28. a settimana tempo ordinario
Avvenne il 14 ottobre…
1066 – Hastings: i Normanni di Guglielmo il Conquistatore, sconfiggono l’esercito inglese e uccidono il re Aroldo II d’Inghilterra
1806 – Jena: la Grande Armata di Napoleone Bonaparte, sconfigge l’esercito prussiano
1925 – Grande rivoluzione siriana: una rivolta anti-francese porta all’occupazione di Damasco
1962 – Aereo-spia vola su Cuba, fotografando installazioni Urss. Inizia la crisi dei missili di Cuba.
1964 – Leonid Brežnev diventa segretario generale del PCUS e capo dell’Unione Sovietica.
Aforisma dal Vangelo
“Io non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede…In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: «Il giusto per fede vivrà…”
Santo del giorno
Preghiera Colletta
Ci preceda e ci accompagni sempre la tua grazia, o Signore, perché, sorretti dal tuo paterno aiuto, non ci stanchiamo mai di operare il bene. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.
Parola di dio Luca 11,29-32
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».
Riflessione di don Arturo Bellini su don Bepo
«Statistiche. Le opere che aiutano le Missioni e quello che noi dobbiamo fare». don Bepo Vavassori (22/10/1939) Al tempo di don Bepo, le cose da fare erano semplici e chiare: pregare per la diffusione del Vangelo e contribuire per sostenere infanzia, i catechisti, il clero indigeno e le congregazioni missionarie. La giornata mondiale missionaria fu introdotta da papa Pio XI, su richiesta del bergamasco Mons. Luigi Drago, successore di Mons. Angelo Roncalli alle Pontificie opere missionarie.
L’ottobre missionario di quest’anno fa appello alla Speranza. Il mondo ha bisogno come non mai della luce della Speranza cristiana. «Non abbandonateci, – ha detto ieri il custode di Terra Santa – perché adesso è proprio il tempo più difficile di ricostruire, di ricominciare a ricostruire i cuori, riconciliare i cuori e cominciare a lavorare, perché ci sia davvero una possibilità ancora di convivenza». E ha aggiunto: «La notizia dell’accordo riaccende la speranza, pur sapendo che bisogna sempre essere prudenti».
Viviamo in un mondo nel quale sembra regnare più la preoccupazione che la speranza; un mondo sul quale si addensano sempre più minacciose nubi di guerra; aumenta l’ansia per la sopravvivenza di molti popoli. In questo clima sconfortante, come cristiani siamo chiamati a mantenere viva la certezza che Dio non è assente dalla storia e ci chiama a lasciarci guidare dallo Spirito di Dio per ardere di santa passione evangelizzatrice, capace con la testimonianza e la parola di immettere nel mondo il lievito del Vangelo che fa crescere lo spirito di fraternità e di pace.
In Gesù sta la fonte della nostra Speranza! È Lui la perenne primavera della storia. Nel messaggio missionario di quest’anno c’è un bell’augurio: «Siate gente di primavera”, con uno sguardo sempre pieno di speranza da condividere con tutti, perché in Cristo “crediamo e sappiamo che la morte e l’odio non sono le ultime parole” sull’esistenza umana».
Intenzione di preghiera
Preghiamo perché il processo di pace in Terra Santa sia rispettato da tutti e sostenuto dalla comunità internazionale e si abbandonino le continue polemiche che avvelenano anche le cose buone.
Don’t Forget! SANTI DELLA CARITÀ
Beato Jerzy (Giorgio) Popieluszko
Sacerdote e martire della carità
1947-1972
Nato in Polonia nel 1947, fu ordinato prete nel 1972 dal cardinal Wyszyński, un segno del destino, visto che di lì a un po’ saliranno entrambi alla gloria degli altari. Per alcuni anni vagò da una parrocchia all’altra di Varsavia: quel prete, timido e di poche parole, con una salute vacillante, si trasformava quando si trovava a contatto con giovani e poveri, con cui stabiliva un filo diretto. Nel giugno 1980 fu assegnato alla parrocchia di S Stanislao Kostka, sul cui territorio si trova la grande acciaieria “Huta Warszawa”. Il 28-10 il primate di Polonia gli chiese di andare dagli operai in sciopero e diventò così il cappellano di Solidarnosc della Huta. Oltre al lavoro parrocchiale si trova a lavorare tra gli operai: organizzava conferenze, incontri di preghiera, assisteva ammalati, poveri, perseguitati.
Insieme al suo parroco inizia a celebrare ogni mese una Messa per la patria, che raccoglieva migliaia di persone: operai, intellettuali, artisti e persone lontane dalla fede. Era il suo andare “nelle periferie” ed il trasformarsi in “ponte” con tutte le persone a far crescere il sospetto delle autorità. Minacce al suo indirizzo (un esplosivo gettatogli in camera) obbligarono gli operai a procurargli una spontanea scorta che lo accompagnava nei suoi spostamenti.
P. Jerzy sapeva di essere spiato in ogni movimento e discorso: agenti segreti si celavano tra quanti ascoltavano le sue prediche e tra i suoi collaboratori. Eppure non una sua sola parola o gesto inciteranno alla violenza: nelle omelie si limitava a chiedere il ripristino delle libertà civili e di Solidarnosc. Temuto dalle autorità per l’ascendente che esercitava sul popolo, vene arrestato due volte nel 1983 e nella prima metà del 1984, interrogato 13 volte dalla polizia, sottoposto a continua sorveglianza, al punto che il cardinale Glemp gli propose di “cambiare aria” e di trasferirsi a Roma.
Si rifiutò, pur sapendo a cosa stava andando incontro, malgrado un incidente stradale, organizzato per farlo fuori, da cui esce fortunosamente incolume. Durante l’ultima celebrazione religiosa del 19-10-1984 invita a “chiedere di essere liberi dalla paura, dal terrore, ma soprattutto dal desiderio di vendetta. Dobbiamo vincere il male con il bene e mantenere intatta la nostra dignità di uomini”. Alcune ore dopo viene sequestrato da tre ufficiali del servizio di sicurezza: lo ritroveranno “incaprettato”, il successivo 30-10 nel lago di Wloclawek e scopriranno che gli hanno maciullato la mandibola e sfondato il cranio a manganellate. “Infondeva coraggio ai fedeli, non sobillava rivoluzioni”, afferma il vescovo di Varsavia, riconoscendo che non aveva “mai oltrepassato le sue competenze di sacerdote e neppure ridotto la Chiesa e il suo messaggio a strumento di lotta politica”.
La gente lo aveva capito da un pezzo: sia il mezzo milione di persone che hanno partecipato al suo funerale, sia i 18 milioni che in questi anni sono sfilate davanti alla sua tomba. Anche la Chiesa l’ha riconosciuto, proclamando beato Jerzy Popiełuszko nel 2010, alla presenza dell’anziana mamma.