Riflessione del giorno

Martedì 16 aprile 2024

By patronatoADM

April 15, 2024

 

3. settimana di pasqua

 

Avvenne il 16 aprile…

73 – La fortezza ebraica di Masada cade per mano dei romani, concludendo la rivolta ebraica

529 – Entra in vigore il Codex Iustinianus

1821 – A Istanbul, capitale dell’Impero ottomano, sono uccisi migliaia di greci, tra cui il metropolita ortodosso Gregorio V

1972 – NASA: l’Apollo 16 viene lanciato verso la Luna dalla base di Cape Canaveral, in Florida

2003 – Atene: 25 Paesi firmano il trattato di Atene per l’allargamento dell’Unione europea

 

Aforisma Siracide 13,10

Non essere invadente per non essere respinto, ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato.

 

Preghiera

O Dio, che apri la porta del regno dei cieli a coloro che sono rinati dall’acqua e dallo Spirito Santo, accresci nei tuoi fedeli la grazia del Battesimo, perché liberati da ogni peccato possano ereditare i beni da te promessi. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

Santo del giorno

 

Parola di Dio del giorno Giovanni 6,30-35

La folla disse a Gesù: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”».

Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».

Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».

 

Riflessione

Lei è tozza, capelli bianco-grigi alle spalle, occhi chiari, pochi denti. Ha dei pezzetti di pane in mano, ogni tanto ne mastica uno. Mi ferma mentre scendo dalla macchina. “Ho fame, e non ho soldi per comprare da mangiare”, si lamenta. Dopo un po’ si capisce che non è solo di soldi che ha bisogno.

Mi chiede un paio di scarpe, vestiti, una bicicletta, se conosco uno che abbia la cascina che possa diventare suo compagno. Ma le mie scarpe non le vanno, le biciclette da uomo neanche, desidera solo una Graziella; mi fa vedere la sua, antica, carica di borse, si deve fare dieci chilometri stasera per tornare dove la ospitano. Le cascine che indico sono distanti e hanno troppi cani e vacche.

Provo a indirizzarla in parrocchia, ma rifiuta con disgusto: non mi sono mai fidata dei preti, anche mio padre me lo diceva sempre. Però mi chiede se ho un’immaginetta della Madonna, un rosario, “Ne ho già avuti, ma non è servito a niente, magari riprovo”. Ha bisogno di tutto, ma solo nella maniera che pretende lei. Le do quello di cui sembra avere più necessità, qualcuno che l’ascolti, per un’ora in quel parcheggio, mentre il supermercato chiude e la notte scende.

 

Intenzione di preghiera per il giorno

Preghiamo per i fratelli cristiani perseguitati nelle varie parti del mondo a causa della loro fede, perché la Chiesa li sostenga con la sua preghiera e solidarietà.

 

Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo

VINCENT VAN GOGH : NOTTE STELLATA

1889 olio su tela, 73 cm x 92 cm – Museo di Arte Moderna di New York

Notte stellata di Vincent Van Gogh risale al 1889, più precisamente alla notte fra il 23 e il 24 maggio. Vincent nacque nel 1853 e morì nel 1890. Dipinse quindi il quadro a 35 anni, due anni prima della sua morte. Nel 1888 il pittore partì da Parigi per trasferirsi ad Arles, in Provenza, nel sud della Francia e poiché non possedeva il denaro per affrontare le spese del soggiorno, suo fratello Theo lo sostenne economicamente.

Così Vincent prese alloggio in una casa di Place Lamartine. La sua intenzione era di creare una comunità di artisti per condividere le opinioni sull’arte, le ricerche e le sessioni di pittura en plein-air.  Come reazione alla rottura con Paul Gauguin, Vincent si era tagliato l’orecchio sinistro e fu ricoverato all’ospedale di Arles. Nel maggio 1889 Vincent si ricoverò volontariamente presso l’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence dove continuò a dipingere (fino a 150 opere, fra cui quella che oggi presentiamo).

Un paesaggio di campagna nella notte. Le finestre illuminate dalle luci domestiche mentre la falce di luna illumina il cielo nel quale si agitano turbini inquietanti. Sotto un cielo di stelle, con una falce di luna in alto a destra e il pianeta Venere che brilla a sinistra, Vincent van Gogh dipinge un paesaggio di campagna. Al centro, in basso, una chiesetta con un alto campanile. Intorno vi sono semplici case di campagna.

Un alto cipresso scuro e contorto interrompe il paesaggio a sinistra. Oltre il villaggio, a destra, si nota, invece, un fitto bosco che sembra abbattersi sul villaggio come un maremoto e all’orizzonte colline e montagne lontane, sembrano onde gigantesche in corsa verso le case. Il pittore in una lettera al fratello Theo scrisse: «guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina.

Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia? …come se il cielo, passando attraverso i suoi gialli e i suoi azzurri, diventasse un irradiarsi di luci in moto per incutere timor panico agli umani che sentono il mistero della natura». In questo capolavoro dell’arte ottocentesca, i vertiginosi e drammatici tormenti di van Gogh trovano una delle loro più belle e potenti raffigurazioni.