32. a settimana tempo ordinario
Avvenne l’11 novembre…
1887 – Chicago impiccati ingiustamente 5 esponenti anarchici in seguito definiti “martiri di Chicago”.
1889 – Washington diventa il 42º stato degli Stati Uniti d’America.
1918 – Ore 11:00 entra in vigore l’armistizio di Compiègne con la resa dell’Impero tedesco alle forze alleate. Termina la prima guerra mondiale.
1918 – Nasce la Repubblica di Polonia.
1961 – Kindu: trucidati 13 aviatori italiani del contingente ONU inviato a ristabilire l’ordine nella crisi del Congo
1975 – L’Angola ottiene l’indipendenza dal Portogallo.
Aforisma di Gesualdo Bufalino
«Inquilini della terra, non è carino che ci diamo tante arie di proprietari».
Santo del giorno
Preghiera Colletta
O Dio, che hai fatto risplendere la tua gloria nella vita e nella morte del santo vescovo Martino, rinnova nei nostri cuori le meraviglie della tua grazia, perché né morte né vita ci possano separare dal tuo amore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen
Parola di dio Luca 17,7-10
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”.
Riflessione don Arturo Bellini commenta don Bepo
«Sono arrivati a Roma ispettori e delegati da ogni parte del mondo. Si sono ritrovati nei cortili delle case salesiane, tra ragazzi chiassosi e palloni rimbalzanti, come in tutte le case salesiane del mondo…Da Cracovia e da Lodz sono giunti don Dzienziel e don Zolnowski, gli ispettori della Polonia. Portano al Capitolo la voce dei Salesiani di oltre cortina che hanno vissuto gli anni duri della «chiesa del silenzio», la voce dei Salesiani che sono stati privati di tutte le scuole, ma hanno trovato nell’insegnamento esclusivo del Vangelo e del catechismo un in sperato rilancio della loro vocazione.
ll pensiero va ai Salesiani della Cecoslovacchia e dell’Ungheria. I loro posti, al Capitolo, rimarranno ancora una volta vuoti». Don Teresio Bosco (Bollettino salesiano, “21 mila Salesiani al lavoro…”, luglio – agosto 1971). Don Bepo sottolinea questo passaggio del salesiano don Teresio Bosco, segno di profonda commozione per i cristiani della chiesa del silenzio, per le loro condizioni di vita, le restrizioni e controlli cui erano sottoposti e per la requisizione delle loro scuole.
Gli anni Settanta erano da noi gli anni di esaltazione del marxismo, dell’esibizione del libretto rosso di Mao, della crescente egemonia del comunismo. Don Bepo non si lasciò incantare dal canto dalle sirene. Quando nel 1956 aveva ospitato i profughi ungheresi aveva costatato la desertificazione spirituale prodotta dall’ateismo di stato. Oggi sul Medio Oriente i fari sono puntati di continuo, la devastazione che i russi stanno compiendo è sotto gli occhi di tutti. Gaza pure. Poco evidente invece il dramma che si sta consumando in Africa, perché un silenzio comunicativo avvolge l’Africa.
Là non arrivano “flotillas”; per le aree più angariate non ci sono cortei o manifestazioni di piazza. Ha scritto su “Avvenire” il giornalista Paolo Lambruschi: «L’ombra del disegno neocoloniale degli Emirati Arabi si allunga dietro i recenti massacri a sfondo etnico in Darfur, in Sudan. L’ultimo bagno di sangue è stato quello che ha inorridito il mondo a El Fasher, città assediata per 18 mesi da milizie di lontana discendenza araba che ora controllano tutto il Darfur e potrebbero dichiararne la secessione. Questi suprematisti arabi affondano le radici nelle milizie Janjaweed (=i diavoli a cavallo), che circa 20 anni fa sterminarono 300mila persone per ripulire il Darfur dagli “africani”, agricoltori di pelle scura, commettendo un genocidio.
Furono poi gli Emirati a finanziare la riorganizzazione dei genocidari in milizie paramilitari di frontiera imponendo come capo l’ex cammelliere Mohammed Dagalo. Il quale, in cambio, iniziò a esportare a Dubai l’oro delle ricche miniere del Darfur, tra i principali estrattori del continente, diventando ricco e potente. Controllare tutto il Sudan con i suoi terreni fertili e lo strategico Port Sudan sul mar Rosso. Il Darfur è oggi diventato un punto nevralgico nella rete neocoloniale africana degli Emirati. Stesa con pazienza in 15 anni grazie alle smisurate ricchezze degli idrocarburi fino in Somalia».
