9. settimana Tempo Ordinario
Aforisma del giorno di Seneca
“È gran cosa sapere quando è il momento di parlare e quando è il momento di tacere.”
Preghiera del giorno
Gesù tu ci hai chiamati a vivere nell’amore…ma riconosco che il mio è assai debole. Guariscimi dalle piaghe provocate dalla mancanza di amore, dai peccati che mi impediscono di amarti sopra ogni cosa.
Libera la mia anima da tutti i fardelli che si sono accumulati nella mia giovinezza! Fa’ che la fiamma dell’amore, allontani da me le tenebre e sciolga il ghiaccio del male! Rendi il mio amore capace di amare con tutto il cuore ogni persona, anche quelli che mi hanno offeso! Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Matteo 25,31-46
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
Riflessione del giorno
I dibattiti televisivi raramente servono a chiarire le problematiche di cui parlano, ma in compenso servono a conoscere chi parla. In questi giorni in cui la guerra in Ucraina è oggetto di mille dibattiti, è possibile individuare 3 categorie di persone: le vittime, gli esperti e gli opinionisti.
Gli esperti sono invitati a parlare, perché da loro ci si aspetta che sappiano quel che dicono; se poi, oltre che a essere esperti sono anche saggi (cioè umili), non pretenderanno di spiegare tutto, anche perché, essendo la guerra nemica della logica, le spiegazioni troppo logiche non convincono.
Insomma un buon esperto sa quel che dice e lo dice con ponderazione. Le vittime (in questo caso gli ucraini) sono i soli a potersi permettere di parlare senza contraddittorio: non si è obbligati ad accettare i loro pareri, ma a rispettare il loro dolore, sì.
Gli opinionisti infine li riconosci subito, perché per loro non contano i fatti, ma le opinioni, soprattutto le loro, che difendono con una foga e un ardore inversamente proporzionali alla sincerità delle loro intenzioni…sanno infatti di essere stati invitati affinché anche l’ascoltatore più fuori di testa si senta rappresentato.
Infine c’è il conduttore al quale a volte (non sempre, grazie a Dio) interessa solo il talk “show”, lo spettacolo e il cui livello di credibilità è quindi pari a zero. Infine un consiglio: chi vuol capire, legga, si documenti, studi e usi la testa, la sua: ne bastano due dita infatti, per ragionare meglio di certi personaggi televisivi.
Intenzione di Preghiera per il giorno
Per la pace in Ucraina e in tutti i paesi del mondo dove si combatte per la giustizia e la libertà.
Don’t Forget! Foto Storiche
Domenica 11 settembre 1955: 24 ragazzi del Patronato insieme a don Antonio Berta portano la croce in cima alla Presolana. «Partimmo da Bratto alle 4 del mattino, per arrivare in vetta a mezzogiorno» ricorda Giacomo Ischia, all’epoca diciassettenne.
L’idea era venuta a padre Berta, che aveva trovato subito anche l’appoggio di don Bepo Vavassori. I giovani avevano dovuto far tutto da sé, passandosi di mano in mano, lungo la salita, i tubi a incastro studiati dal «Gallenga». «Peso totale di 120 Kg, ma al carico bisogna aggiungere pure i sacchi di cemento negli zaini, l’altare da campo per celebrare la Messa, i bidoni d’acqua.
Almeno i sassi, per fortuna, erano già in vetta», ricorda sorridendo chi fece parte della spedizione. In vetta, padre Berta celebra la Messa (vedi foto) poi via in discesa, pieni d’orgoglio. «Che soddisfazione – ricorda Ischia –. L’abbiamo raccontata a tutti, per un bel po’». E ancora oggi quel ricordo, quelle foto, strappano emozioni. Gina Tolfo, moglie del «Gallenga», ha ancora tra le pagine di un libro la stella alpina che il marito le portò dalla spedizione.