nell’immagine…, un computer batte il campione russo Kasparov -24 anni fa, per la prima volta un computer, chiamato Deep Blue, sconfisse un campione del mondo umano, in formula da torneo classico: un documentario del 2003 ha però dimostrato come quella sfida non fu regolarissima.
V settimana di Pasqua
Proverbio del giorno (proverbio cinese)
“Il ricco trova parenti anche fra gli sconosciuti; il povero trova sconosciuti anche fra i parenti.”
Iniziamo la Giornata Pregando
O Dio, fonte della gioia e della pace, che hai affidato al potere regale del tuo Figlio le sorti degli uomini e dei popoli, sostienici con la forza del tuo Spirito, e fa’ che nelle vicende del tempo, non ci separiamo mai dal nostro pastore che ci guida alle sorgenti della vita. Egli è Dio…Amen.
PANCRAZIO MARTIRE
La storia di Pancrazio, morto in giovane età sotto Diocleziano, è stata arricchita di tanti elementi leggendari che è difficile isolare le reali vicende storiche di questo che è stato uno dei santi più popolari non solo a Roma e in Italia, ma anche all’estero: è infatti patrono dei Giovani di Azione Cattolica. A lui sono stati dedicati chiese e monasteri: quello di Roma fondato da Gregorio Magno e quello di Londra da Agostino di Canterbury. Il suo sepolcro si trova a Roma sulla via Aurelia, dove Papa Simmaco costruì una basilica in suo onore.
Parola di dio del giorno (giovanni 14,27-31)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Riflessione Per Il Giorno (Poesia sulla Chiesa)
Chiesa che amo, perché senso del mio vivere, luogo di amore e di distruzione, a volte schiacci l’uomo sotto il peso di una croce che non gli pare proporzionata. Chiesa di uomini non sempre illuminati, solco profondo tra realtà e progetto. Uomini di dura cervice che presumono il monopolio della Tua verità. Lacrime che purificano, quale dono dall’alto, il cuore dell’uomo. Libertà incatenate che come Pietro, misteriosamente rompono i lacci della morte. Chiesa di giovani, che crescono all’ombra degli anziani: continuità di respiro e novità di vita. Generazioni che si succedono e non sempre si comprendono: necessità di leggere i segni di vita presenti in mezzo alle macerie. Gesti di potere, usciti da cuori paurosi nella convinzione di credersi salvatori del mondo. Gesti inconsulti di chi si crede solo, la cui malintesa responsabilità toglie la libertà a un Dio imprevedibile nella storia. Chiesa casta, nel sangue dei suoi figli, infedele nella paura del nuovo suggerito dalla sapienza dei secoli. Chiesa da cui partono gesti fraterni di amicizia, le cui pulsioni di vita rompono l’ora del dubbio e dell’angoscia. Agonia e risurrezione di una tenacia che conosce le flessioni del realismo. Chiesa di tutti e di nessuno, spazio eterno nella verità dei colori. Roccia che sfracella la presunzione dell’uomo. Gerusalemme sognata e visitata dal tuo Signore.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i medici, gli infermieri e il personale paramedico che si dedica a ammalati e infermi
Don’t Forget!
GIORNATA INTERNAZ. DELL’INFERMIERE
12-05: Compleanno DON TULLIO PELIS
“1.000 QUADRI PIÙ BELLI DEL MONDO”
“Il SASSOFERRATO” è il nome d’arte di GIOVAN BATTISTA SALVI (Sassoferrato 1609 – Roma 1685) pittore del Seicento, così detto dalla città delle Marche dove nacque, artista eccelso quanto semplice e popolare. Inquadrarlo non è facile, a meno che non si faccia riferimento alle sue presunte copiature, manipolazioni, decantazioni di altri pittori in genere classificati come più “grandi”; Salvi ha riflettuto questo sì, ma non si è riflesso in Raffaello e Guido Reni. Distante dal barocco ma non crudamente realista, il Sassoferrato percorre il XVII secolo con una spiritualità fisica e distaccata, trincerata dentro una ideale e classica bellezza, una “devota bellezza” appunto. Un artista di tutto rispetto se si pensa che nei vari musei del mondo sono custodite più di 300 sue opere.
Quella che oggi presentiamo è custodita nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia ed esprime un’arte senza tempo perché come tutti i personaggi e i santi del Sassoferrato, anche la Madonna di questo magnifico quadro è imperturbabile, immobile, metafisica, senza lacrime o turbamento: rimane fissata in un momento preciso che si tramanda per l’eternità attraverso lo splendore formale e assoluto comune a tutte le popolari icone dell’artista. Di fronte a questa struggente e affascinante Madonna è impossibile non provare sentimenti di profonda e intensa devozione: nei volti eterei e delicati ritratti dall’artista traspare infatti «la trasfigurazione di materna luce e fisionomia totale» (Federico Zeri). In questo quadro tutto è essenziale: la Madonna e un S. Giovannino pensoso per la sua età, guardano gli spettatori e il piccolo Gesù cerca di attirare l’attenzione della mamma. I gesti sono calmi e misurati, ma esprimono e comunicano vicinanza, confidenza, intimità. Anche il paesaggio è dolce ed etereo come i personaggi e il cielo sembra riflettere il colore dei corpi e dei volti, come se fossero questi a illuminarlo e non viceversa.