Riflessione del giorno

Lunedì 6 marzo 2023

By patronatoADM

March 06, 2023

 

2 settimana di Quaresima 

 

Aforisma di Gabriel Garcìa Marquez

“Il segreto per invecchiare bene è aver fatto un patto di onestà con la solitudine.”

 

Preghiera del giorno

O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per avere la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di dio del giorno Luca 6,36-38

Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

 

Riflessione don Andrea Lonardo

Uno degli inni dei vespri, che ancora leggiamo, dice: «Ecco il sole scompare all’estremo orizzonte; scende l’ombra e il silenzio sulle fatiche umane»: tale inno si cantava alle 18.00 o alle 19.00, prima della cena, per poi recitare Compieta e andare a dormire.

La cena segnava l’ingresso nella notte e la fine di ogni lavoro, l’ingresso nel silenzio e nel buio della notte, con la gratitudine per tutto il giorno già trascorso. Ebbene oggi, a quell’ora, per una parrocchia, comincia – quasi! – la vita parrocchiale.

Le riunioni iniziano alle 19.00, poi alle 21.00, le conferenze in centro città sono spesso alle 19.45. Poi ci sono i saluti dei giovani, le cene di lavoro, gli incontri dei catechisti e degli animatori. “L’ombra e il silenzio sulle fatiche umane” calano verso le 24.00 o più tardi ancora, se si deve scrivere, mandare mail, telefonare e decidere questioni.

La scomparsa del riposo che iniziava subito dopo la cena condiziona a sua volta il mattino, l’ora di levata, la disposizione verso il lavoro che inizia al mattino. Questo è parte del dramma moderno, della vita non naturale che tutti viviamo. È un eroe chi si alza ancora al mattino molto presto, dopo essere andato a dormire all’1 di notte.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per i bambini che troppo spesso solo le vittime innocenti delle ingiustizie e violenze commesse dagli adulti. 

 

Don’t forget! S. Ildegarda di Bingen

Certi vescovi tedeschi non la sopportano. Ildegarda, decima figlia dei nobili Vermessheim, con la voce e con gli scritti s’immischia in problemi come la riforma della Chiesa e la moralità del clero. E poi ne discute pure con maestri di teologia. Ma sono cose da monaca? La sua risposta è sì. Sono cose da donna e da monaca.

Nel monastero di Disinbodenberg i suoi l’hanno portata all’età di 8 anni, come scolara. Poi è rimasta lì, prendendo i voti con la guida della grande badessa Jutta di Spanheim; e nel 1136 l’hanno chiamata a succederle. Dal suo primo monastero ha poi diretto la fondazione di altri due nell’Assia-Palatinato; quello di Bingen (dove si trasferisce nel 1147) e quello vicino di Eibingen, fondato nel 1165.

 

 

Questa è l’Ildegarda organizzatrice. Poi viene l’Ildegarda ispirata, la mistica, quella di tutte le sorprese. Ha visioni, riceve messaggi e li diffonde con gli scritti. Dopo le prime esperienze mistiche, ne ha scritto a Bernardo di Chiaravalle, e non poteva trovare miglior consigliere. Bernardo non s’inalbera, come quei vescovi tedeschi, di fronte a una donna che discorre del cielo e della terra.

Anzi, la capisce e le fa coraggio, aiutandola pure a non perdere la testa: le vicende soprannaturali non dispensano dal realismo e dall’umiltà. ldegarda diffonde racconti delle sue visioni; e, in forma di visione, tratta argomenti di teologia, di dogmatica e di morale, aiutata da una piccola “redazione”. Esaltando le “opere di Dio”, include tra esse le piante, i frutti, le erbe: e la sua lode si traduce in un piccolo trattato di botanica.

Ma soprattutto Ildegarda insegna a esprimere l’amore a Dio attraverso il canto. Con ogni probabilità è la prima donna musicista della storia cristiana. Suoi i versi, sua la melodia, prime esecutrici le monache di Bingen; poi quelle di Eibingen, e di tanti altri monasteri benedettini. Ma non stiamo raccontando qui una storia antica: la musica di Ildegarda, dopo novecento anni, si fa nuovamente sentire ai tempi nostri, ripresa e divulgata dall’industria discografica.

Ildegarda vive e lavora fino alla sua età più tarda, sognando una Chiesa formata tutta di “corpi brillanti di purezza e anime di fuoco”, come le sono apparsi in una visione; e liberata dall’inquinamento di altri cristiani che le sono pure apparsi: “corpi ripugnanti e anime infette”. Tra i grandi artefici di purificazione nel mondo cristiano, bisogna mettere in primo piano anche questa donna appassionata. Dopo la morte si era avviato un processo di canonizzazione, che però è stato interrotto. Ma il culto è continuato. Ancora nel 1921 è nata in Germania la congregazione delle Suore di Santa Ildegarda.

 

IL DEGARDA DI BINGEN