Riflessione del giorno

martedì 10 giugno ’14

By Patronato S. Vincenzo

June 09, 2014

X Settimana del Tempo Ordinario

 

S. PANTALEONE

nacque nel III sec a Nicomedia, l’attuale Turchia. Diventa medico e per la sua adesione alla fede cristiana sarà perseguitato dall’imperatore di Costantinopoli Galerio. Condannato a morte nel 305 subì un martirio atroce che terminò con la decapitazione. E’ patrono dei medici.

La Parola di Dio del giorno (Mt 5,13-16)

Gesù disse ai suoi discepoli: “Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli”.

Il Quadro della Settimana – 18° quadro della serie i 1000 quadri più belli del mondo 

Crocifisso – Cimabue – 1272- 88 (?) – tempera su tavola – cm 488 x 390 – S. croce Firenze

Cenni (Bencivieni) di Pepo, detto Cimabue (Firenze 1240 – Pisa 1302) è generalmente riconosciuto come l’ultimo grande pittore di stile bizantino e iniziatore dello stile nuovo che originerà la pittura italiana ed europea. Di lui Dante scrisse nella Divina Commedia: «Credette Cimabue nella pittura tener lo campo, ed ora ha Giotto il grido, si che la fama di colui è scura». Si sa poco della vita del pittore al di fuori della manciata di opere che gli vengono attribuite. Fra queste lo splendido crocifisso di S. Croce opera maestra che influenzò molti pittori, da Giotto a Francis Bacon. Nell’ alluvione del 1966 fu sommersa dall’acqua: restaurata con la massima cura, la superficie pittorica è oggi perduta per ampie porzioni, ma rimangono la fotografie a testimoniare la straordinaria bellezza dell’opera.

Il Cristo di Cimabue è ancora inclinato nella posa gloriosa e allo stesso tempo dolorosa del Christus patiens medievale, ma il suo corpo è longilineo e sinuoso. Gli scomparti della croce non hanno figurazioni ma uno sfondo neutro; nei terminali del braccio orizzontale sono dipinti la Vergine e San Giovanni a mezzobusto, mentre la cimasa reca il cartiglio “INRI”. L’esile corpo del Cristo si contorce nella morte e diventa sinuoso e incurvato dal dolore ormai spento: la resa emozionale è straordinaria ma i volti sono più distesi, il dolore più trattenuto e le figure più piane e monumentali. La luce è calcolata e morbida e carezza il corpo del crocifisso facendolo emergere dal fondo piatto proprio come l’aureola circolare. Infine si noti il perizoma trasparente, un’autentica novità che sarà ripresa da molti pittori e che dice la piena padronanza del linguaggio pittorico da parte dell’artista.

Preghiera del giorno (Joris Karl Huysmans)

Signore, abbi pietà del cristiano che dubita, dell’incredulo che vorrebbe credere, di noi, prigionieri della vita, che andiamo avanti da soli nella notte, sotto un cielo non più illuminato dalle fiaccole dell’antica speranza. Signore, abbi pietà di noi. Amen”

Intenzione del giornoPreghiamo perché, rifiutando la cultura dell’indifferenza, possiamo prenderci cura delle sofferenze del prossimo, particolarmente dei malati e dei poveri.

DON’T FORGET … RICORDA – COGNOMI

BREMBILLA: cognome che deriva da Brembilla, comune ubicato in Val Brembana. Nel 1443 gli abitanti, in rivolta contro la Repubblica Veneta dovettero abbandonare il paese e trovare ricovero ed ospitalità dai Visconti a Milano con la firma di un Diploma di Accoglimento datato 2-03-1443, che li esentava per un secolo dal pagamento di tasse. Questo il motivo per cui Brembilla (o Brambilla) è così diffuso a Milano da essere sinonimo di “milanese” per eccellenza.Lo stemma: d’azzurro al leone di nero, cucito colla coda biforcata; col capo d’oro, carico di un’aquila coronata, di nero