Oggi don Bepo riprenderebbe la sua matita rossa, con amarezza in cuore perché la pace in Sudan si allontana e la più grande crisi umanitaria del pianeta rischia di aggravarsi. Viene in mente la cacciata di mercanti dal tempio. Se facciamo della nostra vita un mercato e ci dimentichiamo che siamo noi stessi tempio di Dio e che lo Spirito abita in noi, ci vendiamo, facciamo di noi una merce, offriamo prestazioni solo per poterci guadagnare…potere, soldi, visibilità, prestigio. Chi trasforma la propria vita in un mercato, non si farà certo scrupolo a fare mercato di tutto, uomini, uomini donne e bambini e vendere il figlio di Dio per trenta denari.
Intenzione di preghiera
Preghiamo per i popoli del Darfour che rischiano ogni giorno la vita e da decenni hanno dimenticato cosa sia la pace, perché la comunità internazionale sia meno ipocrita e si occupi anche di loro.
Don’t Forget! Servo di Dio della carità e del servizio
SERVO DI DIO AKASH BASHIR
EX-ALLIEVO SALESIANO martire Risalpur, Pakistan 22-6-1994 Lahore Pakistan 15-3-2015
Nato a Risalpur in Pakistan il 22-6-1994, AKASH era figlio di Emmanuel Bashir e di Naz Bano e viveva con la sua famiglia in un appartamentino. La sorella Komash lo ricorda così: «Era un ragazzo semplice, dal cuore gentile. Chiacchierava tutto il giorno e diceva cose come proteggere la gente e compiere qualcosa di grandioso e ai nostri genitori diceva che un giorno li avrebbe resi orgogliosi». Non era molto istruito: fu iscritto quindi all’Istituto Tecnico Maschile Don Bosco a Lahore, perché imparasse un mestiere. Fondato nel 2000 l’istituto ha avuto una notevole espansione, accogliendo gli studenti respinti dalle scuole tradizionali.
Più dell’80 % degli studenti risiede nel campus e riceve vitto, alloggio e materiali didattici. Akash non era studente brillante, ma aveva un ideale fortissimo: difendere gli altri. Terminati gli studi, avrebbe voluto entrare nell’esercito, ma la scarsa istruzione non glielo permetteva. Scelse quindi di aderire alla squadra di sicurezza incaricata della protezione della chiesa di S. Giovanni: entrò a farne parte nel dicembre 2014. Sua mamma così lo ricorda: «Usciva per l’incarico nelle prime ore del mattino, a volte alle cinque, più spesso alle sette; poi rimaneva per cinque ore a garantire la sicurezza della gente dentro e fuori dalla chiesa».
Il 15-3-2015 Akash stava svolgendo il suo turno come ogni domenica, quando giunse la notizia che la chiesa protestante di Christ Church a 500 metri di distanza, era stata attaccata. Con gli altri volontari, cercò di mettere l’area in sicurezza, quando vide un uomo correre verso l’edificio: era un attentatore suicida. Il ragazzo gli si pose di fronte, cercando di bloccarlo. L’uomo lo minacciò, dichiarando di avere una bomba con sé, ma Akash non si mosse e l’attentatore si fece saltare in aria. Ci furono più di 78 feriti e 20 morti, ma potevano essere moltissimi di più se Ankash non l’avesse fermato.
Il corpo del ragazzo fu caricato dal fratello che era in chiesa sull’ambulanza arrivata nel frattempo; ma lui era ormai morto. Gli attacchi sono stati rivendicati da «Jamaat ul Ahrar», gruppo affiliato ai talebani pakistani. Nel corso della celebrazione ecumenica per i funerali, l’arcivescovo di Lahore Sebastian Francis Shaw, che aveva al suo fianco il vescovo protestante, si è rivolto a una folla di diecimila fedeli invitandoli a non cedere alla vendetta e definì eroe e martire il giovane Bashir.
L’inchiesta diocesana della causa di beatificazione si è celebrata dal 15-3-2022 al 15-3-2024 e alla sua conclusione don Francis Gulzar, parroco della chiesa di S. Giovanni disse: «La comunità cristiana di Youhanabad è orgogliosa del suo giovane eroe, Akash Bashir, e chiede a S. Eccellenza di trasmettere la richiesta al S. Padre e alla Congregazione per la causa del martirio».