Riflessione del giorno

martedì 17 dicembre ’19

By Patronato S. Vincenzo

December 17, 2019

 

 

nell’immagine un dipinto di Asta Norregaard

 

2° Giorno della Novena di Natale

Signore, guida della casa d’Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge: vieni a liberarci con braccio potente!

 

Iniziamo la Giornata pregando

Dio, Padre degli umili e dei poveri, che chiami tutti gli uomini a condividere la pace e la gloria del tuo regno, mostraci la tua benevolenza e donaci un cuore puro e generoso, per preparare la via al Salvatore che viene. Egli è Dio…

 

GIOVANNI DE MATHA SACERDOTE Provenzale

docente di teologia e prete a 40 anni, Giovanni de Matha lasciò la cattedra. Durante la sua prima messa, nel 1193 in visione aveva infatti compreso che sua missione sarebbe stata liberare gli schiavi cristiani d’Africa. Fondò, presso Parigi l’Ordine della SS. Trinità. Ottenuta l’approvazione papale nel 1198 partì per il Marocco: iniziarono così i riscatti di schiavi. Giovanni morì a Roma, ma nel Seicento il corpo venne portato a Madrid

 

Ascoltiamo la Parola di Dio Matteo 1,18-24.

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele”, che significa Dio-con-noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

 

La riflessione del Giorno (S. Efrem il Siro ca. 306-373)

La notte di Natale. Questa è notte di riconciliazione, non vi sia chi è adirato o rabbuiato. In questa notte, che tutto acquieta, non vi sia chi minaccia o strepita. Questa è la notte del Mite, nessuno sia amaro o duro. In questa notte dell’Umile non vi sia altezzoso o borioso. In questo giorno di perdono non vendichiamo le offese. In questo giorno di gioie non distribuiamo dolori. In questo giorno mite non siamo violenti. In questo giorno quieto non siamo irritabili. In questo giorno della venuta di Dio presso i peccatori, non si esalti, nella propria mente, il giusto sul peccatore. In questo giorno della venuta del Signore dell’universo presso i servi, anche i signori si chinino amorevolmente verso i propri servi. In questo giorno, nel quale si è fatto povero per noi il Ricco anche il ricco renda partecipe il povero della sua tavola. Oggi si è impressa la divinità nell’umanità, affinché anche l’umanità fosse intagliata nel sigillo della divinità.

 

Intenzione per il giorno

Preghiamo per gli oppressi, i perseguitati, per coloro che non hanno patria

 

Don’t Forget! – I “1.000 quadri più belli del mondo”

 

GIJSBRECHT LEYTENS (1586 – 1643/1656) identificato come ‘Maestro dei paesaggi invernali’, fu battezzato ad Anversa il 4 aprile 1586.  Il suo cammino di formazione iniziò con Jacob Vrolijck, prima di diventare maestro nella Corporazione di San Luca di Anversa nel 1611.  Sposato a Maria van Omel, era conosciuto per le sue collaborazioni con pittori e disegnatori fiamminghi.  Il suo stile aderì alla tendenza paesaggistica tipica fiamminga e olandese del XVI e XVII secolo e si caratterizzò principalmente per la grande raffinatezza delle sottili armonie di colore. Gijsbrecht Leytens può essere considerato il vero poeta dell’inverno, del gelo, che espresse, meglio di tutti, la fredda luce del sole su una campagna avvolta nel ghiaccio, evitando una semplice resa accademica basata sui dettagli insignificanti delle attività umane, evidenziando invece le bellezze della natura, i grandi paesaggi boscosi magici e irrealistici, con tanti rami molto sinuosi, sempre protesi verso qualcosa e popolati da piccole figure. Spesso il suo stile si caratterizzò per l’effetto drammatico che trascendeva il realismo, dato che le sue luci e ombre non coincidevano, ma rendevano i suoi alberi dalle forme bizzarre ancora più fantastici e inquietanti e l’evocazione ancora più surreale. Probabilmente Leytens fu influenzato dalle particolari condizioni meteorologiche dell’ultimo quarto del XVI secolo, che furono contraddistinte da un freddo superiore alla media, e da una diminuzione delle temperature medie, che provocarono inverni più lunghi e più freddi nell’Europa occidentale.