Riflessione del giorno

Martedì 11 ottobre 2022

By patronatoADM

October 10, 2022

 

XXVIII Settimana tempo ordinario

 

Aforisma del giorno di don Bosco

Il demonio ha paura della gente allegra.

 

Preghiera del giorno di S. Tommaso Moro

Dammi, Signore, un’anima santa che sappia far tesoro di ciò che è buono e puro, e non si spaventi davanti al peccato, ma piuttosto trovi il modo di rimettere le cose a posto. Dammi un’anima che non conosca la noia, i brontolamenti e i lamenti, e non permettere che mi crucci troppo per quella realtà tanto ingombrante che si chiama “io”. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Luca 11,37-41

In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».

 

Riflessione del giorno – Frammenti di vita

Non è solo chi ci vive e lavora a far notare che il Patronato S. Vincenzo è un luogo dove ogni giorno accadono cose che sorprendono o sconcertano e dove i bravi e tranquilli si mescolano con gli stravaganti, i “fuori di testa” e qualche elemento pericoloso.

Ma poi è inevitabile che si guardi a quel che succede fuori del recinto e si scopre che nel resto del mondo c’è un paese dove i capi ordinano di sparare a vista alle ragazze che non portano il velo nel modo giusto; un altro dove il presidente premio Nobel per la pace scatena una guerra con migliaia di morti e 5 milioni di profughi; un altro dove il capo, un tipo basso e tondo, chissà perché si diverte a lanciare missili atomici minacciando i vicini.

C’è il paese più sconfinato della terra il cui “Zar” si fa inquadrare mentre varca altissime porte d’oro per annunciare al mondo che ama tanto i suoi vicini da invaderli, perché non può vivere senza di loro. Un altro dove al potere, barbuti “studenti” scoraggiano le donne dal frequentare gli studi e così via (ci fermiamo qui…ma come assaggio basta e avanza).

Che dire? Dopo questo quotidiano sguardo sul mondo offerto da tv, giornali e web, uno torna a guardare dentro casa e tira un sospiro di sollievo: in confronto a ciò che avviene fuori, nel Patronato regna la pace e la normalità. 

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Perché S. Giovanni XXIII ci aiuti a far rifiorire la vita di fede e a suscitare nuove vocazioni religiose e sacerdotali nella terra e nel popolo bergamasco che egli tanto ha amato.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

DIÒSCORO TEÒFILO DE LA PUEBLA TOLÌN

1862 – olio su tela – 330 x 545 cm – Ayuntamiento de la Coruña – Spagna

Fino al XIX secolo, quello dei “tableau” storici era considerato un genere artistico tra i più seri e apprezzati, perché permetteva ai pittori di fondere gli eventi storici col mito e l’allegoria e permetteva all’artista di fare sfoggio delle sue capacità e doti compositive. Il pittore spagnolo Diòscoro Teòfilo de la Puebla Tolìn (1831-1901) che studiò a Madrid e a Roma, e seguì la tradizione dello storicismo che interpretava i fatti storici alla luce dell’orgoglio patriottico e del fervore religioso.

Questi dipinti per lo più erano finanziati da organizzazioni ufficiali e Accademie d’arte che attraverso la pittura e la scultura comunicavano un’interpretazione propagandistica della storia patria. Il quadro di oggi è un esempio perfetto di questo modo di raccontare e interpretare gli eventi: i conquistadores spagnoli capitanati da un Cristoforo Colombo in veste di eroe leggendario sono appena sbarcati sull’isola delle Bahamas detta dagli indigeni Guanahaní.

Gli esploratori sono carichi di simboli dell’orgoglio nazionale e Colombo in un unico gesto grandioso, inginocchiato, regge la bandiera, alza gli occhi al cielo e con la spada tocca il suolo come a sancire il possesso del territorio appena scoperto. Un frate francescano presenta la croce agli indigeni spaventati (ma non c’erano frati nella 1.a spedizione) mentre l’equipaggio delle tre caravelle appare in preda a esaltazione quasi mistica. C’è molta retorica in questo quadro che racconta la storia solo dal punto di vista dei conquistatori e ne esalta l’audacia, la forza militare, il coraggio ecc.

Oggi un quadro come questo risulta poco credibile e anacronistico fino a ingenerare nello spettatore un senso di fastidio, perché non conto dell’altro punto di vista: quello dei nativi che si videro invadere la terra e distruggere la cultura da parte di conquistatori senza scrupoli. Il quadro rimane comunque un’interessante testimonianza di un certo modo di leggere la storia che –come diceva Churchill- sono sempre i vincitori a scrivere e a interpretare.