Riflessione del giorno

Martedì 12 luglio 2022

By patronatoADM

July 11, 2022

 

XV settimana tempo ordinario

 

Aforisma del giorno di Edith Stein

Ciò che possiamo fare, in paragone a quanto ci viene dato, è sempre poco.

 

Preghiera del giorno di Etty Hillesum

Amo così tanto gli altri perché amo in ognuno un pezzetto di te, mio Dio. Ti cerco in tutti gli uomini e spesso trovo in loro qualcosa di te. E cerco di disseppellirti dal loro cuore, mio Dio. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo 11,25-27

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».

 

Riflessione del giorno – Frammenti di vita

L’effetto era cominciato in seguito alla crisi di coppia da lui gestita così male da provocare prima la separazione, poi il divorzio: con la casa coniugale, i figli e parte dello stipendio assegnati alla moglie, era piombato nello sconforto.

Poi era arrivato il covid a portargli via la mamma e ad accentuare l’effetto, con la perdita completa della già scarsa fede in Dio. La divisione dell’eredità aveva inasprito l’effetto a causa dei continui litigi coi fratelli, dai quali si era isolato.

Aveva cercato di alleggerire l’effetto ricorrendo ad alcool e spinelli, ma l’autocontrollo che cominciava a venir meno gli faceva rischiare il lavoro. “Attento –dissi- perché l’effetto sta diventando disastroso”. “Cos’è questo effetto di cui parli?” aveva reagito irritato.

“È l’effetto domino! Se metti in piedi in fila una dopo l’altra le tessere del domino, se la prima cade, trascina nella caduta tutte le altre” avevo risposto. “Ma non prendertela con la sfortuna: l’effetto l’hai causato tu”. E lui: “Come se ne esce?”. “Sta’ calmo: si tratta di creare la giusta distanza che impedisce alla tessera che cade, di tirar giù le altre.

La giusta distanza è quella che permette di vedere meglio i problemi, di tenerli separati impedendo che si sommino gli uni agli altri e di rendere possibile l’uscita dai tuoi guai”.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo per le vittime della montagna e soprattutto gli 11 morti della Marmolada.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

JAMES ABBOTT MCNEILL WHISTLER: ARRANGIAMENTO IN GRIGIO E NERO ritratto 1° 1871 – olio su tela – 144 x 162 cm Museo d’Orsay, Parigi.

La madre di Whistler il cui titolo originale è: “Arrangiamento in grigio e nero, ritratto n. 1” è uno dei ritratti più famosi dell’Ottocento ed è opera del pittore americano James Whistler (1834-1903) che nacque negli Stati Uniti, ma visse tra la Russa (da piccolo fino alla morte del padre) l’Inghilterra, la Francia l’Italia (Venezia) e persino il Cile, assimilando ogni contributo delle differenti culture e degli stili di una pittura in piena evoluzione, ma forgiando un suo stile del tutto peculiare che evitava il sentimentalismo e le allusioni morali nella pittura e sosteneva il principio de “l’arte per l’arte”.

Il pittore sottolineò nelle sue opere come ci fosse un parallelismo tra la pittura e la musica, e intitolò molti dei suoi dipinti “arrangiamenti”, “armonie”, “notturni” come in questo quadro Arrangement in Grey and Black No. 1 (1871), comunemente noto come la Madre di Whistler che diventerà la sua opera iconica per eccellenza e che oggi presentiamo.

Protagonista del quadro è la madre dell’artista, che pensierosa, è ritratta di profilo, seduta, mentre stringe un fazzoletto di pizzo bianco fra le mani. Ha i capelli grigi raccolti nella cuffia bianca mentre il vestito nero le avvolge il corpo. 

La sensazione che il ritratto trasmette è di grande austerità, a causa della combinazione dei colori tenui dello sfondo e del nero dei vestiti, ma anche grazie alle linee verticali e orizzontali che segnano il pavimento, la tenda, la sedia e le cornici. Nonostante tutto però il quadro non si risolve in un esecizio di stile, ma fa trasparire e comunica allo spettatore l’empatia e la fragilità della madre rimasta vedova nel 1849 quando il futuro pittore aveva solo 15 anni.

Ella lasciò l’America nel 1863 per sfuggire alla guerra civile e si trasferì a Londra per vivere là con suo figlio. La sua vicenda storica l’ha resa una donna forte e al tempo stesso provata ed è certamente anche per questo che l’opera è diventata il simbolo della madre austera, ma anche dolce e umana.