33 Settimana del tempo ordinario
Aforisma del giorno di Michel de Montaigne
Se la vita è solo un passaggio, in questo passaggio seminiamo almeno dei fiori.
Preghiera del giorno per i defunti
Padre Santo, in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore, rifulge in noi la speranza della risurrezione, e se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura.
Ai tuoi fedeli, o Signore, la vita non è tolta, ma trasformata; e mentre si distrugge la dimora di questo esilio terreno, viene preparata un’abitazione eterna nel cielo. Amen.
Santo del giorno
Parola di Dio del giorno Lc 19,1-10
Gesù entrò nella città di Gerico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura.
Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomoro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua».
Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!».
Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto».
Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».
Riflessione per il giorno Frammenti di vita
Il giovane africano era riapparso al Patronato dopo vari mesi a chiedere accoglienza: quand’era uscito aveva poco più di venti anni; ora ne dimostrava il doppio. “Ma non ti eri messo con una ragazza del tuo paese e non avevate avuto un bimbo? Cosa ti è successo?”.
La spiegazione era andata troppo per le lunghe per risultare credibile, ma il succo era chiaro: la sua donna, che a differenza di lui aveva un regolare permesso di soggiorno, un lavoro e si era pure intestata l’affitto di casa, stanca dei suoi modi, l’aveva sbattuto fuori ed era finito in strada.
A questo punto mi è tornato in mente ciò che aveva detto anni prima: “Il modo con cui in Italia trattate le donne è sbagliato” aveva sentenziato “qui da voi hanno troppa libertà e non va bene. Una donna deve sapere chi è il capo e la mia donna la educherò come conviene”.
Ricordo solo di avergli risposto: “Sei troppo giovane e non sai quel che dici: ma con queste idee non andrai lontano…Anzi ho l’impressione che sarà proprio una donna, sempre che tu ne abbia una, a raddrizzarti e a farti capire che sei fuori di testa”. Erano passati pochi anni e la previsione si era avverata.
Non ho potuto fare a meno di ricordarglielo e dirgli che però su una cosa aveva ragione e cioè che il capo deve comandare: solo che nel suo caso il capo era la moglie, non lui.
Intenzione di Preghiera per il giorno
Preghiamo per i migranti ammassati ai confini di Bielorussia e Polonia in condizioni disumane.
Don’t Forget! 1000 quadri più belli del mondo
FRANCISCO GOYA Y LUCIENTES: LAS DOS MAJAS
LA MAJA DESNUDA: 1800 – olio su tela – 97 x 190 cm – Museo del Prado Madrid
LA MAJA VESTIDA: 1805 – olio su tela – 95 x 190 cm – Museo del Prado Madrid
Di questi due notissimi dipinti di Francisco Goya non è semplice individuare la corrente esatta in cui inserirli perché presentano elementi tipici sia del neoclassicismo, sia del romanticismo e realismo.
Il primo è la “Maja desnuda” che in una Spagna cattolica e segnata dall’inquisizione suscitò un enorme scandalo. All’epoca il nudo femminile non era considerato scandaloso solo se realizzato sotto forma di allegoria mitologica. Goya però non ritrae una dea, ma una donna vera, sensuale ed audace.
Diverse sono le fonti pittoriche a cui l’artista si ispira e molti sono i riferimenti alle opere di Tiziano presenti a Madrid. La giovane donna è sdraiata su un divano verde, coperto da un lenzuolo bianco con due grossi cuscini. La donna è nuda e guarda maliziosa allo spettatore con occhi molto espressivi.
La spalliera del divano delinea la profondità e la posa della donna rende l’idea della tridimensionalità. L’opera provocò un immediato scalpore che portò l’artista a elaborare la “vestida”, all’apparenza un dipinto più decoroso, ma in realtà più malizioso.
Nella “vestida” la posa della donna è uguale a quella della “desnuda”: ha le braccia dietro la nuca ed è sdraiata sul divano, lo sfondo è scuro, i particolari dell’ambiente sono meno perfetti e le pennellate danno l’impressione di essere state eseguite in modo frettoloso.
La donna indossa veste bianca, una giacchetta e scarpe a punta gialle-arancioni. I fianchi sono circondati da una fascia di seta chiara e luminosa.
È quasi certo che a commissionare i due quadri sia stato Manuel Godov, personaggio così potente da permettersi di sfidare i divieti ecclesiastici.
Chi è la maja (che in spagnolo significa ragazza simpatica, carina) in questione? Alcuni la identificano con la duchessa d’Alba, ossia Maria Teresa Cayetana de Silva che per un certo periodo fu tra l’altro amante di Goya.
Altri parlano di Pepita Tudò, storica amante di Manuel Godov. La “desnuda” ebbe vita difficile: osteggiata, fu a lungo confinata in una sala del museo non accessibile al pubblico: ma è più armoniosa della “Maja vestida”, anzi oggi è considerata uno dei nudi artistici tra i più emblematici e significativi della storia dell’arte.