Riflessione del giorno

Martedì 15 febbraio 2022

By patronatoADM

February 14, 2022

 

6. settimana Tempo Ordinario

 

Aforisma del giorno di Cicerone

Non esiste dovere più indispensabile di quello che impone di restituire una gentilezza.

 

Preghiera del giorno

Benedici o Signore la giornata che comincia, il mio lavoro e tutte le persone che oggi incontrerò. In comunione con la tua Parola, con il tuo corpo e con il sangue che tu offristi sulla Croce per noi, offro all’Eterno Padre ogni mia fatica ed ogni mio sacrificio, perché sia causa di salvezza per me e per i miei cari. Amen.

 

Santi del giorno

 

La Parola di Dio del giorno Marco 8,14-21

In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane.

Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.

Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?».

Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

 

Riflessione del giorno

Oggi offriamo alla nostra riflessione le parole di una sopravvissuta alla deportazione nei campi di sterminio nazisti. Vorrei che le leggeste con attenzione, e cercaste di capirle.

La lezione più raggelante per lei, è che quello sterminio (la shoah), il tradimento finale da parte della civiltà della sua stessa umanità, era l’opera di persone altamente civilizzate. “Quelli erano individui educati, eruditi, pensatori, che giunsero alla conclusione che la soluzione finale era perfettamente plausibile.

E furono in grado di ottenere l’aiuto di chimici per ideare un gas efficiente per lo sterminio, e architetti per disegnare un luogo per uccidere efficiente, e industriali per creare i macchinari dell’annichilimento.”

La lezione dell’Olocausto non è che gli esseri umani sono “in qualche modo capaci di rinunciare ai loro obblighi verso gli altri”, ella dice, ma che “loro lo fanno in seguito a una conscia scelta morale”.

 

Intenzione di Preghiera per il Giorno

Preghiamo per i malati gravi e per i moribondi che oggi si presenteranno al cospetto di Dio.

 

Don’t forget! 1000 quadri più belli del mondo

JACQUES-LAURENT AGASSE: LA PAROLA DIFFICILE

1820 circa – olio su tela – 61 x 51 cm

L’autore di questa bella tela, intitolata Le Mot difficile (la parola difficile), si chiama Jacques-Laurent Agasse (1767-1849), pittore svizzero molto ricercato e conosciuto per le sue opere di animali. 

La sua vita, un po’ avventurosa, inizia sotto i migliori auspici: nato a Ginevra da padre ugonotto di origini scozzesi, l’artista si fa le ossa nello studio di David a Parigi, poco prima della Rivoluzione. E’ però a Londra che il suo talento sboccia e diviene presto famoso, grazie ad una serie di ritratti di cavalli eccezionali appartenenti alla nobiltà, opere abbaglianti per la loro precisione. 

Oltre a stalloni, levrieri e volpi molto “inglesi”, mette il suo senso di psicologia animale al servizio di animali più esotici – giraffe o zebre – studiati negli zoo di Londra. Ma dal 1820, ispirato dalla tranquillità del suo ambiente familiare, si specializza in scene di genere, vere e proprie istantanee della vita contemporanea. 

La parola difficile non è meno conosciuto e presenta un bambino (fece da modello Lionel Booth, il figlio maggiore di George Stand da cui Agasse alloggiò tra il 1810 e il 1821) che sta cercando di leggere e di capire una parola difficile.

Imparare a leggere non è sempre facile quando sei molto piccolo, come dimostra questa scena espressiva catturata intorno al 1820 dal pittore svizzero. Il piccolo lettore ha lasciato la sua ciotola di latte per terra, per concentrarsi su quanto stta leggendo, ma si gratta perplesso la testa non riuscendo ad afferrare il senso della parola. Al suo fianco, il gatto di casa non ha di questi problemi ed è intento a fare le fusa presso il calore del focolare.