Riflessione del giorno

Martedì 15 luglio 2025

By Patronato S. Vincenzo

July 14, 2025

 

15. settimana tempo ordinario

 

Avvenne il 15 luglio…

1099 – I cristiani, dopo un difficile assedio, conquistano la basilica del S. Sepolcro di Gerusalemme.

1410 – Polacchi e lituani sconfiggono i cavalieri teutonici nella battaglia di Grunwald.

1799 – Il capitano francese Pierre-François Bouchard trova la stele di Rosetta.

1965 – Arrivano sulla Terra le prime foto di Marte scattate dalla sonda Mariner 4.

1997 – Andrew Cunanan uccide Gianni Versace fuori dalla sua casa di Miami.

 

Aforisma di S. Buonaventura

“L’impegno costante nelle piccole cose è una virtù grande ed eroica.”

 

Santo del giorno

 

Preghiera Colletta

Dio onnipotente, concedi a noi, che celebriamo la nascita al cielo del santo vescovo Buonaventura, di essere illuminati dalla sua eminente sapienza e di imitare il suo serafico ardore. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Parola di dio Matteo 11,20-24

Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali era avvenuta la maggior parte dei suoi prodigi, perché non si erano convertite: «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a voi, già da tempo esse, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite.

Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se a Sodoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora! Ebbene, io vi dico: nel giorno del giudizio, la terra di Sodoma sarà trattata meno duramente di te!».

 

Riflessione del Teologo P. A. Sequeri

È arrivato il momento di riscoprire che Dio, che pure essendo perfetto e al quale non manca niente, non è autoreferenziale. Questo concetto dell’individuo la cui perfezione è realizzata essenzialmente nella forma del godimento di sé non esiste, non è mai esistito, non c’è neppure nel fondamento del pensiero su Dio — non è mai stato per noi un principio, diversamente che nella metafisica greca.

I ragazzi di oggi si stanno accorgendo che non è vero, si accorgono sulla loro pelle che l’autosufficienza è fonte di angoscia e di malinconia ma non sanno dargli i nomi perché appunto la cultura dice, in modo martellante: essere sé stessi, autonomi, indipendenti. La Trinità contiene questo anticorpo prodigioso rispetto all’idea greca che è racchiusa nella prima parola che definisce Dio, il quale non è sostanza, né assoluto, né identità, ma generazione (=Padre). Generazione è un vocabolo che è insieme dinamico e affettivo.

I padri greci del concilio di Nicea si trovavano di fronte al problema di un Dio che non poteva essere generato, perché se è generato è un gradino inferiore. E i padri dissero no: qui il generato è nello stesso livello del generante, che è eterno come il generante, cioè c’è una generazione eterna. E siccome in greco non si può dire una cosa del genere, cambiarono la semantica della lingua greca.

Aprirono così una voragine non da poco, ma che adesso potrebbe essere la nostra felicità, perché vorrebbe dire che il principio della creazione assoluta, che per noi è Dio, vive nella generazione, nella vita. Il principio di tutte le cose, la legge di tutte le cose è un Dio generato e generativo; quindi non solo nessuno si fa da sé, ma nessuno è destinato a godere di sé stesso.

Dio per primo. Questa è la cosa bellissima: anche in Dio non c’è un godimento di sé, ma c’è un godimento della generazione, c’è amore che si fa spirito e unisce i due, ma non godimento di sé. L’inclinazione a concepire l’assolutezza, la perfezione in termini di “autoreferenzialità” può essere congedata perché è una strada mortifera. Nel caso di Dio perché ci consegna un’immagine di Dio alla quale di ciò che succede a noi non può importare veramente. Lo aveva detto anche Ratzinger, in un’intervista sull’«Osservatore Romano»: noi cristiani abbiamo una concezione di Dio che dal punto di vista della filosofia ha anche una sua perfezione, ma che per noi è desolante. In questa concezione aristotelica, dice Benedetto XVI, «Dio, l’Eterno, è in sé, non cambia. Sta in sé, non ha relazione ad extra.

È una parola molto logica, ma è una parola che ci fa disperare. Con l’incarnazione, questo è cambiato radicalmente perché Dio ci ha attirato in sé stesso e Dio in sé stesso è relazione e ci fa partecipare nella sua relazione interiore». Prima dei grandi concili cristologici che dicevano che Gesù è figlio di Dio, il popolo è stato il primo a dire che Maria è la madre di Dio, e questo ci ha fatto capire che quello schema dell’autosufficienza non è il riflesso del principio. Penso che tutto questo sia strepitoso e vada sottolineato contro ogni forma di individualismo. Senza bisogno di mettere tra parentesi il dogma, bisogna parlarne come faceva Gesù, usando la lingua dell’esperienza.

Se noi riuscissimo a educare le generazioni che vengono all’idea che essere generati e generare non solo è bello, ma è anche la forma della realizzazione della qualità personale di ogni identità — perché anche Dio è così — non sarebbe bellissimo? Dio si identifica generando, non rispecchiando sé stesso, ma generando si auto-genera, diventando Padre si identifica come Dio. Diventando Figlio si identifica come Dio. Se riusciamo a dire questo, noi cambieremo non solo la teologia, non solo la Chiesa, ma il mondo.

 

Intenzione di preghiera

Preghiamo per la gioventù di oggi che fa della realizzazione di sé lo scopo della vita e che invece non fa altro che costruire la propria infelicità: affinché si apra al prossimo, a Dio, alla vita al mondo e sperimenti la bellezza e la gioia di essere generativi e accoglienti.    

 

Don’t forget! UNFORGETTABLE AFRICA! CONOSCIAMO L’AFRICA PIÙ DA VICINO

 

AFRICA

 

 

CLIMA