Riflessione del giorno

martedì 13 luglio ’21

By patronatoADM

July 12, 2021

 

15 Settimana del tempo ordinario

 

Proverbio del giorno (Orientale)

Avere buoni vicini di casa è come avere una casa più grande.

 

Preghiera del giorno (di Gregorio di Nazianzo)

All’inizio del giorno offro a Dio la mia destra nella promessa di non compiere né permettere nulla di male, ma di dedicarti, o Signore, questo nuovo giorno, rimanendo fermo nei propositi e dominando le passioni.

L’essere ancora così mediocre, mi rende vergognoso, soprattutto per la mensa santificata cui io partecipo. Queste sono le mie intenzioni, o mio Cristo: e tu guidami sulla retta via. Amen.

 

Santo del giorno

 

La Parola di Dio del giorno – Matteo 11,20-24

Gesù rimproverò le città in cui era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazìn! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi.

E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sodoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Sodoma sarà trattata meno duramente di te!».

 

Riflessione del giorno (Mons. Galatino Abitare le parole)

RAMMARICO

Rammaricare dal latino amaricare = rendere amaro in riferimento all’amarezza, in un mix di delusione e rimpianto.

Il rammarico infatti non è un sentimento neutrale: influisce sulla qualità della vita e delle relazioni che può contribuire a migliorare, ma può anche sviluppare risentimento o insoddisfazione.

Questi atteggiamenti riesce a evitarli solo chi è consapevole di aver scelto uno scopo di vita definito e desiderato. Che è tutt’altro rispetto alla vita vissuta come gli altri si aspettano da te.

Del rammarico di una vita lontana dai propri desideri e possibilità, Isacco di Ninive afferma che è l’unico inferno da cui non c’è speranza di uscire, perché ha per madre l’insoddisfazione e tende a trasformarsi in accusa verso gli altri e in solitudine.

E cos’è l’inferno se non l’esperienza dell’isolamento e dell’esclusione? Ma c’è un rammarico che aiuta a rendere migliore la vita e che è conveniente coltivare.

È il rammarico frutto dell’esame delle esperienze di vita, che fa capire di non avere osato abbastanza o di non aver detto la parola giusta quando sarebbe stato opportuno dirla.

Ma che ci fa capire anche di avere ancora il tempo, le occasioni e le energie per farlo.

Questo rammarico può aiutare a fissare con realismo e chiarezza d’intenti altri obiettivi o a raddrizzare i percorsi sbagliati e diventa stimolo per decidere e puntare dritto al fine, mettendo in guardia dagli errori passati.

 

Intenzione di preghiera del giorno

Perché la meditazione sul fine della vita e sulla sua fine, ci aiuti a non vivere di rimpianti e risentimenti.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

JACQUES LOUIS DAVID: MARAT ASSASSINATO

1793 – olio su tela – 165 X 127 cm – Musée Royaux de Beaux Arts – Bruxelles Belgio

La morte di Marat di Jacques L. David, raffigura la tragica morte del rivoluzionario avvenuta nella sua vasca da bagno, poiché una malattia della pelle costringeva il rivoluzionario francese a trascorrere parecchie ore del giorno immerso in acqua calda per recare sollievo all’epidermide.

Marat aveva dato vita al giornale L’Ami du peuple nel quale esprimeva pensieri radicali in merito alla Rivoluzione Francese scoppiata nel 1789.

Fin da subito il quadro attirò l’attenzione del pubblico sia per la modalità della raffigurazione dell’omicidio sia per l’effetto sullo spettatore chiamato a immedesimarsi nella sofferenza del protagonista per l’atroce destino subito.

La tela ha pochi colori: predomina il bianco delle lenzuola e dell’asciugamano che copre il capo, il verde olivastro del panno e la carnagione chiara dell’uomo.

È visibile anche una cassa in legno grezzo con un foglietto al quale il pittore affida la dedica: «A Marat, David. 1793. L’an Deux».

Sul davanti della cassa è inciso: “Non avendo potuto corrompermi, mi hanno assassinato”. Altri oggetti sono il coltello insanguinato sul pavimento, il calamaio con l’inchiostro e i fogli sulla panca utilizzata da Marat come scrittoio.

La testa dell’uomo è chinata sul lato, la morte è recente come dimostra il sangue di un rosso vivace. Il braccio destro cade a terra, ma la mano stringe ancora la penna; il braccio sinistro è appoggiato sul bordo della vasca con in mano la lettera ricevuta dalla Corday: «13 luglio 1793. Marie Anne Charlotte Corday al cittadino Marat.

Basta che io sia tanto infelice per aver diritto alla vostra benevolenza…». La postura del corpo richiama quella del Cristo morto di Caravaggio nella Pinacoteca Vaticana.

Ormai assurto a icona pubblica, il quadro di David ha ispirato molti artisti del Novecento: tra gli ammiratori troviamo Edvard Munch e Pablo Picasso.