nell’immagine un dipinto di Fern Isabel Coppedge
XXXII Settimana t. Ordinario
Proverbio: (Proverbio russo)
Meglio morire della zampata d’un leone che del morso d’un gatto.
Preghiera del Giorno (Preghiera contro la pandemia: 1.a parte)
Dio, sorgente di ogni bene, che hai creato l’universo con armonia e bellezza, ti chiediamo perdono perché con il nostro orgoglio abbiamo distrutto il corso della Natura e provocato una crisi ecologica che colpisce la salute e il benessere della famiglia umana. Dio, guarda con misericordia noi che oggi siamo assediati dall’epidemia virale. Fa’ che possiamo sperimentare la tua paterna cura. Ristabilisci l’ordine e l’armonia della Natura da noi compromesso e ricrea in noi una mente e un cuore nuovo affinché possiamo prenderci cura di noi, degli altri e del mondo come custodi fedeli. Amen
Leone Magno
Papa e dottore della Chiesa Fu un Papa energico che avversò i resti del paganesimo e combatté gli eretici. Convocò il concilio di Calcedonia. Nel 452 fu designato dall’imperatore Valentiniano III a guidare l’ambasceria romana inviata ad Attila: i dettagli della missione sono oscuri, ma il re degli Unni abbandonò l’Italia. Quando i Vandali di Genserico nel 455 entrarono in Roma, Leone ottenne il rispetto degli abitanti, ma non poté evitare il saccheggio dell’Urbe. Fece rispettare il primato papale. Benedetto XIV lo proclamò dottore della Chiesa ed ebbe il titolo di Magno (Grande).
Ascoltiamo La Parola di Dio (Lc 17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”». ».
Riflessione del giorno (Wilder Hernadez)
A volte ci avanza un pezzo di pane dopo colazione e il giorno seguente diciamo: “Questo pane è duro” ed è così. Ma, pensando alla riflessione di un grande psicologo, Wilder Hernadez, proviamo a considerare la cosa da un punto di vista diverso: “Il pane non è duro: duro, è non avere pane”. Siamo diventati specialisti nel lamentarci e spesso senza ragione, per superficialità, per egoismo…Il pane non è duro, duro è non avere pane. Che significa? Che il lavoro che fai non è duro: duro è non avere un lavoro. Che avere la macchina rotta, non è duro. Duro, è non avere la macchina. E avere la macchina rotta e dover camminare per prendere l’autobus, è duro? No: non è duro. Duro è non aver gambe: duro è non poter camminare. Mangiare riso e sardine non è duro. Duro è non aver nulla da mangiare. Perdere una discussione in famiglia non è duro. Duro è perdere una persona della famiglia. Dire “Ti amo” guardando negli occhi un’altra persona, non è duro. Duro è doverlo dire davanti ad una lapide o una bara, quando ormai sono inutili le parole. Lamentarsi non è duro: duro è non saper essere riconoscenti. Oggi è un buon giorno per ringraziare Dio per la vita, per tutto ciò che abbiamo e per non lasciare che la nostra felicità dipenda da qualcosa o qualcuno. La nostra felicità dipende solo da noi e da quante volte alziamo gli occhi al cielo per ringraziare il Signore. La vita non è perfetta, ma è meravigliosa, quando la viviamo in Cristo. Caro Dio, non importa ciò che sto passando in questo momento della mia vita, ti ringrazio di essere vivo oggi. Duro non è condividere questa riflessione con un buon amico; duro è non aver un amico con cui condividerla…
Intenzione del giorno
Preghiamo perché scienza e tecnica siano a servizio di pace e progresso dell’umanità
Don’t forget! “1.000 quadri più belli del mondo”
Pittore di spicco sulla scena inglese William Hogarth (1697-1764) fu esperto ritrattista, incisore, scrittore satirico filosofo estetico ecc. “Matrimonio alla moda” è una serie di sei tele autografe con le quali l’artista si propone di descrivere le sfavorevoli conclusioni d’un matrimonio combinato dalle famiglie solo per interesse e ambizione. Il quadro è il secondo della serie ed è intitolato “la colazione”. La serie fu commissionata al pittore da Mary Edward ricca patrocinatrice delle arti che voleva mettere in guardia contro i rischi del matrimonio combinato che lei stessa aveva dovuto subire.
Nel nostro quadro la scena si svolge in un salotto nella nuova casa degli sposi. Il marito, appena rientrato da una sfrenata nottata di baldoria, siede avvilito a lato del caminetto; dalla tasca sinistra gli pende una piccola cuffia bianca, con la quale il cagnolino sta giocando. Sul pavimento, accanto al piede sinistro, lo spadino spezzato. A destra del caminetto, la moglie con in mano un piccolo specchio – a fianco del tavolo apparecchiato per la prima colazione di una sola persona – si stira e guarda di bieco lo stanco consorte; ai suoi piedi, un libro aperto con la scritta: “Hoyle / on Whist”, cioè il trattato ‘breve’ di Whist (un gioco di carte allora in voga) edito da E. Hoyle nel 1742, e, sotto il grande arco, ai piedi delle colonne, è sparso il mazzo di carte da gioco. A sinistra, in primo piano, due violini nei loro contenitori e uno spartito. Sul fondo, un servitore annoiato che sistema le sedie ed i tavoli da gioco: elementi che alludono ai poco virtuosi valori della giovane padrona di casa, durante la notte appena trascorsa. Sulla sinistra l’esasperato maggiordomo con un mazzo di fogli (si tratta di conti, dei quali solo uno è stato saldato: “Recd June 4, 1744″) reca sottobraccio il “libro mastro” (“Ledger”) e ha in tasca una copia del celebre sermone metodista, “Regeneration”. Molte delle ingiustizie sociali e delle storture morali che Hogarth ritraeva sono tuttora attuali e la sensibilità storica, l’acume e l’ironia restano una rarità assoluta.