nell’immagine un quadro di Ashley Bickerton
Proverbio del giorno
QUISQUE FABER FORTUNAE SUAE. = Ognuno è artefice del proprio destino.
Iniziamo la Giornata Pregando (Preghiera a S. Giuseppe per il lavoro)
O S. Giuseppe, aiutami a essere coscienzioso nel mio lavoro così che possa restituire ciò che ho ricevuto. Fa’ che possa lavorare in uno spirito di gratitudine e gioia, consapevole dei doni ricevuti da Dio che mi consentono di vivere serenamente. Aiutami a lavorare in pace, con pazienza e moderazione, tenendo a mente che dovrò rendere conto a Dio del tempo e talenti inutilizzati e che per chi è rimasto fedele nel poco, ci sarà la ricompensa sul molto. Amen
OTTONE, PIETRO, ACCURSIO E ADIUTO
furono inviati da S. Francesco nelle terre dei Saraceni. Giunti in Spagna, predicarono la fede di Cristo nelle Moschee: trasferiti nel Marocco con l’ordine di non predicare più, continuarono ad annunciare il Vangelo. Per questo furono torturati e decapitati nel 1220. Al martirio, Francesco esclamò: “Ora posso davvero dire di avere 5 Frati Minori”.
Ascoltiamo la Parola di Dio del giorno
In giorno di sabato, Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?». Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell’offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato».
Meditazione del giorno (Gramellini: Il Caffé)
Il signor Nayak fa il fruttivendolo in un villaggio sperduto dell’India Orientale, è analfabeta e desidera che i tre figli possano frequentare quel mondo di segni e di sogni per il quale gli è sempre mancato il biglietto di ingresso. Ogni mattina i ragazzi impiegano tre ore per andare in classe e tre per tornare a casa. Quel che è peggio, l’unico cammino praticabile è una trappola infinita di rocce acuminate. Così Nayak prende la zappa, il piccone, lo scalpello e decide di costruirne un altro. Da solo. In due anni, giorno dopo giorno, con arnesi rudimentali, scava nella pietra per sette chilometri, sottraendo tempo al riposo e ai piaceri della vita. Perché per lui non esiste piacere più grande della possibilità di tracciare una linea retta fra il suo paese e la scuola. Poi qualcuno ha raccontato la storia ai giornali, papà Nayak è diventato una specie di eroe nazionale e il governo indiano ha promesso di pagarlo per i chilometri di strada che ha costruito e di completare quelli mancanti. Ci sarebbero tante cose da dire e troppi paragoni da fare. Ma di fronte alla bellezza di un’anima, come a quella di un’opera, si finisce per restare ammutoliti. Non esiste alfabeto umano in grado di esprimere la meraviglia di un gesto come quello, semplice e immenso, che quest’uomo ha compiuto per i suoi figli e in fondo per tutti noi.
Intenzione del giorno
Preghiamo perché il dialogo fra le nazioni segni il superamento delle barriere che dividono i popoli.