Riflessione del giorno

Martedì 13 agosto 2024

By patronatoADM

August 12, 2024

 

XIX settimana T. Ordinario (A. pari)

 

Avvenne il 13 agosto…

408 – Contingenti militari romani di stanza a Ticinum si sollevano uccidendo gli ufficiali; è il primo passo della rivolta che porterà alla morte di Stilicone.

1521 – Tenochtitlán (l’attuale Città del Messico) cade nelle mani del conquistador Hernán Cortés

1935 – Un’esondazione del lago di Ortiglieto dovuta al crollo di una diga provoca 111 vittime

1940 – La Luftwaffe lancia una serie di attacchi contro basi aeree e installazioni radar britanniche.

1961 – Il governo della DDR dà inizio alla costruzione del Muro di Berlino.

 

Aforisma di Enzo Bianchi

La libertà autentica dell’uomo si manifesta nel suo diventare capace di donazione di sé.

 

Preghiera

Dio onnipotente ed eterno, guidati dallo Spirito Santo, osiamo invocarti con il nome di Padre: fa’ crescere nei nostri cuori lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Matteo 18,1-5.10.12-14

In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.

Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.

Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».

 

Riflessione di don A. Lonardo

2 genitori – 4 nonni – 8 bisnonni – 16 trisavoli – 32 bisarcavoli – 64 quintisavi – 128 exanonni – 256 eptanonni – 512 ottanni – 1024 ineanonni – 2048 denonni…In questa elencazione sono indicate le ultime 11 generazioni di ogni nato. Ben 4.094 antenati per giungere a un vivente oggi. I nomi delle diverse generazioni di antenati differiscono a seconda degli autori, ma la lista è certa.

Con 11 generazioni si arriva a circa 250 anni fa, ma bisognerebbe poi continuare, ben sapendo che la comparsa dell’uomo sulla terra viene posta intorno a 2 milioni e 400.000 anni fa. Quanto detto è per mostrare la forza della vita che appare, invece a prima vista, così debole e fragile, se non si è acuti. Come spiegò un giornalista, il male è più televisivo, perché è veloce: basta un secondo per uccidere un uomo.

L’attentato alle Twin Towers sembrò mostrare l’imponenza vittoriosa del male, perché in brevissimi istanti, con il suicidio dei gruppi di terroristi contro le due Torri e il Pentagono, vennero uccisi 2977 uomini, più i soccorritori che vi morirono.

Eppure il bene silenzioso è molto più vero. Nessuno avrebbe potuto scrivere su di un quotidiano l’11 settembre 2001 che milioni di uomini e di donne quel giorno avevano continuato a volersi bene e a crescere i loro figli, ma così invece era. Non fa notizia chi ama, non fanno notizia i 4094 che hanno generato la vita fino a quel nato che vive oggi e che sono io, sei tu.

 

Intenzione di preghiera settimanale

Questa settimana preghiamo per il Sud Sudan dove nel 2018 è stato raggiunto l’accordo di pace, ma che affronta una delle crisi umanitarie più gravi al mondo, con 9 milioni di persone cioè il 75% della popolazione che necessitano di assistenza umanitaria. Tra questi quasi 5 milioni di bambini.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

EDVARD MUNCH Il grido

1893 Olio, tempera e pastello su cartoncino 91 x 73 cm – Masionalgalleriet, Oslo – Norvegia

EDVARD MUNCH

(Løten, 1863 – Oslo, 1944)

è stato uno dei più importanti artisti attivi tra Otto e Novecento perché assieme ad altri pittori suoi coetanei ha segnato un punto di svolta nella storia dell’arte. I)l suo nome è sempre affiancato a quello di altri due artisti: Paul Gauguin (1848 – 1903) e Vincent van Gogh (1853 –1890) che con lui anticiparono l’espressionismo che mira a esaltare il lato emotivo della realtà che ci circonda.

È tra le immagini più universalmente note e popolari dell’arte moderna, riprodotta in molti formati diversi e, a detta di molti, un’icona dell’esperienza tipicamente attuale della tensione e angoscia che pervadono la vita moderna dell’occidente. L’immagine a dire il vero nacque da un’esperienza molto personale dell’artista norvegese colpito nel 1892 da un violento attacco di panico. Lo stesso Edvard Munch (1863-1944) descrisse come avvenne l’episodio durante una passeggiata lungo un sentiero alla periferia di Kristiania (l’attuale Oslo): “Una sera camminavo lungo una strada con due amici. Su un lato c’era la città, sotto di me il fiordo. Ero stanco e malato…Il sole stava tramontando e le nuvole erano rosse come il sangue. Ho percepito un grido che squarciava la natura. Ho avuto proprio la sensazione di sentirlo. Ho dipinto quest’immagine, ho dipinto le nubi come sangue vero. I colori gridavano”. Munch rappresentò il grido con una serie di linee ondulate che attanagliano come onde d’urto la figura, riducendo il volto della stessa quasi a un teschio, a un’immagine primitiva di paura. L’esperienza di solitudine e disperazione è accentuata dagli amici staccati dal protagonista a far capire che il dramma sia tutto interiore; a conferma Munch su una copia dell’opera scrisse a matita: “Poteva essere dipinta solo da un pazzo”.  L’opera, descritta come «un’icona dell’arte moderna per la sua capacità di cristallizzare l’angoscia esistenziale dell’umanità di oggi, si è saldamente ancorata per il suo potere evocativo nell’immaginario collettivo.