasse in molte sue opere. Morì nel 1902 nel villaggio francese di Chenecey-Buillon.