Riflessione del giorno

Martedì 10 ottobre 2023

By patronatoADM

October 09, 2023

 

XXVI Settimana Tempo Ordinario

 

Accadde il 10 – ottobre …

732 – A Poitiers, Francia, Carlo Martello, e i suoi uomini, sconfiggono per la prima volta nell’Europa occidentale un’armata di Mori. Il governatore di Cordova, Abd-ar-Rahman, rimane ucciso in battaglia.

1813 – Nasce a Le Roncole di Busseto (Pr) Giuseppe Verdi

1911 – Con la rivolta di Wuchang, nell’Impero cinese, inizia la fine alla dinastia Qing.

1913 – Il presidente USA Woodrow Wilson innesca l’esplosione della diga Gamboa, ponendo fine alla costruzione del Canale di Panama.

 

Aforisma di S. Daniele Comboni

Le opere di Dio nascono e crescono ai piedi della croce.

 

Preghiera salmo 149

Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo Lc 10,38-42

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.

Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».».

 

Riflessione Frammenti di vita

Il fatto è avvenuto anni fa, ma il suo insegnamento è sempre attuale. Si erano presentati “a nome di don A.” che li avrebbe indirizzati al Patronato per chiedere aiuto (il don in questione ovviamente non ne sapeva nulla). Prima l’uomo, poi la donna e infine l’anziano –ma tutti di una sola famiglia- avevano presentato richieste così spropositate che il contributo offerto, pur consistente, era stato liquidato con disprezzo: “Ci trattate come morti di fame” (i soldi però li hanno intascati).

I volontari della mensa avevano aggiunto anche i sacchetti con la cena. Ma il volontario più anziano a fine turno uscendo aveva trovato i 3 sacchetti gettati in un’aiuola. Informato della cosa mi limitai a commentare: “Temo che non sia finita qui, prepariamoci ad altre sorprese”. Il lunedì dopo all’apertura della scuola si scoprì che le porte di due laboratori erano state scardinate, vari strumenti di lavoro rubati e l’interno lordato.

Le telecamere di sorveglianza avevano rivelato che la domenica, nella S. Messa delle 11,00 confuso tra i fedeli, uno dei tre era entrato e, indisturbato, aveva combinato tutto quel macello. Perché bisogna ammettere che solo questo purtroppo sa combinare chi non ha imparato (o non gli è stato insegnato) a mettere in pratica tre semplici parole che iniziano per R: riconoscere il bene ricevuto, ringraziare per lo stesso e restituirne anche solo una parte.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo perché abbiano fine i conflitti che devastano il mondo e soprattutto in Ucraina e Israele.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

TRANQUILLO CREMONA: POVERO, MA SUPERBO

1878. Olio su tela. 87.7 x 67.2 cm. GENOVA, Raccolta FRUGONE

Il pittore Tranquillo Cremona nacque il 10-4-1837 a Pavia da famiglia di origini ebraiche di Novara, prima agiata che, in seguito, perse tutto il suo patrimonio. Nel 1859, a 22 anni si trasferì a Milano, liberata dagli austriaci e studiò all’accademia di Brera. Dal 1863 frequentò artisti, letterati e musici della cosiddetta scapigliatura di Milano e verso la metà degli anni ’70 del 1800, dipinse i ritratti considerati suoi capolavori, fra cui quello che oggi presentiamo.

Il modello ritratto da Cremona è un povero ragazzo che si “dà le arie” baldanzoso, nonostante il pastrano e il cappellaccio logori, come se fosse un gran signore. L’artista grazie all’aiuto della pittura ha colto l’attimo di realtà e ha reso con grande efficacia il cipiglio impertinente, del ragazzino di strada. I colori degli abiti ocra sgargiante, il copricapo messo di sbieco e la posa decisa, aggiungono alla scena l’ostentazione un po’ teatrale dell’atteggiamento spavaldo del monello. Il dipinto è essenziale, Cremona sceglie pochi ma determinanti particolari che rendono a pieno il messaggio del quadro.

Ritroviamo le principali caratteristiche della Scapigliatura lombarda, di cui Cremona fu un attento rappresentante: gli effetti del colore e della luce. Le figure sono private di contorni precisi, le forme sfumano e si mischiano con lo sfondo. Questo particolare si nota nel marroncino della giacca del ragazzo che si dissolve unendosi con lo sfondo, costituito da uno strato di colori di simili tonalità di marrone chiaro. Non c’è una ricerca di naturalismo nella rappresentazione, anzi, grazie al colore stemperato crea iridescenze e parti sfumate che immergono il tutto in un’ambientazione misteriosa.

Si intravede un’altra figura alle spalle del ragazzino, non identificabile, appena accennata sullo sfondo. Dopo essere rimasto alla moglie di Cremona e al suo secondo marito, questo dipinto venne acquistato da una signora americana. In seguito venne aggiunto da Luigi Frugone alla sua collezione d’arte.