nell’immagine un dipinto di Kristian Zahrtmann
Proverbio del Giorno
“Sembrare e non essere è come filare e non tessere”
Iniziamo la Giornata Pregando (S. Giovanni Damasceno)
O Signore, vuoi farmi riposare nella tua sapienza? Non protesto. Mi vuoi lasciare in mezzo alle tentazioni per umiliarmi? Ti seguo lo stesso. Non ho niente da fare senza di Te. Senza di Te non sarei nato dal nulla né potrei sopravvivere o salvarmi. Fai della Tua creatura quello che vuoi. Credo che siccome sei buono, mi riservi solo delle cose buone, anche se io non le conosco. Amen
Luigi Orione
nacque in diocesi di Tortona nel 1872. Lavorò nei campi e a 13 anni entrò fra i Frati Minori, ma si ammalò: ristabilitosi, entrò nell’oratorio di don Bosco e l’esperienza non si cancellò più dal suo animo. Nel 1892 inaugurò il primo oratorio e, ordinato prete, ne riunì altri che formarono il nucleo della futura congregazione. Si impegnò in visite ai poveri e malati, diffusione della buona stampa, frequenti predicazioni, cura dei ragazzi. Fondò la “Piccola Opera della Divina Provvidenza” e aprì case in tutto il mondo. Conduceva vita penitente e povera. Morì nel 1940
Ascoltiamo la Parola di Dio
Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di che cosa avete bisogno prima ancora che glielo chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
BREVE COMMENTO AL VANGELO
La Quaresima deve essere innanzi tutto un tempo di preghiera, e la Chiesa vuole subito mostrarci la preghiera esemplare: quella che Gesù ha insegnato ai discepoli per farli entrare nella nuova religione da lui apportata. Ciò che vi è di assolutamente nuovo in questa fede è che ci fa guardare a Dio non più solo come al creatore onnipotente, ma come al Padre: Dio è nostro Padre! Il solo nome di “Padre” può immergere i nostri cuori nell’adorazione. È così liberatorio pensare che Dio è nostro Padre! Non vi è più affanno, paura, preoccupazione: vi è la fiducia!
Riflessione Per Il Giorno (I padri del deserto)
Un abate stava attraversando il deserto con i fratelli, quando si accorsero che quello che faceva loro da guida aveva sbagliato strada. Era notte, e i frati dissero all’abate: “Che facciamo? Questo fratello ha sbagliato la via, e noi rischiamo di smarrirci e di morire tutti nel deserto. Non sarebbe meglio fermarci qui per la notte, e riprendere il cammino alla luce del sole?”. L’abate rispose: “Ma se diciamo a costui che ha sbagliato, egli si rattristerà. Sentite dunque: io farò finta di essere stanco e dirò che non me la sento di proseguire e che resto qui fino a domattina”. Così fecero, e anche gli altri dissero: “Anche noi non ne possiamo più dalla stanchezza e ci fermiamo con te “. E così riuscirono a non contristare quel fratello, che non seppe mai d’aver sbagliato strada.
Intenzione del giorno
Preghiamo per i cercatori della verità: non si stanchino di cercarla e trovata, le obbediscano
Don’t Forget! – 258° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”
David Klöcker (1628 – 1698) nato ad Amburgo, era uno degli otto figli figlio di Johann Klöcker. Nel 1648 si trasferì ad Amsterdam dove imparò a dipingere seguendo le istruzioni di Juriaen Jacobsze. Nel 1652 lascia i Paesi Bassi e si reca al castello di Skokloster sul lago Mälaren, in Svezia, su richiesta del nobile svedese Carl Gustaf Wrangel. Tra il 1654 e il 1661 studia in Italia e visita le corti di Francia e Inghilterra. Al ritorno è nominato dal re di Svezia pittore di corte nel 1661 e assume il titolo nobiliare di Ehrenstråhl. Il quadro di oggi ne dimostra le qualità di pittore: un giovane nero appoggiato alla balaustra familiarizza con animali esotici, tre pappagalli e due scimmie; uomo e animali sono i rappresentanti di un mondo diverso che agli occhi dei nordeuropei appariva esotico e affascinante. Il dipinto è concepito abilmente con tutti gli elementi raccolti in struttura piramidale –messa in evidenza dal contrasto di luci e ombre- di cui il pappagallo costituisce l’apice. La gamma cromatica è giocata su una grande varietà di toni grigi interrotti dal bianco del candido cacatua che sembra in procinto di uscire dal quadro verso lo spettatore. In questo come in altri quadri dell’epoca gli animali perdono il loro significato simbolico (la scimmia nel medioevo era la controfigura del diavolo: maligna, ladra, subdola, lussuriosa, ingorda e per di più bugiarda e idolatra) e sono descritti con intento scientifico.