nell’immagine ritratto di Ippolita Sforza e santi di Bernardino Luini Milano, chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore,
Aforisma del Giorno (Nicolas Gomez Dàvila)
Chi si ostina a voler capire più di quel che c’è da capire, capisce meno di tutti.
Iniziamo la Giornata Pregando
Signore Gesù, insegnaci a portare la nostra croce ogni giorno e a seguirti, con volontà di riparare i nostri peccati e quelli dell’umanità. Tu che ci hai salvato, rendici salvatori dei nostri fratelli: come tu hai dato la vita per noi, così fa’ che doniamo la vita per gli altri. Rendici gioiosi testimoni della tua risurrezione, e mantieni viva in noi la speranza della gioia che hai promesso ai tuoi fedeli. Amen
Massimiliano Maria Kolbe
nasce nel 1894 in Polonia. Entra tra i francescani e, mentre inizia il 2° conflitto mondiale, svolge un intenso apostolato missionario in Europa e Asia. Ammalato di tubercolosi, dà vita al «Cavaliere dell’Immacolata». Nel 1941 è deportato ad Auschwitz destinato ai lavori come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Lì Kolbe offre la sua vita in cambio di quella di un padre di famiglia, compagno di prigionia. Muore pronunciando «Ave Maria»: è il 14 agosto 1941-. Giovanni Paolo II lo ha proclamato patrono del nostro difficile secolo
La Parola di Dio del giorno
I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli».
BREVE COMMENTO AL VANGELO
La Scrittura chiama tutti “bambini”: quelli che si mettono a seguire Cristo, ricevono il nome di “piccoli” (Mt 18,3; 19,13; Gv 21,5). E chi è il nostro educatore, pedagogo, per noi, i piccoli? Si chiama Gesù. Si dà lui stesso il nome di pastore.
La Riflessione del giorno (Frammenti di vita)
Rimandato, rischiava molto in matematica: il professore del giovane seminarista, manco a dirlo, era un prete del paese, noto per il rigore e per la sua fissazione contro gli alunni più estroversi. Il docente non aveva però tenuto conto della famiglia (una decina di figli) e soprattutto dei fratelli maggiori, giovanotti dal cuore d’oro, ma dai modi spicci dei bergamaschi veraci. Un giorno mentre attraversava il ponte del paese, due dei fratelli accostano il prete: “E’ lei don…il professore di nostro fratello?”. “Sì, che volete?”. Uno dei due afferra il cappello del prete e lo fa volare nel fiume: “Nostro padre ha venduto la mucca per far studiare nostro fratello…così che l’avvisiamo: se a ottobre sarà bocciato sarà lei a volare di sotto”. A ottobre il seminarista (ignaro dell’iniziativa) si presenta all’esame: viene promosso, ma non riesce a capire il significato dell’ultima frase del professore: “La preparazione è quella che è, ma gli argomenti messi in atto per te, sono più che convincenti”. I metodi saranno stati anche poco ortodossi, ma hanno permesso a don Giuseppe Ferrari di diventare prete. E che prete!
Intenzione del giorno
Preghiamo perché impariamo e pratichiamo la virtù dell’umiltà sia verso Dio sia verso il prossimo
Don’t forget…! – 228° quadro de “i 1.000 quadri più belli del mondo”
Per realizzare i suoi lavori viaggiò parecchio attraverso l’Olanda per immortalare le chiese più belle. I suoi dipinti, avvolti in una luce soffusa, unita a una particolare unità tonale raggiunta attraverso il sapiente uso del bianco e del grigio argenteo, trasmettono con la spaziosità maestosa un’atmosfera serena. Il quadro che presentiamo ritrae uno dei luoghi preferiti di Saenredam: l’interno della Chiesa di S. Bavone ad Harleem: le pareti imbiancate di calce e inondate di luce sono un invito alla riflessione e alla contemplazione. Ma il pittore è preciso nel restituire con esattezza matematica l’architettura del luogo così come la prospettiva che studiava facendosi aiutare anche dall’amico van Campen. Le sue chiese spoglie testimoniano le conseguenze della riforma protestante che nel XVI sec era stata accolta favorevolmente dalla borghesia olandese nella sua versione calvinista e aveva finito per sostituire in gran parte del paese il cattolicesimo. La riforma aveva abolito la decorazione ed eliminato statue e quadri: qui però si vede un residuo della precedente chiesa cattolica nelle ante del coro che ritraggono la risurrezione di Gesù. Sapiente l’inquadratura con effetti modernissimi; si noti come il pittore rimpicciolisca le persone per sottolineare l’ampiezza e altezza dello spazio: si respira in tutto questo la teologia della riforma. Saenredam muore a Neth il 31 Maggio 1665.